SAN MATTEO: “mi adeguo”, ecco il nuovo verbo di De Luca e … l’altra faccia del Santo

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Si sarà forse ricreduto sulla storica “Via di Damasco”, si sarà forse convertito alla fede cristiana praticata, si sarà forse reso conto di essere ormai nel guado, si sarà stancato delle centinaia e centinaia di “opere” che ha letteralmente inventato per il Santo Patrono in questi ultimi anni, fatto sta che da qualche settimana a questa parte il nuovo verbo pubblico del sindaco Vincenzo De Luca sembra proprio essere il fatidico “mi adeguo”. Badate bene non il garibaldino “obbedisco” ma il più semplice e non compromettente “mi adeguo”. Anche se non ha mai ben spiegato a che cosa si adegua ed a chi, forse si adegua a se stesso !! (mi ha suggerito un amico che lo conosce molto bene), ha comunque cercato di sorpassare, con un profondo scatto di reni, anche lo stesso Arcivescovo che con fare un po’ timoroso aveva comunque annunciato che la statua del Santo questa volta non sarebbe entrata nell’androne del palazzo di Città per essere ricevuta dal sindaco e per inchinarsi dinanzi allo stesso. Cose pagane e non religiose !! finalmente la Curia ci è arrivata da sola dopo anni e anni di incertezze palesi e di decisioni poco condivisibili. Ne fa ovviamente le spese l’incolpevole Guardia di Finanza che solertemente dovrà superare quelle poche decine di metri da Via Mercanti per salutare il Santo in processione, almeno così sembra debba accadere.  Ne fa ovviamente le spese anche una delle tradizioni più antiche della festa di San Matteo e cioè i fuochi artificiali a mare, uno spettacolo nello spettacolo per il quale migliaia e migliaia di salernitani e non solo affollavano tutto il lungomare, dal Jolly a Mercatello, per seguire i giochi e le sfide pirotecniche. Su tutto e su tutti campeggia, però, la grandissima novità di quest’anno costituita dal “mi adeguo” del sindaco con la speranza che duri anche nei prossimi mesi e, soprattutto, per altre decisioni ben più importanti. La giornata di oggi probabilmente passerà alla storia di questa Città come momento di deliberata concertazione da parte del sindaco nei confronti di un’altra autorità cittadina, che sia essa ecclesiastica o meno. Ma credo che, in buona sostanza, passerà alla storia anche l’azione severa, moralizzatrice e serena dell’arcivescovo mons. Luigi Moretti che silenziosamente e in pochi anni è riuscito a ribaltare un concetto, assolutamente lontano dalla spiritualità professata oggi dal sindaco, che vedeva al centro della festa del Santo Patrono non “San Matteo” ma quelli che tutti in questa giornata acclamavano come “San Vincenzo” da Ruvo del Monte, con chiara allusione al sindaco protagonista assoluto della sfilata dietro il Santo e in grado di oscurare non solo la figura del presule ma addirittura i tanti riti religiosi che erano passati in secondo piano. Un sospiro di sollievo, non dico un brindisi, dovranno tirarlo anche tutte le altre autorità politiche ed  istituzionali che per decenni sono state costrette ad un ruolo subalterno ed emarginate nelle retrovie, ben distanti dall’unico sole che doveva occupare tutto il proscenio. Sembra che tutto questo sia finito, solo così potremo valutare quante autorità e quanti personaggi riterranno di dover ancora sfilare per i vicoli e le vie della città al seguito della statua più cara ai salernitani; quelli che ci saranno (credo pochi !!) non dovranno più sgomitare per accaparrarsi la più stretta vicinanza al “divo Vincenzo” ma potranno tranquillamente mischiarsi tra la folla di fedeli e godersi la processione, tanto nessuno li riconoscerà. E il sindaco Vincenzo De Luca, dopo lo storico “mi adeguo” cosa farà ? Si adeguerà davvero e seguirà anonimamente il lungo corteo o delegherà la sempre onnipresente Eva Avossa ? Facesse quello che crede; queste sono solo bassezze terrene di fronte all’essenza religiosa e culturale dell’evento festoso. Per la prima volta la cosiddetta “città del silenzio” potrà seguire davvero in silenzio la processione opportunamente corretta dal presule.

2 thoughts on “SAN MATTEO: “mi adeguo”, ecco il nuovo verbo di De Luca e … l’altra faccia del Santo

  1. Come sempre analisi perfetta carissimo Direttore. Il problema vero è che – da decenni – non vi è stata una Chiesa capace di integrarsi con la città, di essere partecipe dei suoi bisogni, delle sue sofferenze, delle sue speranze. Il recupero del rapporto coi cittadini salernitani non puo’ avvenire – soltanto – facendo appello alla sobrietà, al richiamo alla spiritualità, occorre ben altro!!!! Le “stranezze”, le storture si sono create proprio per questo, per l’assenza, l’unica voce (nel bene e nel male) in questa città sonnolenta e apatica, è stata ed è quella del “principe”. Qui problemi non esistono, non ci sono, l’unico è: Crescent si – Crescent no.

  2. Caro Direttore, tutto smentito dai fatti! L’ho notata tra i cronisti davanti all’ingresso di Palazzo di Città: immagino che fra poco leggeremo le Sue riflessioni. Io penso che quello che è successo rappresenti un momento veramente brutto per la comunità salernitana, ormai priva di qualsiasi vincolo di coesione, sociale e morale. Dopo venti anni, oggettivamente, il merito (sic!9 di tutto questo non può che essere attribuito a chi – a Suo stesso dire – è l’artecife maximo del tutto.

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