I dati parlano chiaro: il rapporto pubblicato dallo SVIMEZ, l’istituto per lo sviluppo del Mezzogiorno, mostra un Paese sempre più diviso e diseguale, dove il Sud scivola sempre più nell’arretramento. Nel lavoro, presentato il 28 Ottobre scorso a Roma, si evidenzia che nel 2013 il divario del Pil pro capite medio tra le regioni del centro nord e quelle meridionali è tornato ai livelli di dieci anni fa; non solo ma negli anni di crisi 2008-2013 i consumi delle famiglie nel Sud Italia sono crollati quasi del 13% mentre gli investimenti nell’industria addirittura del 53%, i tassi di iscrizione all’Università tornano ai primi anni Duemila e per la prima volta il numero di occupati ha sfondato al ribasso la soglia psicologica dei 6 milioni, il livello più basso dal 1977.
Volendo andare oltre dei dati freddi e delle mere cifre, il grido d’allarme è chiaro e non va sottovalutato né da parte dei politici locali, né dalle istituzioni politiche ed amministrative nazionali: il Sud è ormai una terra a rischio desertificazione industriale e umana, dove si continua a emigrare, non fare figli e impoverirsi: in cinque anni le famiglie assolutamente povere sono aumentate di due volte e mezzo, da 443mila a 1 milione e 14mila nuclei.
A parte i dati economici del calo del Pil ad aggravare la situazione meridionale è rappresentata in particolare dall’assenza di risorse umane, imprenditoriali e finanziarie che potrebbe impedire alle nostre regioni di agganciare la ripresa e di avere il capitale umano necessario ad innovarsi e a colmare il divario esistente.
Durante la conferenza di presentazione della sua ricerca lo SVIMEZ presenta una serie di istantanee che rendono molto bene la gravità della situazione, attraverso una serie di dati, sui consumi delle famiglie, sulla spesa per investimenti, sulla produzione industriale ed il livello di tassazione locale, che sarà possibile visionare su internet dove sarà pubblicato il report,.
Tra questi dati evidenziamo in particolare che nel 2013 la regione più ricca è stata la Valle d’Aosta, con 34.442 euro, seguita dal Trentino Alto Adige (34.170), dalla Lombardia (33.055), l’Emilia Romagna (31.239 euro) e Lazio (29.379 euro). Nel Mezzogiorno la regione con il Pil pro capite più elevato è stata l’Abruzzo (21.845 euro). Seguono il Molise (19.374), la Sardegna (18.620), la Basilicata (17.006 euro), la Puglia (16.512), la Campania (16.291), la Sicilia (16.152). La regione più povera è la Calabria, con 15.989 euro. Il divario tra la regione più ricca e la più povera è stato nel 2013 pari a 18.453 euro: in altri termini, un valdostano ha prodotto nel 2013 oltre 18mila euro in più di un calabrese.
Oltre ad effettuare una fotografia sullo stato di fatto della precarietà e del sottosviluppo del Sud Italia si evidenzia anche come la nuova riforma federalista abbia penalizzato pesantemente le regioni meridionali spostando parte dei trasferimenti statali verso gli enti locali del centro nord a discapito il sud.
Nel suo rapporto, infatti, lo Svimez sottolinea come l’analisi della finanza dei Comuni effettuata consente di cogliere il senso effettivo della riforma federalista avviata con la Legge delega n. 42 del 2009. Tra il 2012 e il 2013 le entrate tributarie comunali sono calate al Nord del 17% e al Sud dell’11%, ma i trasferimenti erariali sono aumentati del 72,8% al Nord contro il 31% del Sud. È difficile capire quale ragione “federalistica” giustifichi un maggiore importo pro capite dei trasferimenti erariali nelle zone forti d’Italia. Il Rapporto, inoltre, documenta chiaramente come la pressione fiscale dei Comuni abbia raggiunto, nel 2012, il 3,04% nel Mezzogiorno a fronte di un valore pari a 2,11% per il Nord. Gli Enti del Mezzogiorno applicano una pressione fiscale del 44,1% più elevata, rispetto a quella del Nord, a fronte di un gettito pro capite pari nel 2012 nel Mezzogiorno a 537,8 euro (rispetto al 2007, +44%) e nel Nord pari a euro 615,0 (rispetto al 2007, +30%). Nel 2013, a fronte di un reddito di 28.765 euro pro capite, in media ogni cittadino del Veneto ha versato al proprio comune di residenza 409 euro, contro gli oltre 458 di un campano (che però ha un reddito di 12mila 500 euro più basso). Secondo una recente ricerca di tre ricercatori della SVIMEZ (il Dr. Federico Pica, il Dr. Andrea Pierini ed il Prof. Salvatore Villani), la presenza di un Nord in cui il sistema tributario è regressivo e di un Mezzogiorno in cui è progressivo accresce le diseguaglianze del Paese, mentre la presenza di trasferimenti “sperequativi”, quali quelli attuali, non aiuta a spezzare il circolo vizioso che da sempre frena lo sviluppo delle aree più povere. Il problema potrebbe essere risolto, secondo gli autori della ricerca, attraverso trasferimenti realmente perequativi, e non “sperequativi” quali quelli attuali. La forza degli orientamenti politici, in realtà trasversali attraverso i partiti, in un sistema in cui ampiamente e a ogni riguardo prevalgono gli abbienti, è tuttavia tale che i trasferimenti siano considerati un disvalore”.
