Antonio Citera
SALA C. – Sembra proprio che ciò che non doveva verificarsi, per ironia della sorte sia diventato certezza. Il primo gennaio 2015 gli ordini forensi dei tribunali soppressi dalla spending review ( tra cui Sala Consilina ) cesseranno di esistere. Con il Tribunale dunque sparisce anche l’Ordine degli avvocati. Ad annunciarlo, una circolare del ministero nella quale si spiega che la soppressione del circondario di un tribunale comporta per legge anche la soppressione del relativo ordine forense, decorrenza primo gennaio 2015. Niente rinnovo degli organi consiliari quindi e, automaticamente, con il nuovo anno gli iscritti di Sala Consilina probabilmente transiteranno nell’albo di Lagonegro. La decisione, nell’aria da qualche tempo, dà il colpo di grazia al palazzo di Giustizia cittadino e all’intero comprensorio. Era l’ultimo passetto della riforma del “mutamento della geografia giudiziaria”. O, se lo vogliamo vedere dal punto di vista di chi lo subisce, l’ultimo baluardo di resistenza del Tribunale che non c’è più: l’Ordine degli avvocati, che ancora andava sotto il nome di Sala Consilina , cesserà di esistere con la fine dell’anno. E tutti gli avvocati finiranno sotto l’Ordine Lucano. La circolare diramata dal Ministero della Giustizia nei giorni scorsi (in cui si parla anche dell’elezione del Consiglio nazionale degli avvocati) spiega, forse per la prima volta in modo chiaro, che cosa succederà agli avvocati “orfani” del proprio Albo locale: «I professionisti devono ritenersi iscritti agli Ordini istituiti presso i Tribunali nel cui circondario è ricompreso il domicilio professionale degli stessi». Quindi, sì: finiranno tutti sotto Lagonegro, diciamo, “automaticamente”. O quasi: perché ora la palla passa alla burocrazia, che dovrà materialmente traslare i nomi dagli Albi cancellati in quelli nuovi, sperando di non dimenticare nessuno. Chiudono i battenti dunque tutti gli ordini forensi costituiti presso le sedi dei Tribunali che sono stati soppressi con la nuova geografia giudiziaria. Un effetto domino dunque annunciato già da tempo dal Ministero della Giustizia che nella relazione illustrativa del decreto lasciava intendere che i consigli che fanno riferimento ai tribunali rottamati, non avrebbero più motivo di esistere nel momento in cui gli avvocati iscritti vengono trasferiti all’albo del circondario di tribunale ancora attivo più vicino. D’altra parte, la relazione al dlgs n. 155/2010 non lasciava spazio a dubbi: “a seguito della definizione della nuova geografia giudiziaria”, era scritto, “non occorre alcun intervento normativo volto a disporre espressamente la soppressione degli Albi e dei Consigli dell’ordine degli avvocati costituiti presso i tribunali soppressi, atteso che tale effetto si produce, ex legge, in forza delle disposizioni contenute negli articoli 16 del rdl 27 novembre 1933, n. 1578, e 19 del dlgs lgt. 23 novembre 1944, n. 382, che prevedono, rispettivamente, la costituzione di un Albo di avvocati e di un Consiglio dell’ordine degli avvocati per ogni circondario di tribunale”.