Filippo Ispirato
Dopo l’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, anche per il Fondo Monetario Internazionale taglia le aspettative di crescita a livello mondiale.
La ripresa globale, secondo il rapporto stilato alcuni giorni fa, continua si a crescere, ma a livelli meno sostenuti rispetto a quanto previsto ad inizio anno. La crescita media si attesterà al 3,3% nel corso del 2014 e al 3,8% nel 2015, valori all’apparenza elevati, se si considerano i tassi di crescita delle economie mature, ma di scarsa entità se si considerano le economie dei paesi emergenti.
A frenare la crescita sono state soprattutto, nella prima metà del 2014, le economie degli Stati Uniti, che ha subito una battuta d’arresto ad inizio anno e quelle dell’area euro, che stentano a crescere e ad attuare delle serie politiche per favorire la crescita e consentire di abbattere il loro debito pubblico. Nel secondo semestre colpisce in particolare l’arretramento della Germania che, dopo un prolungato periodo di crescita, fa registrare un calo della produzione industriale mostrando i primi segnali di debolezza.
Sempre nella sua relazione, il Fondo Monetario Internazionale evidenzia un aumento dei rischi per la ripresa economia: incombono attualmente delle tensioni geopolitiche che coinvolgono aree importanti, quali il confine Russia – Ucraina e l’area mediorientale tra Turchia, Iraq e Siria.
Ad indebolire, inoltre, la crescita a livello macro viene segnalata, in particolare, la forte stagnazione e lo spettro della deflazione per le economie avanzate, sopratutto quelle europee e del Giappone, che fa registrare anche per il 2014 una crescita modesta, contrariamente a quanto ipotizzato a fine 2013, mentre i paesi emergenti e quelli in via di sviluppo avanzano meno di quanto prospettato, in quanto i loro mercati non sono ancora maturi e la gran parte del loro Prodotto Interno Lordo è ancora legato alle esportazioni dei mercati europei ed americano.
Secondo il Fondo Monetario Internazionale al momento gli Stati Uniti sembrano il paese che abbia imboccato al meglio la via della ripresa, forti di una crescita nel secondo semestre al tasso del 2,2%, mentre forti dubbi sono legati all’area Euro e, tra gli emergenti, al Brasile che, sebbene stia beneficiando di eventi mondiali, sembra sia diventato il grande malato a livello globale. |