Ebbene sì al padre di Elena, Pacifico, non piacciono i cani, o meglio detesta i proprietari stupidi dei cani. Molti di questi si comportano come se tutto il mondo fosse in obbligo con loro solo perché hanno un cane, si fanno chiamare “PADRONI” impongono sempre ed ovunque la bestialità dell’animale a tutti ed ovunque e se solo provi a dimostrarti contrariato, ti additano come un malato che odia gli animali. Partono, se tutto va bene, inizialmente con i giudizi ed i vari perché della loro
zoolatria che pare se la raccontino da soli, se invece provi ad obiettare su questo
antropomorfismo e questa autoritaria imposizione, magari chiamando le forze
dell’ordine per la violazione di eventuali divieti, incominciano gli insulti e non
disdegnano le percosse ed aggressioni in presenza di bambini.
Pacifico, il peggio lo ha vissuto, purtroppo in compagnia della sua bimba allora di
soli due anni, con minacce, pugni addirittura trovandosi molossi puntare sia lui che la
bambina, per ordine dei proprietari stessi che con il loro oggetto divino, di fatto
posseggono ogni diritto su tutti e tutto.
Pacifico, non sopporta quando queste bestie cagano ed urinano rigorosamente sui
marciapiedi e la maggior parte dei loro stupidi ma onnipotenti proprietari, non
raccolgono gli escrementi e ti guardano e trattano male se glielo fai notare.
Avere un cane non è un dovere sociale. Molto spesso è solo un capriccio inconscio,
instillato dai media, per “uniformare” il modello sociale più consono e docile al
comando mediatico subliminale del compra compra, trasmesso attraverso scritte,
suoni e immagini onnipresenti, che pare trattino i più svariati argomenti, ma che
nascondono al loro interno – come in un codice cifrato – frasi ed immagini avulse di
cani, che rimangono nella memoria degli ignari spettatori.
Il padre di Elena, ha notato come i manifesti delle varie leghe mostrino sempre
languidi cuccioli con occhi imploranti. La tv propaga immagini di cani umanizzati
che dormono con gli uomini, che ubbidiscono al primo cenno del “padrone”, che
giocano con i bambini e con gli anziani … una sorta di Mulino Bianco e di Lilli e il
vagabondo allargato e rivisto: tutti felici e contenti dentro la favoletta del nuovo The
Truman Show dei loppidi.
Intendiamoci, Pacifico non va in giro a dar fuoco ai cani o a farli sbranare dalla tigre,
è però davvero stanco di convivere con la maleducata ignoranza del surrogato
d’uomo, ipnotizzato e succube di ogni dettame politico deviato che dilaga in questa
epidemica diffusione del cancro, per la distratta ed assente deambulazione di massa
voluta e diffusa da Mangiafuoco.
I cinofili o animalisti, secondo il padre di Elena, sono solo degli “ignari degenerati”
che sfogano il loro istinto vitale (ipnotizzato), esibendo cani mastodontici ed
aggressivi, nei quali spesso l’aggressività è installata a suon di maltrattamenti.
Anche Celentano, il molleggiato donatosi al Rock, nella sua lettera a Livia Turco,
scrisse, a seguito della inenarrabile scomparsa di Alessia di soli nove mesi per
l’aggressione di due molossi di proprietà degli stessi familiari, evidenziando in modo
semplice e chiaro le colpe di un paese incontrollato e comandato, “che non ha
superato gli esami dell’educazione, del rispetto delle regole, dell’altruismo non solo
per le bestie ma anche verso i propri simili”…
Di chi sono le colpe? Dei degenerati di cui sopra certo, ma anche e soprattutto delle
industrie di mangimi e di gadgets che fanno miliardi con le loro scatolette di
schifezze … nel frattempo lo Stato coi suoi picciotti, batte cassa.
