SALERNO – C’è un piccolo giallo nella vicenda del Crescent che vede, al momento, due procedimenti in atto: il primo di natura giudiziaria e il secondo di natura squisitamente amministrativo/ambientale. In pratica sul Crescent grava una richiesta di rinvio a giudizio per molti personaggi della Salerno che conta, richiesta che dovrà essere discussa dinanzi al GUP (giudice per le indagini preliminari). E poi, sempre sul Crescent, incombe la mannaia della Soprintendenza che è chiamata a rilasciare o a negare quella benedetta <<autorizzazione paesaggistica>> per la cui concessione il Soprintendente ha già notificato preavviso di diniego che ha prodotto tutta una fase burocratico/amministrativa tra la stessa Soprintendenza, il Comune e Italia Nostra, fase che si è conclusa l’11 settembre scorso. Stando così le cose il Comune e Italia Nostra attendono con trepidazione, ed ognuno dal proprio punto di vista, i suddetti due momenti importanti per capire se il Crescent deve andare giù o potrà essere ultimato (sempre che si trovino i soldi per farlo !!). Ma quale dei due momenti arriverà per primo ? Questa la domanda che in tanti si pongono a Salerno, a cominciare forse dal sindaco Vincenzo De Luca. Dunque andiamo con ordine. Tecnicamente il Soprintendente avrebbe ben 45 giorni per pubblicare il suo provvedimento e quindi potrebbe farlo entro il 25 ottobre 2014. Invece l’udienza davanti al GUP sarebbe prevista per il 10 di ottobre (sempre che non ci sia qualche slittamento !!); udienza che comunque sarà preceduta da un processo dinanzi al giudice monocratico per il crollo di alcune fondazioni del Crescent che è previsto per il 25 settembre prossimo. Se dovessimo seguire l’iter delle date ci troveremmo, dopo il 10 ottobre, nella situazione in cui la giustizia penale ha già deciso e conseguentemente il compito del Soprintendente diventerebbe molto più agevole e potrebbe tranquillamente adeguarsi all’ordinanza del Gup. Ma il problema, se non proprio il giallo, nasce dal fatto che alcune indiscrezioni (tutte da verificare nella loro fondatezza !!) parlano di un quasi certo rinvio dell’udienza preliminare penale per via del fatto che gli imputati sono moltissimi e che non mancheranno le eventuali ed opportune eccezioni procedurali al fine di mettere nelle condizioni sia i difensori che il magistrato di decidere ancora meglio sulla scorta anche del parere del Soprintendente che a quel punto si troverebbe in un diabolico casino. In pratica il bravo ing. Gennaro Miccio sarebbe costretto a dire si o no alla continuazione della faraonica opera che, è bene ricordare, potè partire soltanto grazie al silenzio assenso del Soprintendente dell’epoca (eravamo nel 2008), decisione che praticamente è stata contestata in più sedi fino al punto di aver determinato in buona parte la richiesta di rinvio a giudizio di cui innanzi. E’ bene anche chiarire un altro aspetto della vicenda e cioè che l’azione penale del giudice è assolutamente indipendente da quella amministrativa del Soprintendente. Se il Gup decide prima di Miccio può rinviare a giudizio, rimettere gli atti nuovamente alla procura o archiviare e, comunque, la sua decisione potrebbe condizionare il successivo pronunciamento del Soprintendente. Se il Gup decide dopo di Miccio potrebbe non tenere in alcun conto la determinazione del Soprintendente e procedere ad una delle decisioni di cui innanzi. E pensate soltanto un momento alla sfiga del povero Miccio qualora fosse costretto a decidere prima e arrivasse a concedere l’autorizzazione paesaggistica e subito dopo il Gup decidesse per il rinvio a giudizio degli indagati; succederebbe il patatrac e, credo, che un avviso di garanzia a quel punto non glielo toglierebbe nessuno al Soprintendente che avrebbe avuto l’ardire di concedere l’autorizzazione. Una bella gatta da pelare, non c’è che dire. Dalle segrete stanze della Soprintendenza non trapela alcuna notizia, l’ing. Miccio si è trincerato in un doveroso silenzio e non ne parla neppure con i suoi più stretti collaboratori; il calcolo delle probabilità sullo slittamento della data dell’udienza del Gup diventa a questo punto molto importante. Pensate, invece, all’assurdo qualora il Soprintendente dovesse decidere per la non concessione dell’autorizzazione e il Gup dovesse poi assolvere tutti gli indagati: si aprirebbe subito un’azione di risarcimento da parte del Comune, azione che è già stata ampiamente annunciata. Nonostante il massimo riserbo nelle stanze del Comune, però, si sussurra che sia in atto un’azione riservatissima per spingere il Soprintendente a decidere prima del 10 ottobre ed a decidere in maniera positiva (secondo il Comune non esisterebbero più le esigenze di un diniego !!) in modo tale da mettere il Gup nella migliore condizione di decidere. Certo che a pensarci bene ci vorrebbe davvero qualcuno che incominciasse ad elencare i guai combinati dall’ex Soprintendente ed a chiedergli conto e ragione. Ma c’è anche la relazione di Fausto Martino inviata sia al Soprintendente che alla Procura in risposta alla lettera del vice sindaco Eva Avossa, una relazione che potrebbe pesare come un macigno sulle future decisioni sia giudiziarie che tecnico/ambientali; in essa difatti sono indicati, pedissequamente, tutti i punti negativi sul modo con cui è stato fin qui edificato il Crescent. Insomma nelle prossime settimane ne vedremo davvero delle belle.