Non solo, a nostro parere, non ci dovrà essere solamente un sistema di tassazione e di trasferimenti meno penalizzanti per il Sud Italia, ma anche una maggiore responsabilità da parte del mondo politico e delle istituzioni locali e nazionale affinché il Sud possa evitare di entrare in una spirale economica negativa, che lo releghi ancor più alla periferia dell’Europa, destinandolo irrimediabilmente ad una condizione di sottosviluppo cronico e permanente.
La “questione del Mezzogiorno d’Italia” non è stata mai veramente affrontata dall’occupazione dei Piemontesi in poi.
La parola d’ordine è stata e rimasta……………”lucrare” il più possibile negli Enti Pubblici.Ospedali,Comuni,Provincie,Comunità Montane,Enti Parchi,ASI,Regioni (non sempre ……..non in tutti…….. ma nel 99.999999 periodico.
Solo per parlare delle occasioni perdute della “Cassa del Mezzzogiorno” ci vorebbe una biblioteca intera, ma non ne vale la pena.
La povera Calabria la regione più povera d’Italia………..certificata.
Vogliamo parlare della Salerno-Reggio Calabria?….e che ne parliamao a fare.
La Campania poi………..peggio che andar di notte.Vogliamo parlare del magna-magna del terremoto del 1980?
Qualcuno si preoccupa se dopo la frana di Sarno le opere ( si fa così per dire), per lo stato penoso e di abbandono in cui versano, garantiscono qualche cosa?
Con i tempi che corrono i politici Regionali Campani si sono pure distinti nel riuscire a non spendere un euro di quelli messi a disposizione dall’Europa….che primato….e che speranze abbiamo?
I Milanesi…….la Lega……… dicono che simo fuori dal mondo………anche se i metodi…..il linguaggio………..l’approccio è molto ma.molto discutibile per no dere francamente offensivo ,ma hanno tutti i torti pur nel modo becero di affrontare le questioni?
Noi,elettori delSud…..della Campania, sicuramente di torti ne abbiamo da farci perdonare anche se le abbiamo provate tutte…….D.C.,
Sinistra (Bassolino), Destra (l’attuale Caldoro)…….a Napoli al bianco, rosso e nero hanno provato l’arancione e nemmeno hanno combinato niente.
Abbiamo prodotto una classe politica mediamente “mediocre” per il passato……….assolutamente “fallimentare” nel presente.
Non sono di Destra…………ma non sono neanche per “l’uomo solo al comando”………sa veramente poco di Democrazia ( non Cristiana).
Con tutto il massimo rispetto per il “Sindaco” che si sta sbracciando per diventare “Governatore” ma in onestà ( e posso sbagliarmi) non credo che quattro fontane………..le luci sia pure d’artista possano essere una base programmatica per il rilancio di una regione Campania in ginocchio.
Destra,Sinistra,Centro………..non mi interessa più di che è stata la colpa.
In questo momento non servono analisi ma programmi…………non faraonici (Crescent?), ma programmi credibili……..condivisibili……realizzabili.
Big Ban ha detto stop…………non c’è più tempo e non possiamo permerterci altri errori o non fruire, per quel poco che resta , delle risorse Europee.
Una grazia…………basta con le “Rotonte”(saranno pure utili), ma è l’unico progetto che si è riusciti a mettere su?
Abbiamo voglia a girare……….prima e non dopo cadremo tutti come salami.Scusate lo sfogo di un meridionalista deluso………..profondamente deluso.
La camorra (c’era già con i Borboni)….la N.C.O……..la N.F……..figlie del terremoto “80”……..il clan dei casalesi (Gomorra) non sono la causa del malgoverno ma la “terra dei fuochi” della “mala-politica”.Di tutta la politica …..un arcobaleno “inefficacie e inefficiente.L’esito ineludibile………. non la causa sine qua non.
Chiudo.Le analisi puntuali di uomini di indiscusso valore come Saviano….Sales….. servono,sono utili a capire….ma se restano nei libri, per chi ha il tempo per leggerli o i soldi per comprarli non producono molto.Informazione.Vergogna nazionale. ma a noi servono i fatti.
Siete stati mai a Scampia? Per favore andateci e forse sarà meno difficile comprendere quello che lo Svimez analizza e impietosamente scrive.Buon lavoro.