L’unico che esce vincente da questa deprimente commedia della nuova depressione,
o nuova normalità, come l’elite finanziaria definisce tecnicamente l’attuale momento
storico instillandoci il verbo, che a tratti prende il corpo di un film horror e della più
macabra cronaca nera..… è il cane. E meno male che i cani hanno qualcuno che li
difende dalle critiche degli altri, qualcuno che difende il loro “clan”. Almeno loro.
Perché noi miseri umani, in questo senso, non abbiamo proprio nessuno che ci faccia
da paladino.
I cani sono i cani e noi esseri umani non siamo degni di loro.
Beati i cani, c’è proprio da dirlo!
Vi consiglio di cominciare ad abbaiare, cagare ed urinare in giro ovunque e leccare
chiunque…(qualche morsetto è pure concesso) chissà che qualcuno prenda le vostre
difese, un giorno!
Quando l’estate si avvicina e il pericolo “abbandono cane” si fa più incombente…fate
una cosa: questa estate, al posto del cane, abbandonate un vecchietto in tangenziale.
I cinofili ve ne saranno senz’altro grati, perché il cane è meglio dell’uomo!
La nuova soglia della degenerazione umana: portare un potenziale partner a casa e
sceglierlo in base al fatto che il loppide gli/le ringhi contro o meno, perché se gli/le
ringhia contro vuol dire che ti farà soffrire, perché il loppide non sbaglia MAI.
Sì, perché nel mondo c’è anche questo.
Con l’arrivo della primavera si alzano le temperature e gli escrementi dei loppidi
comincia a flautulare i nostri nasi, direttamente dalla madre.
“Asfalto”…”PADRONI”,…munitevi di paletta, sacchetto e bottiglia per la parte
liquida perché il mondo non è il gabinetto delle bestie, tantomeno delle vostre! Nel
mondo i bambini DEVONO poter giocare con gli alberi, con la terra, con l’erba, è un
dovere nei loro confronti concedergli l’esperienza del mondo, un mondo PULITO!
Pacifico, pensa tutto questo dal letto di un ospedale, dove si trova per essere stato
sbranato da tre cani dei vicini.
I cani lo hanno ridotto letteralmente a brandelli. I tre cani avevano puntato Elena e
lui si è messo fra lei e le tre bestie per proteggerla. Anche Elena è stata azzannata,
ma le è andata “ meglio”, se l’è cavata con un morso grazie all’intervento del padre.
“ Solo” un paio di giorni in ospedale e tanta, tantissima paura … ma suo padre lo
hanno azzannato alle gambe, alle braccia, alla testa, strappandogli lembi di carne
divenuto preda di tre belve sataniche.
I chirurghi dell’ospedale, lo hanno dovuto operare d’urgenza per poterlo salvare ed
evitare che perdesse gli arti scempiati. L’intervento è durato tutta notte, dalle undici
di sera di lunedì fino all’alba della mattina seguente. La prognosi per lui è rimasta
per tanto tempo estremamente riservata. E’ entrato in coma, in un letto della
rianimazione. Dalle lenzuola spunta solo il viso addormentato, segnato anch’esso dai
morsi e graffi delle bestie inferocite.
La madre di Elena quando ha visto marito e figlia in pericolo ha scavalcato il
cancello e vedendo i suoi cari in preda ai tre cani è svenuta per lo spavento.
I padroni dei cani “rischiano” forse, una denuncia per omessa custodia di animali, o
forse di più, perché quei cani dal giardino della villa non sarebbero mai dovuti
uscire.
Il padre di Elena si salverà ma QUANTO DOLORE e DEGRADO. Intanto la
bambina e la madre sono seguite da una psicologa.
Elena ora sa che umanizzare gli animali non è una bella cosa. A volte trattare gli
animali con estremo affetto può essere dannoso, soprattutto per la salute degli animali
stessi che vengono sottratti alla loro natura. Una tendenza purtroppo piuttosto
radicata di cui però non sempre ci si rende conto, soprattutto dopo quest’ultima vasta
propaganda del loppide sempre ed ovunque che genera amore (???).
