SALERNO – Non c’è cosa peggiore dei luoghi comuni, sempre insidiosamente subdoli e difficili da combattere, soprattutto quando si radicano con forza nell’immaginario collettivo. Non è immune da questo fenomeno l’Università di Salerno/Fisciano e neppure i docenti che in essa operano con diverse fortune e con variegate professionalità. Il luogo comune più comune (scusate la ripetizione !!) è quello che i “dottorati” vengono assegnati con largo anticipo a destinatari ben noti ( i soliti figli di papà ed anche mammà !!) e che le prove d’esame altro non sono che una presa in giro anche per chi, molto dignitosamente, ha studiato e portato a casa medie altissime. E fin qui potrebbe anche starci, mi ha confessato candidamente un laureato che è stato brutalmente saccheggiato nell’intimo del suo orgoglio e della sua dignità personale che non può e non deve sottomettersi ad alcun potentato o, peggio ancora, baronato che nonostante i ripetuti scandali che hanno anche colpito l’Università di Salerno. La rassegnazione diventa rabbia, mi diceva sempre il giovane laureato, quando in maniera spocchiosamente sfacciata il potentato o il baronato mostrano senza pudore il loro volto arrogante pieno di protervia. E mi ha raccontato un fatto incredibile accaduto mercoledì 15 ottobre 2014 nel corso degli esami per “dottorato in rischio e sostenibilità nei sistemi dell’ingegneria civile, edile ed ambientale”. In piena sessione di esami entra in aula un noto docente universitario che va a sedersi accanto ad un esaminando (si scoprirà solo dopo essere nipote del prof. !!); dal suo posto il prof fa un chiaro cenno di saluto alla commissione e rimane in silenzio. Dopo che suo nipote era stato esaminato lascia il suo posto ed entra nella saletta di riunione della commissione, per uscirne poco dopo dalla porta di sicurezza che da direttamente verso l’esterno. Il prof viene affrontato dal mio confidente che senza giri di parole gli contesta l’atteggiamento poco corretto; il prof lo guarda in faccia e, con rabbia inusitata, sibila: “Mi stai minacciando ?”. No, avrebbe risposto il giovane, non la sto minacciando, le sto semplicemente spiegando che con il suo atteggiamento di arroganza e di strafottenza, poco ortodosso ed ai limiti della legalità, Lei non solo mi ha danneggiato ma ha violentato pesantemente la mia dignità di persona libera e profondamente corretta nei confronti delle istituzioni, non certamente degli uomini come lei. La discussione, per fortuna, è finita lì; rimane il gesto volgare e sconvolgente del prof arrogante e senza il minimo senso del pudore e del rispetto del prossimo. Accadimenti come questo, ovviamente, accrescono nei giovani il convincimento di una società che non riesce a maturare ed a crescere neppure nelle cose fondamentali nell’equilibrio delle sue varie componenti. Ecco perché i giovani di oggi, siano essi laureati o operai, guardano al loro futuro con grande preoccupazione e se anche dall’università arrivano questi esempi di inaudita scorrettezza c’è davvero di che mettersi le mani nei capelli. Ma, ovviamente, c’è di più; il di più sarebbe accaduto dopo l’animata discussione tra il prof e il giovane laureato fuori la porta di sicurezza. Ma di questo, semmai, ne parlerò in una prossima occasione.