Caimangate: Crescent, il silenzio di Miccio e … la mossa a sorpresa !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Se qualcuno si era illuso che il sindaco potesse scendere in campo in prima persona e/o che egli stesso o la sua delegazione potesse incontrarsi intorno al <<tavolo tecnico>> con gli altri (impresa costruttrice, Italia Nostra, ecc.) è stato servito, ed anche alla grande. Non solo Vincenzo De Luca non si neppure degnato di uno sguardo (ma questo è il suo classico atteggiamento !!) verso il numero civico 46 di Via Tasso dove ha sede la Soprintendenza che ancora una volta dribla il problema ed accetta il diktat del Comune spezzando in due tronconi l’ormai <<famigerato tavolo tecnico>>,e forse inutile, intorno al quale si dovrebbero discutere le sorti del Crescent. Non intendo dare torto a Italia Nostra ma bisogna ragionare a freddo e capire che l’unico responsabile di questa clamorosa ed inquietante scissione non è il Comune ma la Soprintendenza, cioè Gennaro Miccio. Il Comune, in fin dei conti, ha gettato sul tavolo tutti gli strumenti operativi possibili non volendosi incontrare con le controparti (Impresa Crescent con Eugenio Rainone e avv. Lorenzo Lentini;  e Italia Nostra con Raffaella Di Leo e avv. Oreste Agosto) come era nei suoi legittimi interessi ed ha trovato il ventre molle della Soprintendenza che non ha voluto rischiare di far saltare baracca e burattini. D’altro canto Gennaro Miccio si è trovato e si troverà, ovviamente, tra l’incudine e il martello: da una parte la pressione possente e legittima (seppure eticamente scorretta !!) del Comune e dall’altra la rabbia (quasi aggressiva !!) dell’impresa di Eugenio Rainone che ha annunciato l’eventuale richiesta di danni nella misura di 50milioni di euro (sia in danno del Comune che della Soprintendenza), in quanto sta già pagando 3.500 euro al mese di interessi passivi sul mutuo bancario, nel caso di diniego e di non ripresa dei lavori e la resistenza ad oltranza di Raffaella Di Leo (Presidente di Italia Nostra Salerno). Da qui, forse, l’allungamento dei tempi per la decisione che dovrebbe, comunque, arrivare non oltre il 15 ottobre prossimo; e non so sinceramente come ne uscirà il pur bravo Gennaro Miccio da questa storia che non ha creato lui e che certamente non voleva ricadesse sulle sue spalle. La carta vincente, in verità, Miccio se l’era giocata quando qualche mese fa la Soprintendenza fece trapelare la possibilità che a stilare il parere di compatibilità ambientale dovesse essere l’architetto Fausto Martino; Miccio si sarebbe tolto di mezzo e la guerra ritornava ad essere tra i due principali soggetti, cioè Vincenzo De Luca e Fausto Martino. La questione Crescent/Rainone è, comunque, da seguire molto attentamente perché potrebbe portare ad uno stravolgimento anche del quadro politico-amministrativo di cui Eugenio Rainone si è ciecamente fidato (sorprendentemente  e da sprovveduto aggiungo io !! ben conoscendo il quadro politico attuale) e contro cui potrebbe scagliare tutta la sua potenza economica nel caso di definitivo diniego alla continuazione dei lavori. Ma tutto questo avviene come se il tutto fosse solo rose e fiori e non ci fosse niente di penalmente rilevante sotto le fondazioni del Crescent che, è bene ricordare, poggia le sue basi su un terreno mai sdemanializzato; basterebbe soltanto questo per far saltare qualsiasi banco, figurarsi un tavolo tecnico. Un fatto del genere sicuramente è a conoscenza del Comune e credo anche dell’impresa esecutrice dei lavori (che doveva valutare preventivamente tutti i rischi connessi e non fidarsi ciecamente dell’onnipotenza del sindaco), come è a conoscenza delle Associazioni ambientaliste; l’unica forse che non lo sa è la magistratura salernitana che ancora perde tempo per mettere in atto un intervento decisivamente massiccio, al di là degli speculari e farraginosi tentativi di rinvio a giudizio. Questi, in rapida sintesi, i fatti; e veniamo alla sorpresa messa in campo dal Comune. La sorpresa ha un nome e un cognome: Felice Marotta, personaggio amato e odiato ma mai contestato da nessuno in campo aperto. Affidare il comando della delegazione municipale (l’architetto Marilena Cantisani, l’avvocato Antonio Brancaccio, l’architetto Giorgio Gui per Riccardo Bofil, Davide Pelosio, Bianca De Roberto e lo stesso Felice Marotta) all’espertissimo Felice Marotta è stata, a mio modesto avviso, la prima, unica e vera mossa intelligente del sindaco Vincenzo De Luca in tutta questa lunga, incresciosa ed anche inquietante vicenda del Crescent. Felice Marotta, che piaccia o meno, è oggi come oggi l’unico uomo in grado anche di poter risolvere positivamente quest’altro grosso problema a Vincenzo De Luca. Difatti la prima cosa seria e composta che Marotta ha fatto, da scaltrissimo uomo di mondo, è quella di aver imposto a tutti <<la linea del silenzio>>, linea che farebbe bene a seguire lo stesso De Luca se veramente vuole risolvere il gravoso problema dopo aver improvvisamente rispolverato dai suoi archivi la sorpresa magistrale dell’ex direttore generale del Comune. Felice Marotta, per chi ancora non lo sapesse, è abilissimo nel confezionare e lanciare strategie sia difensive che d’attacco muovendosi, come solo egli sa fare, molto efficacemente nei meandri della burocrazia e della gestione non soltanto amministrativa della cosa pubblica. Non per niente ha attraversato, in cinquant’anni e passa di carriera, tutto il panorama politico-istituzionale e carrieristico partendo dai giardini pubblici per finire sullo scranno più alto della direzione generale. Ora non resta che attendere le decisioni finali partendo dalle attuali contrapposte posizioni: da un lato l’incertezza di Gennaro Miccio, dall’altro la perspicacia e l’insoggettiva sicumera di Felice Marotta. Che grande soddisfazione per Felice ritrovarsi a capo di una delegazione municipale composta da nomi altisonanti che dovranno ubbidire e seguire la sua linea; e che grande astuzia di De Luca bisogna anche dire che tira fuori dal cilindro ogni volta una sorpresa più sorpresa della precedente. Saranno sicuramente scintille; la sfida è tutta da seguire e se Felice vincerà anche questa battaglia dovrà forzatamente essere messo sugli scudi della storia di questa Città.