La psicologa le ha raccontato la storia di Ugo. Un cane che è fuggito da casa dove si
sentiva soffocare, dove non viveva la sua vita.
Viveva in una bella villa, circondato da tanto affetto, forse troppo o meglio un
“amore” sbagliato.
Probabilmente si sente ridicolo, sicuramente infastidito. Quando fa freddo, piove o
nevica i suoi proprietari gli fanno indossare una mantellina, il cappottino, il
maglioncino di lana. Lui non ha mai fatto troppe storie, perché “costretto”. Quando
aprono il suo armadio e vede tutta la sua roba la sua coda non scodinzola più e non
salta più per la felicità. Si sdraia sul divano e si accuccia con una grande tristezza
negli occhi.
La proprietaria di Ugo che racconta ad una sua amica:” Sapessi quante storie ha
fatto il mio vicino perché il mio Ugo ha dato un morsetto alla sua piccoletta … si
vede che se l’è meritato. Gli avrà dato certamente noia quella mocciosetta viziata. Io
ho educato bene il mio Ugo e ci tengo a trattarlo come tratto me stessa. Vestire il mio
Ugo non vuol dire ridicolizzarlo, ma amarlo ancora di più”.
Il padre è rimasto menomato da questo “incontro” con i teneri cucciolotti e ha sporto
denuncia, non ha avuto risposta, ne ha sporta un’altra e un’altra ancora … si è rivolto
al tribunale dei diritti dell’UOMO… niente … l’Uomo rispetto al cane NON HA
NESSUN DIRITTO! Neppure sulla ricevibilità della denuncia, forse proprio in
quanto umano.
IL padre di Elena per fortuna si è risvegliato ed è stato dimesso dall’ospedale,
finalmente è tornato a casa. Ancora non ha ripreso tutte le sue funzioni, ma è vivo ..
La famiglia ora si trova davanti al televisore di casa, è seduta sul divano stanno dando
un documentario che li blocca davanti alla tv: parla di cani.
Sono indecisi se guardarlo e cambiare canale, poi la curiosità è prevale …
Viene inquadrata una sala del British Museum di Londra dove sono esposti dei
bellissimi bassorilievi raffiguranti delle scene di caccia al leone e dove i cacciatori
sono immancabilmente armati di grossi cani, molossi per la precisione, figure databili
intorno al 645-635 a.C, che decoravano all’epoca le sale del palazzo assiro di
Nineveh.
Gli Assiri sono oggi noti soprattutto per la loro terribile ferocia nei confronti
delle popolazioni vinte, che venivano trucidate e deportate senza pietà. Tra i loro
interessi, appunto, figurava anche l’allevamento di cani dall’aspetto poderoso e
pesante…
Il Molosso ha da sempre rispettato la potenza che riesce ad incarnare, con le sue
spalle possenti e il pelo ispido.
Quando Marco Polo ne vide uno per la prima volta, in visita dal Gran Can , raccontò
che i Molossi d’Oriente erano così forti e potenti che ogni uomo che doveva partire
per un viaggio ne portava due con sé.
Questo avveniva perché gli uomini incontravano i leoni lungo il loro cammino e due
Molossi erano perfettamente in grado di attaccarne uno e anche se il leone si
rivoltava contro di loro non poteva far altro che soccombere.
In Gran Bretagna , visto il numero molto elevato di cani da caccia, il Molosso venne
impiegato principalmente per il combattimento contro i tori. In realtà uno dei
principali usi che è sempre stato fatto di questo cane è quello di fedele compagno da
guerra, un vero e proprio soldato, conosciuto in tutto il mondo proprio per la sua
funzione di accompagnamento e attacco tra le truppe e tra i conquistatori.
Altre storie riguardano anche la caccia ai cinghiali, infatti i Molossi riuscivano a
tenere a bada questi animali selvatici, che tutti sappiamo essere molto violenti e
capaci di fare davvero male. I Molossi riuscivano ad azzannarli e bloccarli.
