di Donato Salzano
Illustrissima Eccellenza Moretti.
Mi è capitato durante la mia usuale visita in Cattedrale per pregare sulla tomba del Santo Evangelista, d’incontrare nell’immediata vigilia della festa un gruppo di studenti tedeschi, intenti amorevolmente a disegnare il motivo Romanico degli archi a tutto sesto, i rosoni e il campanile che si affacciano sul quatriportico del “Paradiso”, che gli Arcivescovi Alfano e Guglielmo insieme al Duca Roberto e al Papa Gregorio vollero elevare all’immensa spiritualità del Vangelo di Matteo.
Il loro raccoglimento, la riflessione, il religioso silenzio quasi una preghiera mirabile, con cui imprimevano con i loro carboncini le linee del Tempio, mi sono sembrati senza esagerare come le bocche degli “Osanna dei Fanciulli al figlio di Davide”, mentre proprio lì a poche ore nello stesso atrio del Duomo, avrebbero appunto lasciato il campo alla violenza dei tanti mercanti, e allo sdegno di tanti tra scribi e sommi sacerdoti.
Volevo consegnare a Ella che è Pastore della Chiesa le umili riflessioni di un credente. Una Chiesa salernitana in quanto comunità di credenti, sempre più bisognosa dell’esempio del Suo Pastore e di un reale vissuto evangelico che la porti letteralmente ad essere povera per i poveri, di spogliarsi di ogni suo avere mondano per loro, come sa dire e fare quel Gesuita venuto dalla fine del mondo, senza ne ori, argenti o pietre preziose, che ha voluto farsi chiamare Francesco.
Veda Eccellenza la nostra lotta nonviolenta e gandhiana per al Giustizia e lo Stato di Diritto, il “Fermare il massacro nelle carceri”a favore degli ultimi tra gli ultimi, il dare corpo con lo sciopero della fame al Satyagraha, nella lingua di Gandhi letteralmentediamore e forza per la verità, per il quale il nostro Don Andrea Gallo usava e spendeva sempre stupende parole d’amore: “Il digiuno è un precetto cristiano ed è la più alta forma di preghiera”.
Certo, proprio così il Vangelo di Matteo del: “quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.” – ma anche e soprattutto – “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Certo, bisogna fare di più per salvaguardare i Diritti Umani, ognuno per la propria parte, ma non si può essere impassibili davanti alle stragi di Diritto. Spesso Marco Pannella sostiene nei suoi Satyagraha,che le stragi di Diritto sono propedeutiche e foriere di stragi di Popoli.
Questa tortura che è peccato mortale e non è punita dal codice penale, per cui la Repubblica italiana è condannata definitivamente da oltre trent’anni dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Mobilitiamoci fermiamola, facciamo presto fermiamo insieme il massacro nelle carceri. Questo Papa, Francesco ci esorta al coraggio e ci invita a svegliarci, entriamo digiunando insieme nelle celle, come seppero fare prima di noi Papa Giovanni e Papa Giovanni Paolo II. Chiediamo e marciamo insieme per l’Amnistia e l’Indulto come prima di noi i due Papi Santi. Sicuro che si appresti anche lui a dire e fare, proprio chi li ha elevati agli onori degli altari, Francesco.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. (Matteo5,3-12)