Filippo Ispirato
Nuova doccia fredda per l’economia del nostro paese. Durante il suo rapporto periodico sull’andamento dell’economia a livello globale l’Italia, secondo l’Ocse, l’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico con sede a Parigi, registrerà durante il 2014 un calo del Pil dello 0,4%, contro un + 0,5% stimato ad inizio anno.
Le previsioni per il 2015 non sono lusinghiere: ci sarà una crescita stimata del Prodotto interno lordo di appena lo 0,1%, contro il + 1,1% ipotizzato precedentemente.
Il Belpaese sarà l’unica nazione tra le più grandi economie mondiali, ovvero i paesi facenti parte del G7, a registrare una contrazione per l’anno in corso.
Per gli altri big dell’area euro, Francia e Germania, la situazione non è rosea ma , seppur di poco, migliore con una crescita prevista per l’anno in corso rispettivamente dello 0,4% e dell’1,5%, contro un + 1% e + 1,9% stimato in precedenza.
L’area euro rappresenta l’anello debole dell’economia mondiale, che cresce in maniera moderata: l’Eurozona rimane zavorrata da una situazione a macchia di leopardo al suo interno, con alcune economie periferiche la cui ripresa è incoraggiante, ed altri paesi, al contrario, ancora alle prese con sfide strutturali e di bilancio, ed un debito pubblico elevato, che spesso spegne sul nascere i timidi segnali di recupero delle loro economie. Ruolo importante nei prossimi mesi, secondo l’Osce, sarà quello della Banca Centrale Europea, che avrà il compito, attraverso opportune manovre di politica monetaria espansiva, di sostenere gli stati membri durante questo prolungato periodo di fragilità.
Migliore la situazione generale nel resto del mondo: in particolare le economie di Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna, che nel 2014 registreranno una crescita del loro Pil rispettivamente del 2,1%, del 2,3% e del 3,1% e che presenteranno valori simili anche per il 2015.
Bene anche Cina, India e Giappone, i cui dati sono in linea con le attese o di poco superiori, mentre il Brasile, con un mero + 0,3%, mostra seri segni di debolezza, tanto da essere monitorato in maniera costante.
Per l’Italia la situazione rimane critica: siamo in recessione e in deflazione, i consumi ristagnano, in particolare la domanda interna, e la disoccupazione continua a crescere. Nel rapporto si segnalano, in particolare, il peso eccessivo del debito pubblico delle sofferenze e la lenta attuazione delle riforme strutturali.
La situazione non è di sicuro delle migliori, ma chi è al Governo dovrà intraprendere, a nostro parere, delle scelte coraggiose che puntino ad una reale semplificazione dell’apparato burocratico e ad un abbassamento della imposte, che pesano in maniera eccessiva sia sui consumi interni che su chi fa impresa.
Articolo chiaro e semplice nella sua complessità.
l’economia di stampo neoliberista adottata dalla Ue è la vera causa della mancata crescita in Europa. Se ne accorto perfino Draghi che molto timidamente invita gli stati ad intervenire economicamente a sostegno rimangiandosi in un sol colpo tutte le responsabilità che i trattati hanno stabilito.purtroppo ii giornalisti dei grandi quotidiani si sono ben guardati da chiedere ulteriori informazioni sulle sue dichiarazioni.i giornalisti hanno ben capito che non devono sputare nel piatto dove mangiano e se questo significa tacere lo fanno volentieri.attacano il ciuccio dove dice il padrone dimenticandosi che il mestiere del giornalista è fare le pulci al potere.