NEW YORK: grande mela e grande discriminazione !!

Aldo Bianchini

NEW YORK – Il cuore della city, cioè Manhattan, affascina sempre e comunque. Qualsiasi visitatore tendenzialmente alza lo sguardo verso le punte dei grattacieli che, se proprio non grattano il cielo, forano facilmente le nuvole. Venerdì 13 giugno le punte estreme dell’ Empire State Building e della Freedom Tower, difatti, non erano visibili a causa della leggera foschia e delle nuvole cariche di pioggia che verso le ore 18.00 ha letteralmente mandato in barca la megalopoli statunitense. Mentre anche io, comodamente seduto in macchina, puntavo il mio sguardo verso le guglie dei numerosissimi grattacieli sono stato colpito da una scena molto significativa che spiega le grandi contraddizioni di una delle più grandi città del mondo. La foto, scattata direttamente da me, ritrae il volto di un anziano malandato quasi a livello di barbone, se non oltre quella soglia già di per se spaventosa. Ebbene questo “signore” da qualche secondo aveva raccolto una cicca di sigaretta dal marciapiede e se l’era infilata in bocca ancora accesa, così come era stata lanciata da un altro signore in giacca e cravatta, e mancavano  pochi secondi prima che si piegasse di nuovo per raccogliere un’altra cicca accesa di sigaretta. Dopo la foto, l’ho visto allontanarsi particolarmente felice per aver realizzato, forse, il suo momento di gloria con ben due mozziconi da fumare alternandoli nello stesso momento. Mi sono fermato a lungo ad osservarlo mentre imboccava una via laterale alla “Madison Avenue” (una delle strade più centrali di Manhattan) ed ho pensato subito alle grandi contraddizioni insite nella “Grande mela” o nella “metropoli che non dorme mai” (queste le definizioni più note che accompagnano New York da oltre un secolo). E pensare che proprio nella stessa Madison Avenue un paio di ore prima che scattassi questa fotografia l’amico che mi accompagnava si era recato nell’ufficio di un broker per prendere in fitto un locale a piano terra per un suo nuovo insediamento commerciale. Roba da poco, parliamo di pochi spiccioli, quel broker aveva chiesto per il fitto di un locale, piano-terra, la modica cifra di ben 2milioni e mezzo di dollari all’anno, come se fossero stati bruscolini. Un po’ come se avesse chiesto la cifra di circa 350mila dollari al mese per il fitto di un locale commerciale non dico a Via Veneto a Roma ma in una qualsiasi altra località dl mondo. Insomma, come dire, che a New York sullo stesso marciapiede puoi incontrare un signore che fuma cicche di sigarette raccolte per terra mentre a poche decine di metri di distanza puoi avere a che fare con un altro signore che si  arricchisce sempre di più anche senza muovere un dito. Certo che passare dalle cicche di sigarette raccolte per terra ad oltre due milioni di dollari la differenza è platealmente stridente; contraddizioni che probabilmente noi, nel nostro piccolo, non conosceremo mai. Fortunatamente la pioggia battente, fresca, purificatrice e rigeneratrice mi ha prontamente distolto dall’argomento per farmi rituffare nel gorgo dell’imponente traffico di New York, meglio nota come The Big Apple. Ma un’altra immagine, sempre nello stesso pomeriggio, mi ha molto colpito, riguarda Ellis Island; ma di questo ne parlerò semmai in un prossimo articolo.

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