Da Cnusuer Nazionale
Intervenendo alla festa dell’Unità di Bologna, il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha ribadito la sua decisione di cambiare il volto dell’università italiana. Da quest’anno, infatti, i riconoscimenti economici per gli atenei più meritevoli peseranno di più se è vero che la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), che rappresenta la maggiore entrata per le Università italiane e viene anche utilizzato quale parametro di riferimento per valutare la virtuosità di un Ateneo rispetto ad un altro, passa dal 13,5 al 18% (ovvero da 819 milioni a 1,3 miliardi).
Nello stesso tempo la clausola di salvaguardia, che garantisce le università da eccessivi tagli, non supera il 3,5%, ben al di sotto del precedente 5%. Una scelta che dovrebbe premiare il merito e trovare, su questo presupposto, tutti gli atenei pronti a fiancheggiare il ministro.
La meritocrazia innanzitutto, non solo sul versante docente ma, anche e soprattutto, su quello relativo al personale tecnico-amministrativo.
Una inversione di tendenza, magnifico Rettore e egregio Direttore, sulla quale la maggior parte dei dipendenti non potrebbero obiettare alcunché.
Sono stato un sindacalista, dirigendo, prima, la Cgil università di Salerno e poi la RdB di Ateneo; ho avuto l’onore, per tre mandati non consecutivi, di essere consigliere di amministrazione; sono state eletto, e non scelto dai sindacati, Rappresentante del Lavoratori per la Sicurezza. Altri tempi, altri periodi storici, altri anni in cui anche io sposavo la causa del “tutto a tutti, senza differenze”. Oggi le situazione sono cambiate. Certo siamo in un periodo di crisi, i soldi mancano, i contratti non vengono rinnovati e logica vorrebbe che nella distribuzione del trattamento accessorio si attuasse una sorta di “divisione dei pani e dei pesci” capace di moltiplicare le poche risorse a disposizione del nostro Ateneo.
E’, invece, proprio questa strategia, magnifico Rettore e egregio Direttore, che impedisce uno sviluppo dell’Università o, quanto meno, uno sviluppo omogeneo nelle sue diverse rappresentazioni lavorative
Oggi, in un clima economico di ristrettezze, il dipendente che lavora e produce non può essere considerato alla stregua del collega “semplicemente” presente sul posto di lavoro. Il lavoratore che si impegna non può trovarsi sullo stesso livello dello scansafatiche.
In questa direzione si stanno muovendo il presidente Renzi e il ministro Giannini con la riforma della scuola.
Va interpretata, infatti, in questo senso l’idea, contenuta nella riforma della scuola, degli scatti rapportati al merito e non all’anzianità.
Magnifico Rettore, egregio Direttore, tutelare allo stesso modo situazioni differenti incide negativamente sul buon risultato dell’ufficio, del dipartimento, dell’intero Ateneo.
L’invito che rivolgo come portavoce nazionale del CNUSUER, Coordinamento degli Uffici Stampa delle Università e degli Enti di Ricerca, è di procedere verso una ridefinizione del trattamento accessorio capace di individuare il merito, al di là della mera e inutile pagellina redatta annualmente dai capi ufficio.