Antonio Citera
SALERNO – C’è chi dice no, c’è chi dice forse, c’è chi invece le primarie le vuole e basta. La data dovrebbe essere quella stabilita, il 14 dicembre prossimo ma, le polemiche rasentano il ridicolo e si immergono direttamente nel recente passato che alle primarie devono il loro successo. Bisogna eleggere chi nelle prossima primavera dovrà spodestare Caldoro dalla sedia d’oro della Regione. La sfida è tra De Luca e Cozzolino ( per il momento ) ma, Renzi è in agguato e dovrebbe mettere in scena il suo rappresentante di fiducia. C’è chi vocifera Picierno chi fa altri nomi, c’è chi addirittura ipotizza che al Nazareno ste primarie non le vogliono proprio. Cosa succederà?. Secondo i bene informati le primarie ci saranno e, sanciranno l’ennesima tradizione di democrazia popolare all’interno di un partito mai partito. Primarie imbarazzanti come spesso è accaduto. Sanciranno le egemonie dei territori. Qui comando io! sentiremo dire per l’ennesima volta. I militanti sono pronti, almeno quello che resta di loro. Si sa, chi milita, come spesso accade nel PD nemmeno sa di militare. E’ un luogo comune di un partito che guarda avanti rinnovando le tradizioni di chi ha amministrato prima. “Il potere prima di tutto”. Lo slogan che da sempre serpeggia nelle trincee di chi veste i panni del gladiatore di turno. << Contiamoci -avrebbe detto qualcuno- facciamo vedere chi siamo e non quanti siamo, il numero lo decidiamo strada facendo>>. Filosofia pura, semplice ed efficace almeno fino a oggi. Uno schema predefinito, silurante al punto giusto. D’altronte è lo stesso schema che ha portato a Roma i vari Valiante, Saggese, Bonavitacola, Iannuzzi e chi più ne ha ne metta. Anche in quel frangente “ primarie “,anche in quel frangente scelte venute dall’alto, anche in quel frangente nomi già scritti. Oggi ci apprestiamo di nuovo a navigare i mari caldi del ridicolo politichese. L’obbiettivo è la Regione, le modalità della gara sono le stesse. Primarie per tutti. Che vinca il migliore o per meglio dire che vinca chi ha più nomi da mettere sul tavolo dei seggi il prossimo 14 dicembre. Tanto si sa, le primarie ci rappresentano, rappresentano l’Italia del passato, del presente e del futuro. #Nientecambiase, era il motto di qualche anno fa di un PD che niente vuol far cambiare nonostante i buoni propositi e le politiche riformiste che almeno sulla carta hanno dato sempre fiducia a prescindere. Renzi lo sa, lo sa che Vincenzo ci crede ancora, la Regione è a portata di mano. Il sindaco di Salerno è pronto, vuole rompere questo tabù, vuole uscire dal provincialismo asfissiante per collocare la sua filosofia progressista in quel palazzo di vetro da sempre sospirato.