SALERNO – Per capire la difficile situazione burocratico-amministrativa in cui il Ministero si è andato ad infilare per la caparbia volontà di ridurre drasticamente il numero delle Autorità Portuali esistenti nel nostro Paese con una serie di accorpamenti (alcuni dei quali certamente controproducenti !!) non c’era certamente bisogno della seconda tappa di incontri del “tour di incontri promossi dal Pon Reti e Mobilità 2007-2013” tenutasi a Salerno (nel salone del Genovesi presso la CCIAA). Lo stdell’arte è già abbastanza chiaro anche nella sua tipica confusione tutta italiana che spesso degenera in caos. Se da un lato sono necessari alcuni accorpamenti, dall’altro non è affatto scontato che un porto orograficamente più piccolo debba essere accorpato a quello più grande, soprattutto se quello più grande si trova nella baraonda totale come il porto di Napoli che fa acqua (è il caso di dire !!) da tutte le parti mentre il porto di Salerno guadagna punti su punti tanto da impressionare anche gli investitori esteri. Al di là delle specializzazioni su cui è intervenuto direttamente Andrea Annunziata nel corso dell’incontro di Salerno il punto è un altro: se proprio non si riesce a capire a livello governativo che bisogna sfruttare le “specializzazioni” intese come rapporto tra professionalità e risultati e si intende marciare nella direzione meno logica di accorpare l’autorità che funziona in quella che è sfasciata (vedasi anche la presa di posizione del ministro Lupi sul porto di Napoli e sul commissario Karrer accusato di insipienza organizzativa) sarebbe proprio la pena di cambiare radicalmente tutto e adottare il sistema britannico che conta su una sola Autorità Portuale che governa davvero i “sette mari”. Su questo punto Andrea Annunziata è stato deciso e senza infingimenti e il messaggio che ha mandato al Governo è stato chiaro e duro. Non resta, ora, che aspettare le valutazioni del ministro Lupi che non mi sembra proprio un uomo messo lì per caso dalla politica. L’incontro di Salerno è stato programmato per l’incontro tra le portualità di Reggio Calabria, Taranto, Salerno e Catania, come a dire che quasi tutta la portualità del mezzogiorno era calata nella nostra città cona un motivazione ben precisa, almeno a mio avviso, quella di dare a Cesare quel che è di Cesare, cioè di riconoscere ad Andrea Annunziata tutti i suoi grandi meriti. E Annunziata non si è lasciato sfuggire l’occasione per evidenziare tutte le problematiche portuali (gli spazi per le merci e quelli per una giusta e corretta accoglienza dei crocieristi, la retroportualità, i collegamenti con l’aeroporto e le grandi vie di comunicazione, i cantieri in corso, i fondi che non si sbloccano, i vincoli burocratici che impediscono rapide decisioni, l’invasività della stessa burocrazia, ecc.) che denotano la crisi globale ma lasciano anche molti spazi di interventi migliorativi e forse risolutivi per riguadagnare tempi e spazi perduti in un mercato che corre alla velocità della luce e che decide tutto in tempi rapidissimi e certi. Lo ha seguito con molta attenzione Maria Margherita Migliaccio (direttore generale per lo sviluppo del territorio, la programmazione e i progetti internazionali del ministero delle infrastrutture e dei trasporti), il soggetto istituzionale più titolato a relazionare in sede governativa, e dalla sue espressioni somatiche c’è da credere che lo farà sicuramente. Hanno preso parte all’incontro con interventi contenuti e molto qualificati anche Guido Arzano (presidente della CCIAA), Luca Cascone (assessore trasporti comune di Salerno), Nicola Coccia (consigliere Cofitarma), Vincenzo Galdi (delegato del rettore) e Marcello Donnarumma (direzione commerciale Grimaldi). Ritorniamo, però, all’essenza dell’incontro di Salerno che, a mio modo di vedere, ha registrato l’incoronazione di Andrea Annunziata almeno per la presidenza dell’Autorità Portuale Napoli-Salerno, per la quale sembra che tutto sia sospeso almeno fino a dicembre quando dovrebbe sciogliersi il nodo “Riccardo Villari” dopo l’abbattimento mediatico di Francesco Karrer. Bisogna, però, tener presente che in corsa per la presidenza napoletana fin d’ora ci sono quattro candidati: Annunziata, Maddaloni, Scalella e Picone; anche se le batterie più cariche le possiede tutte Andrea Annunziata, soprattutto dopo quello che sembra essere stata la sua incoronazione proveniente un po’ da tutte le parti, finanche dall’Università che ha riconosciuto i suoi grandi meriti nel capire, promuovere e sostenere la stessa Università attraverso l’incentivazione della ricerca su modelli organizzativi e di sviluppo della attività portuali. Insomma in questo momento Andrea Annunziata sembra essere l’unico personaggio in grado di accontentare le esigenze di tutti, da Caldoro a Lupi, da Renzi a Berlusconi, e dal centro sinistra al centro destra. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini