SALERNO – “Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei” oppure “Fattela con chi è meglio di te e… pagane le spese” o meglio ancora in dialetto napoletano <<Fattell’cu chi è megl’ ‘e te… e pagane ‘e spese…>>; sono tutte massime o proverbi che durano nei secoli e seppure non radicati scientificamente hanno sempre rappresentato, almeno nell’immaginario collettivo, un qualcosa cui tantissimi genitori hanno fatto ricorso per imprimere una svolta nell’atteggiamento caratteriale o dare consigli calorosi ai propri figli. Io personalmente non credo che le massime e i proverbi possano essere nella nostra epoca forieri di educazione a tutto campo. E’ importante, però, dopo la tragedia verificatasi nel quartiere Traiano a Napoli, incominciare a fare un distinguo almeno tra ragazzi bravi e quelli meno bravi, senza sfociare nella delinquenza conclamata. Dunque vorrei essere spiegato da qualcuno “quando un ragazzo normale può essere considerato bravo” e quando “un ragazzo normale deve essere considerato meno bravo” in una ideale scaletta di ragazzi comunque normali (non parliamo assolutamente di delinquenza !!) che va da 1 a 10. Per capirne di più devo forzatamente prendere a base di discussione in un ideale paragone (forse improponibile !!) tra un ragazzo normale e bravo, un ragazzo normale ma meno bravo e un ragazzo normale ma assolutamente non bravo. Dunque un ragazzo normale e bravo è colui il quale alla vista delle forze dell’ordine (con o senza paletta e con o senza l’alt) si dispone pacificamente ad essere fermato senza farne una tragedia e sperando in cuor suo che tutto vada bene: 10 punti. Questi fortunatamente sono la stragrande maggioranza e sono probabilmente i nostri figli. Il ragazzo normale ma meno bravo è colui il quale viaggia da solo in motorino, senza casco e senza assicurazione, non si ferma all’alt e cerca di scappare (forse anche per paura di dover arrecare un danno economico alla famiglia !!): 6 punti. In questa categoria di ragazzi ci metterei il compianto Massimo Casalnuovo, giovane buonabitacolese che la sera del 20 agosto 2011 perse la vita per non essersi fermato all’alt dei carabinieri e, forse, anche a causa di un calcio o di un urto che lo fece cadere a terra con conseguenze mortali. Infine c’è il ragazzo normale ma assolutamente non bravo perché alle due e mezza di notte, in un quartiere di Napoli, viaggia a tutto gas su un motorino con altri due soggetti, dei quali uno è un pregiudicato e l’altro è un latitante ricercato dal febbraio 2014. Il motorino non si ferma all’alt dei carabinieri, rapido inseguimento, parte un colpo dall’arma di ordinanza di un carabiniere che attinge lo sfortunato Davide Bifolco (ragazzo normale ma assolutamente non bravo !!) con conseguenze mortali: 1 punto. E fino ad ora ho parlato di <<ragazzi normali distinguendoli tra bravi (10 punti), meno bravi (6 punti) e assolutamente non bravi (1 punto)>> per precisare che dallo “0” in giù entriamo nella sfera della micro delinquenza e della delinquenza organizzata per sprofondare nelle organizzazioni camorristiche e malavitose; ma questa è una sfera che, nelle varie fattispecie elencate, non ci interessa. Se non facciamo un distinguo commisurandolo in una ideale scaletta di valori potremmo correre il rischio di capovolgere l’intero scibile umano e pensare e credere che i 10 punti siano il sinonimo di <<ragazzo poco macho>> perché rispettoso delle leggi e delle forze dell’ordine, i 6 punti siano indicativi di <<ragazzo quasi macho>> da tenere in considerazione e in cui la malavità può facilmente pescare, 1 punto per la classe di <<ragazzo macho>> già pronto per il grande balzo. Pochi mesi fa nell’istituto scolastico Pomponio Leto di Teggiano (ottimamente diretto dal collega Rocco Colombo) ci fu un incontro sulla legalità cui presero parte anche due ragazzi ancora in regime di semilibertà presso un istituto penitenziario di Eboli. Mi fece accapponare la pelle il racconto di uno dei due, soprattutto quando disse che dopo la prima sparatoria nei vicoli di Napoli fu incarcerato e quando tornò a casa fu accolto dal padre che abbracciandolo gli disse: <<Bravo, ti sei comportato da uomo vero e non hai accusato nessuno !!>>. Quel giovane sta recuperando da solo e faticosamente il suo ruolo nella società dopo essersi allontanato da quello che rimane della sua famiglia (gli hanno ucciso il padre e il fratello !!) che non vuole più vedere. Il ruolo della famiglia resta quindi fondamentale e decisivo nell’educazione delle giovani generazioni, altro che storie e fantasiose interviste anche con il morto in casa come è stato dato modo di vedere in queste ore. Per aiutare seriamente questi ragazzi non possiamo metterli tutti sullo stesso piano, creeremmo soltanto confusione e pochi risultati; la scaletta di valori è inevitabile anche se può apparire pericolosa e discriminatoria. Sono le esigenze della vita quotidiana che ce la impongono, che piaccia o no. Le scene di guerriglia urbana nel quartiere Traiano contro le forze dell’ordine la dicono lunga anche sul ruolo dell’informazione che non riesce a guardare più in là del proprio naso. Se a Napoli hanno fatto quel ben di Dio distruggendo le auto dei carabinieri e della polizia (che paghiamo tutti noi !!), cosa avrebbero dovuto fare i cittadini di Buonabitacolo, incendiare la caserma dei Carabinieri ? Vedere e rivedere quelle decine di microfoni e telecamere spianati come mitragliatrici contro le forze dell’ordine ed a totale servizio di <<ragazzi ancora per poco normali ma già assolutamente non bravi>>, probabilmente non ancora delinquenti vissuti, dovrebbe far riflettere tutti noi. Io nei tanti decenni di direzione di una tv locale non ho mai consentito ai miei giornalisti simili servizi di informazione; per anni sono andato controcorrente; è vero, non sono riuscito a cambiare niente, ma la gente ancora oggi mi incontra per strada e mi saluta con piacere; ed è questo che conta non la sparata delle cazzate e delle vergognose dichiarazioni che ascoltiamo in questi giorni come se venissero da un pulpito di serietà e di legalità. Un esame di coscienza non farebbe male ai tanti direttori delle testate giornalistiche campane e nazionali che arrivano addirittura a <<pagare>> queste interviste squallidamente vergognose. Per chiudere non mi rimane che dire che, naturalmente, l’uccisione di un ragazzino di diciassette anni è sempre e comunque una grande tragedia, da qualsiasi punto di vista la si voglia guardare ed esaminare; è una grande sciagura per la sua famiglia e sicuramente è una grande occasione perduta dallo Stato e da tutti noi.
2 thoughts on “SICUREZZA: da Buonabitacolo a Napoli, tutti bravi ragazzi ? … e la vergogna dell’informazione.”
Illustre Direttore,
non posso che con non essere daccordo con il fatto che la morte tragica , straziante, inpensabile di un ragazzino di soli 17 anni dovrebbe lasciare tutti attoniti, sgomenti………..aprire delle serie riflessioni sul come delle cose possano verificarsi e vadano sempre evitate.
Come si commenta il dolore di una madre , di un fratello , di un amico senza rasentare il sottile confine del sensazionalismo, cercando, nello stesso tempo, il più possibile.di rimanere : equilibrati, moderati, attenti a quello che si scrive o si dice in televisione?
Siamo alle solite ,Direttore, il giornalismo è un arte difficile che a volte smarrisce ( forse più di una volta) la sua missione e si lancia in prese di posizioni pregiudiziali o peggio di parte , che nulla hanno a che vedere con l’arte dell’informare che dovrebbe essere ancorata ad una deontologia presisa :………informare e non anticipare
processi sommari in piazza.
E’ assolutamente lapalissiano, il dolore che accompagna un fatto del genere non può trovare commenti diversi da quelli che si trovano e si troveranno sparsi nei giornali,internet e TV ma esiste ,o dovrebbe esistere, senza dubbio e con le necessarie e dovute differenze,anche la segnalazione del certo dramma umano vissuto dal carabiniere che ha sparato ( Non si sa come…….inciapando?) ma questo interessa veramente poco o almeno così sembra essere ai “giornalai” che hanno inziato la fustigazione del “mostro di turno” o presunto tale……….non è per niente importante la “verità”…….l’unica cosa importante e che si “venda”…………che si faccia audience……….tutto il resto…..ma dico veramente tutto non importa a nessuno.
A chi importa che un carabiniere per 1200 € al mese circa , rischia la vita tutti i giorni ? Certo è un destino condiviso da molti operai ( ricordate quelli della tyssen), gli edili che lavorono a nero senza uno straccio di prevenzione nell’ambiete di lavoro……….ma i carabinieri lo fanno per mestiere e senza paracadute.
La mia non vuole essere una difesa della Benemerita senza se e senza ma ………solo un invito alla ponderazione………..alla moderazione………a fare INFORMAZIONE e non sciacalaggio.
Come si fa a stabilire da 1 a 10 se un ragazzo………..che non si ferma a un posto di blocco alle due di notte, appartiene alla categoria dei bravi…..meno bravi o sicuramente non bravi? E’ veramente difficile.Come un ragazzo , a prescindere della eventuale categoria a cui appartenesse non andrebbe sparato…….mai………così prima di iniziare il rituale del “dagli al mostro” ci si dovrebbe informare bene, essere certi di quello che si scrive, caso contrario dare solo la notizia e astenersi da commenti facili che potrebbero essere non rispondenti alla verità e alimentare situazioni ancora più difficili del fatto stesso ( rivolta rione Traiano) . Le sue battaglie,Direttore, e non per suo demerito, per una informazione informata, sono cadute nella voragine del dimenticatoio…….ma vanno continuate ….sostenute…..rinforzate.
Partecipo sinceramente al dolore che ha colpito la famiglia dello sfortunato ragazzo (e come potrebbe essere diverso) e mi auguro che certe cose non abbiano a ripetersi mai più ma penso anche al carabiniere e alla sua famiglia.
Un ultima considerazione.Il ventilato sciopero delle forze dell’ordine per il mancato rinnovo del contratto aveva destato sgomento e preoccupazione nella cittadinanza.Un presa di posizione estrema che non trovava rimandi nella storia della Repubblica.
Sicuramente il fatto di Napoli, non era prevedibile e pure è servito a dislocare l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi denunciati dalle organizzazioni di categoria delle forze dell’ordine sul ragionamento che alla fin fine di che cosa si lamentano se sono capaci di rendere possibili simili tragedie?
Non so come commentare……..o forse……..come leggevo su un articolo di altro genere che parlava della manipolazione dell’informazione : “………sarebbe il tempo di spegnere il televisore e accendere il cervello”.
Sono assolutamente e perfettamente in linea con il pensiero di Mario Salucci. Complimenti. Il direttore Bianchini fa la sua parte, anche con difficoltà, ma la fa. Noi lettori dovremmo un pò più spesso prendere parte ai dibattiti che Egli cerca di avviare con il suo modo di fare informazione. Lo dice lo stesso Bianchini che la morte di un giovane è impagabilmente drammatica, ma perchè si arriva a tanto. Forse il pobvero Davide, prima che dal carabinieri, è stato ucciso dall’ habitat in cui viveva (riferimento al quotidiano Libero dell’altro giorno). Questo dovrebbe indurci a serissime riflessioni come quel ragazzo che nella scuola di Teggiano ha avuto il coraggio di affermare di essersi alolontanato psicologicamente dalla sua famiglia e da quel padre che lo accolse abbracciandolo e dicendogli <>. E’ chiaro che le classifiche danno fastido (ma lo dice anche Bianchini) anche se sono necessarie per incominciare a tracciare una diversità tra soggetto e soggetto; insomma il bravo ragazzo non deve essere ritenuto incapace di essere macho solo perchè rispetta le regole. Comunque di nuovo complimenti a Mario Salucci.
Illustre Direttore,
non posso che con non essere daccordo con il fatto che la morte tragica , straziante, inpensabile di un ragazzino di soli 17 anni dovrebbe lasciare tutti attoniti, sgomenti………..aprire delle serie riflessioni sul come delle cose possano verificarsi e vadano sempre evitate.
Come si commenta il dolore di una madre , di un fratello , di un amico senza rasentare il sottile confine del sensazionalismo, cercando, nello stesso tempo, il più possibile.di rimanere : equilibrati, moderati, attenti a quello che si scrive o si dice in televisione?
Siamo alle solite ,Direttore, il giornalismo è un arte difficile che a volte smarrisce ( forse più di una volta) la sua missione e si lancia in prese di posizioni pregiudiziali o peggio di parte , che nulla hanno a che vedere con l’arte dell’informare che dovrebbe essere ancorata ad una deontologia presisa :………informare e non anticipare
processi sommari in piazza.
E’ assolutamente lapalissiano, il dolore che accompagna un fatto del genere non può trovare commenti diversi da quelli che si trovano e si troveranno sparsi nei giornali,internet e TV ma esiste ,o dovrebbe esistere, senza dubbio e con le necessarie e dovute differenze,anche la segnalazione del certo dramma umano vissuto dal carabiniere che ha sparato ( Non si sa come…….inciapando?) ma questo interessa veramente poco o almeno così sembra essere ai “giornalai” che hanno inziato la fustigazione del “mostro di turno” o presunto tale……….non è per niente importante la “verità”…….l’unica cosa importante e che si “venda”…………che si faccia audience……….tutto il resto…..ma dico veramente tutto non importa a nessuno.
A chi importa che un carabiniere per 1200 € al mese circa , rischia la vita tutti i giorni ? Certo è un destino condiviso da molti operai ( ricordate quelli della tyssen), gli edili che lavorono a nero senza uno straccio di prevenzione nell’ambiete di lavoro……….ma i carabinieri lo fanno per mestiere e senza paracadute.
La mia non vuole essere una difesa della Benemerita senza se e senza ma ………solo un invito alla ponderazione………..alla moderazione………a fare INFORMAZIONE e non sciacalaggio.
Come si fa a stabilire da 1 a 10 se un ragazzo………..che non si ferma a un posto di blocco alle due di notte, appartiene alla categoria dei bravi…..meno bravi o sicuramente non bravi? E’ veramente difficile.Come un ragazzo , a prescindere della eventuale categoria a cui appartenesse non andrebbe sparato…….mai………così prima di iniziare il rituale del “dagli al mostro” ci si dovrebbe informare bene, essere certi di quello che si scrive, caso contrario dare solo la notizia e astenersi da commenti facili che potrebbero essere non rispondenti alla verità e alimentare situazioni ancora più difficili del fatto stesso ( rivolta rione Traiano) . Le sue battaglie,Direttore, e non per suo demerito, per una informazione informata, sono cadute nella voragine del dimenticatoio…….ma vanno continuate ….sostenute…..rinforzate.
Partecipo sinceramente al dolore che ha colpito la famiglia dello sfortunato ragazzo (e come potrebbe essere diverso) e mi auguro che certe cose non abbiano a ripetersi mai più ma penso anche al carabiniere e alla sua famiglia.
Un ultima considerazione.Il ventilato sciopero delle forze dell’ordine per il mancato rinnovo del contratto aveva destato sgomento e preoccupazione nella cittadinanza.Un presa di posizione estrema che non trovava rimandi nella storia della Repubblica.
Sicuramente il fatto di Napoli, non era prevedibile e pure è servito a dislocare l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi denunciati dalle organizzazioni di categoria delle forze dell’ordine sul ragionamento che alla fin fine di che cosa si lamentano se sono capaci di rendere possibili simili tragedie?
Non so come commentare……..o forse……..come leggevo su un articolo di altro genere che parlava della manipolazione dell’informazione : “………sarebbe il tempo di spegnere il televisore e accendere il cervello”.
Sono assolutamente e perfettamente in linea con il pensiero di Mario Salucci. Complimenti. Il direttore Bianchini fa la sua parte, anche con difficoltà, ma la fa. Noi lettori dovremmo un pò più spesso prendere parte ai dibattiti che Egli cerca di avviare con il suo modo di fare informazione. Lo dice lo stesso Bianchini che la morte di un giovane è impagabilmente drammatica, ma perchè si arriva a tanto. Forse il pobvero Davide, prima che dal carabinieri, è stato ucciso dall’ habitat in cui viveva (riferimento al quotidiano Libero dell’altro giorno). Questo dovrebbe indurci a serissime riflessioni come quel ragazzo che nella scuola di Teggiano ha avuto il coraggio di affermare di essersi alolontanato psicologicamente dalla sua famiglia e da quel padre che lo accolse abbracciandolo e dicendogli <>. E’ chiaro che le classifiche danno fastido (ma lo dice anche Bianchini) anche se sono necessarie per incominciare a tracciare una diversità tra soggetto e soggetto; insomma il bravo ragazzo non deve essere ritenuto incapace di essere macho solo perchè rispetta le regole. Comunque di nuovo complimenti a Mario Salucci.