3 thoughts on “Caimangate: Crescent, il silenzio di Miccio e … la mossa a sorpresa !!

  1. Egregio dott. Bianchini,
    Non penso che nelle mie dichiarazioni abbia lasciato trasparire rabbia nè tantomeno possono le mie affermazioni definirsi aggressive, tutt’altro penso che le mie dichiarazioni sono state di una compostezza esemplare e di una serenitá propria di chi ha legittimamente confidato in fatti e atti concludenti posti in essere dalla pubblica amministrazione che hanno ingenerato aspettative qualificate alla società che rappresento.
    Le capita molto spesso di dare giudizi affrettati sulla mia famiglia pur non avendo mai avuto il reciproco piacere di conoscerci nè di scambiare qualche opinione. Ricordo che qualche anno fa abbiamo avuto uno scambio di battute al telefono in occasione di un suo articolo in cui ci accusava ingiustamente di essere l’azienda di riferimento del Comune di Salerno in sostituzione di altra azienda salernitana attribuendoci acquisizioni immobiliari mai avvenute ed appalti mai aggiudicati.
    In quell’occasione ho molto apprezzato la sua professionalità, tanto che la sua onestá intellettuale ed il suo dovere di informazione la spinsero ad un’immediata rettifica di quanto scritto.
    Oggi, a distanza di anni, incorre nello stesso errore dando giudizi affrettati ed esprimendo sensazioni proprie che sono più da opinionisti che da giornalisti di “esperienza e lungo corso”.
    Fatte queste doverose premesse la invito la prossima volta a prendere maggiori informazioni sulla mia famiglia, sulla mia azienda e sulla nostra storia magari chiedendo notizie ai lavoratori , alle loro famiglie, ai fornitori, alle stazioni appaltanti pubbliche o private, alle forze di polizia, agli istituti di credito e perché no anche ai nostri competitors, Le assicuro e questo non per piaggeria che non troverà persona che possa proferire giudizi negativi sul nostro conto ( a meno di qualche cattiveria o illazione propria di chi ha fatto del sentimento dell’invidia una ragione di vita) perché il nostro modus operandi ê improntato alla professionalità , al rispetto dei lavoratori che riteniamo la nostra vera forza, alla onestá, al rispetto delle istituzioni senza colori di partito. Egregio direttore Le anticipo che la mia azienda non ha connotazioni politiche perchè è mio fermo convincimento che le aziende che “vivono di politica” hanno vita breve, la mia esiste da oltre 40 anni.
    Se poi operare a Salerno o costruire il Crescent vuol dire essere speculatori, arroganti, irrispettosi e “servitori” di politici allora Le consiglio di andare al passo con i tempi ed aggiornare il suo modo di fare giornalismo.
    Buon lavoro
    Eugenio Rainone

    1. Complimenti per la risposta e per l’umiltà con cui ha parlato ai cronisti. Davvero esempLare

  2. il crescent e’ una grande opera per la citta’ di salerno e per i commercianti.grazie deluca

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