TURISMO ECOLOGICO! L’imperativo per l’estate prossima:

 

Giovanna Naddeo

 “L’estate sta finendo e un anno se ne va…” cantavano i Righeira qualche decennio or sono. E in effetti il mese di settembre, con il ritorno al lavoro, la riapertura delle scuole e le improvvise variazioni climatiche, segna  da sempre la fine della bella stagione e l’arrivo dell’ autunno, con il suo immancabile carico di buoni propositi per il futuro.

In particolare, quest’anno un invito alle “buone intenzioni”  urge rivolgerlo alle autorità competenti per quanto riguarda la salvaguardia e la protezione delle nostre bellezze naturali, con un riferimento particolare al nostro litorale.

La stagione dei bagni sarà pure finita ma ciò a cui abbiamo assistito quest’anno è a dir poco raccapricciante: una regione come la nostra che potrebbe, anzi DOVREBBE, vivere di TURISMO appare sempre più trascurata, dimenticata dalle autorità e in balia di persone sempre più incivili.

Già in precedenza è stata segnalata da questo giornale la situazione di degrado generale del litorale di Pontecagnano, soprattutto in relazione alle  sue spiagge libere: situazione ben diversa da quanto si può osservare in altri Paesi a vocazione turistica, ad esempio la Spagna, dove anche le spiagge libere sono attrezzate con servizi igienici, docce e attrezzature sportive, tutto totalmente free.

E invece le nostre coste, tra le più belle ed incantevoli al mondo, sono abbandonate a se stesse. Come è possibile tutto ciò?

Mozziconi di sigarette, bicchieri e piatti di plastica, assorbenti, lattine di alluminio… si trova davvero di tutto! Per non parlare poi dei depuratori che inspiegabilmente funzionano a giorni alterni (impossibile stabilire un calendario preciso della loro attività visto che  cambia di settimana in settimana)!

E la situazione non migliora  poi tanto neppure scendendo vero il tanto decantato Cilento. Prendiamo, ad esempio, in analisi quanto si è potuto osservare in questa estate 2014 nella famosa Baia degli Infreschi, eletta  da Legambiente come la spiaggia più bella d’Italia.

Nel periodo di ferragosto più di cinquecento turisti in poche ore e centinaia di motoscafi ormeggiati hanno affollato la piccola e incantevole baia, capace di ospitare un massimo di 67 persone. Barconi carichi di turisti arrivavano dalle prime ore del mattino fino a riva, li scaricavano come sardine e  via per un nuovo carico (dove poi  i poverini dovessero sistemarsi restava un mistero…). Il panorama  si completava poi con yacht, gommoni e motoscafi ormeggiati a pochi metri dalla spiaggia e addirittura faceva bella mostra di sè un grosso barcone adibito a cucina, per la gioia di quanti gradissero una frittura di pesce fatta al momento. Parliamo ovviamente di attività, a detta degli interessati, regolarmente autorizzate, ma la domanda è proprio questa: come si può concepire del buon turismo senza preservare l’ambiente?

Eppure sulla carta i divieti non mancherebbero:  la spiaggia di Cala Bianca, ad esempio, può accogliere 187 persone e 182 quella del Marcellino. Qualche posto in più lo troviamo sulla spiaggia del Pozzallo (424 persone) e sulla spiaggia della Sciabica (330). Inoltre è vietato sostare sulla vegetazione dunale, come pure installare sulle spiagge attrezzature di qualsiasi genere compresi ombrelloni, tende da campeggio e sedie sdraio.

Peccato che in queste situazioni tutti sappiano leggere ma pochi(ssimi) si attengano alle regole.

E il lamento proviene anche da qualche traghettatore di turisti per il quale, e per fortuna, la salvaguardia del territorio natio è più importante dell’incasso giornaliero. “Con gli anni la situazione è andata peggiorando. Le autorità dovrebbero farsi carico di monitorare e regolamentare gli accessi alle spiagge con l’emissione di appositi pass” ha affermato uno di loro, ben cosciente del danno creato.

Anche i bagnanti si sono lamentati, chi per l’acqua che purtroppo non era pulitissima, chi per la delusione scaturita dal panorama completamente oscurato dalle grandi imbarcazioni che arrivavano quasi a riva.

In alcuni giorni anche scie di schiuma “sospetta” provenienti da Marina di Camerota hanno sporcato  le acque. “Il fenomeno era stato registrato anche gli altri anni, sempre alla stessa ora, con un’allarmante regolarità, ma quest’anno si è superato ad agosto ogni limite accettabile. Agli inizi di settembre, poi,  il mare è miracolosamente tornato pulito!!” ha affermato qualche bagnante.

Le autorità competenti sono quindi invitate a  far rispettare le norme e i divieti nei mesi dell’ attività balneare e a non piegarsi di fronte alla cattiva educazione e agli interessi dei singoli. D’altra parte anche il cittadino locale, nel suo piccolo e nelle sue capacità, è chiamato a proteggere il proprio territorio e a non permettere che si deturpi nei mesi estivi.

Lasciamo a queste località la bellezza, la pulizia e  il pregio che hanno da settembre a maggio.

Lanciamo piuttosto un tipo di “turismo ecologico” in cui entrambe le parti siano tenute ad impegnarsi per il bene comune.

Insieme si può.

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