I cani da guerra divennero poi cani mascotte, per le truppe italiane, tedesche,
inglesi e per molti altri paesi. Ricevevano inumazioni ufficiali e acquisivano un certo
rango all’interno degli eserciti. Ci sono molte storie che riguardano i cani in guerra.
Ancora nella religione egizia, Anubi era la divinità che proteggeva le necropoli ed il
mondo dei morti, per cui veniva anche chiamato “Il Signore degli Occidentali”.
Molti demonologi assimilano la sua figura al demone gotico Ipos. In demonologia è
un conte ed un potente principe dell’inferno.
Nel primitivo culto zooiatrico, Anubi era raffigurato come un cane dal pelo rossiccio,
con grandi orecchie e lunga coda, ma a partire dal Nuovo Regno veniva rappresentato
con il corpo di uomo e testa di cane, chiamata poi genericamente testa di sciacallo,
per identificare così l’animale che si nutre di carogne e quindi strettamente connesso
alla morte. La forma mista di corpo umano e testa di canide non deve far credere che
gli Egizi immaginassero e adorassero un Dio semi-umano ma significa che essi
vedevano nel cane randagio, della Valle del Nilo, la possibile forma, detta ipostasi.
Quindi la comune immagine di questo Dio, altro non era che un geroglifico indicante
la “natura e le caratteristiche” della divinità e non certo il nome. La raffigurazione
della morte dell’uomo in quanto tale, come del resto avviene al giorno d’oggi, seppur
inconsciamente, alla maggior parte dei cultori dell’”amore“ per i cani, che pongono
l’animale al di sopra di ogni diritto e rispetto umano, fino ad uccidere per tale
NECROSI.
Il documentario è terminato e non induce affatto il pensiero al sentimento dell’amore,
bensì alla guerra, al demone capace di annientare l’anima di chi lo possiede (per
necrosi) a guardia del suo corpo senza vita!
La famiglia si scambia la buona notte prima di andare a dormire, Elena è piuttosto
agitata ma mamma e papa cercano di rasserenarla, con la parvenza di riuscirci.
Il padre di Elena come si sente?
Ecco le sue parole, il suo pensiero rivolto al futuro della sua bambina:” Chi siamo
noi, cittadini? O è forse meglio dire COSA siamo?
Il nulla del nulla e figuriamoci se questo sistema di interessi corrotti ci lascia anche
un solo diritto … delusione, rabbia, senso di totale impotenza e nullità. Sfruttati per
alimentare voluttuari consumi che distruggono sempre più un pianeta ormai stremato,
per arricchire pochi burattinai senza scrupoli che tessono le fila del più grande
disastro globale che l’Uomo abbia mai provato, è sufficiente alzare gli occhi al cielo
per rendersi conto dei filamenti vaporosi che tessono sopra le nostre teste. Poi
governanti, complici falsari che intingono di sangue ogni briciolo di speranza e di
gioia di vivere rimasta, sacrificando l’ultimo superstite all’altare del sacrificio del
consumo e della giustizia deviata, il surrogato del sociale umano, gestito come
oggetto completamente controllato ed al comando di esseri ignobili che di fatto tirano
e soprattutto tessono i fili di ignari burattini … e sui quali nulla è consentito fare,
assolutamente nulla.. o mi sbaglio?
Mi piacerebbe tanto raccogliere alcune vostre testimonianze unirci in un coro …
almeno questo, secondo voi lo potremo fare? Attendo vostre testimonianze …”
ben detto! finalmente qualcuno che alza la testa! il culto del loppide si sta diffondendo a macchia d’olio, dobbiamo far qualcosa per fermarlo o avremo una società tremenda, dove regneranno le bestie puzzolenti e i loro padroni nazisti.
il problema è che anche la politica fa le leggi a favore di questi bifolchi, oggi come oggi chi non ha il loppide è un reietto, nei supermercati, nei negozi di abiti, dovunque ci impongono la presenza del loppide, basta, non se ne può più, fra l’altro io sono pure allergica, uniamoci, facciamo qualcosa. ciao