Ostetricia e Ginecologia all’Ospedale di Cava: una struttura accogliente

da Ulisse online

CAVA de’ TIRRENI – (di Daniele Luciano – 6 set. 2014) Il dottore Gennaro Guarino è direttore operativo dell’unità di Ostetricia e Ginecologia dell’Ospedale di Cava de’ Tirreni, dove opera dal 2002. Da quando è qui ne sono nati di bambini…

Direi di si, bisogna fare una media di 500 all’anno, quindi parliamo di 6 mila bambini nati circa in questi 12 anni. Nel 2012 c’è stato un calo a livello nazionale; nel 2013 ci sono stati 500 mila nascite in meno  in tutta Italia. Quest’anno sta, invece, andando abbastanza bene.

 

E vero che quando il tasso di natalità cala, cresce il numero delle  nascite di bambine?

 

Statisticamente è risultato che sono più le nascite di femmine che di maschi. Anche noi abbiamo riscontrato in qualche anno che le donne sono più numerose, ma generalmente siamo ad un 50 e 50.

 

I cavesi ci tengono molto ad avere sul loro certificato Cava de’ Tirreni come luogo di nascita…

 

Io sono cavese e penso che i cavesi ci tengano, anche se il campanilismo si sta un po’ perdendo, infatti noi accogliamo molte persone da Battipaglia, da Nocera e da altre zone limitrofe. Però fare ancor più breccia nel cavese è qualcosa che ci farebbe piacere; la nostra è una struttura accogliente, della quale i cavesi potrebbero usufruirne un po’ di più. E’ vero che il rapporto con il ginecologo è di tipo personale; molte volte le donne preferiscono andare dal loro ginecologo di fiducia, anche se questo opera in altre città. In questo settore è fondamentale il rapporto fiduciario, tant’è che la legge prevede, qualora la paziente lo richieda, la presenza come supporto morale del suo ginecologo curante al momento del parto. Il parto è un evento bello e naturale, che in un certo senso abbiamo complicato con le tecnologie; abbiamo fatto anche un po’ di “terrorismo” su tutti i possibili rischi di un parto.

 

Si dice che in Italia si ricorre spesso al parto cesareo piuttosto che a quello naturale. Lei a che scuola di pensiero appartiene?

 

Io nasco con la vecchia ostetricia, dove il parto era naturale a meno che non vi fosse una complicazione. Io sono per il parto spontaneo, ma noi siamo sulla difensiva. Oggi anche se cade un’unghia a terra all’interno dell’ospedale troverà sempre qualcuno pronto a fare una denuncia. Questo è il clima nella sanità pubblica. L’ostetrico oggi è sulla difensiva; in alcuni casi è meglio far partorire con un taglio cesareo. D’altra parte, 30 anni fa il parto cesareo era un intervento sanguinario e devastante, la vita della donna era a rischio, oggi invece  ci vogliono 15 minuti per farlo, è quasi una routine. Non è più vero che dopo un parto cesareo bisogna aspettare almeno 2-3 anni, o che il parto successivo sarà complicato e così via. Oggi le tecniche chirurgiche sono migliorate, sono più semplici: oggi una donna può partorire anche 4 volte cin un parto cesareo.

 

Ma, come si diceva prima, le nascite sono in calo ed oggi è purtroppo molto difficile che una donna partorisca 4 volte…

 

Per quanto riguarda le nascite, in Italia le famiglie sono composte da uno o, al massimo, due figli. L’età media della partoriente si è alzata a 33-34 anni in su per il primo figlio; negli anni ‘80, quando ho cominciato a lavorare, avere 4-5 figli era la normalità, la donna partoriva il primo figlio intorno ai 22 anni di media.

Voi vi occupate anche di altre attività, oltre ai parti.

 

Qui ci sono gli ambulatori di Ostetricia e Ginecologia in generale; un giorno alla settimana c’è l’ambulatorio dedicato all’indagine ecografica; due sedute al mese viene fatta medicina prenatale in cui vengono svolte le amniocentesi,  e siamo uno dei pochi ospedali in Campania a farle: svolgiamo circa 250 – 300 amniocentesi all’anno  a donne che accogliamo da tutta la regione; c’è un ambulatorio di isteroscopia diagnostica; poi ci sono i ricoveri ginecologici con tutta la ginecologia: i prolassi uterini, l’incontinenza urinaria, la chirurgia addominale…  Svolgiamo tutto, fatta eccezione per l’oncologia: io penso che l’oncologia debba essere multidisciplinare, ci vuole una collaborazione strettissima tra il ginecologo, il chirurgo generale e l’oncologo medico.

 

Uno dei punti di eccellenza di questo ospedale è il percorso per la donna.

 

Abbiamo ricevuto anche dei riconoscimenti per questo. Compatibilmente con la carenza di personale, cerchiamo di offrire tutto quello che si può dare con gli ambulatori, la prevenzione, le consulenze ed anche con le interruzioni volontarie di gravidanza.

 

Questo è un punto molto importante, che riguarda soprattutto donne di giovane età. Il numero delle interruzioni di gravidanza è nella media?

 

C’è una seduta settimanale di 5 pazienti; bisogna tener presente che non possiamo offrire più di così perché sono solo questi i posti a disposizione, ricordando che i posti devono essere separati per tutelare la privacy al 100%. Molte delle pazienti non sono cavesi e molte cavesi vanno in strutture di altre città limitrofe. In questi casi la funzione del medico è molto importante, svolge infatti una funzione di convinzione della paziente  a portare avanti la gravidanza offrendo con l’ambulatorio ospedaliero di seguire la gravidanza gratuitamente con la prescrizione medica; il medico prospetta un percorso per aiutare la donna. Con la pena nel cuore devo dire che il numero delle interruzioni di gravidanza è molto alto, dopo un periodo negli anni 90 in cui si era abbassato, soprattutto nelle donne giovani; prima a 22 anni non era un problema avere dei figli, adesso non c’è la possibilità o per cause economiche o lavorative, ma anche perché oggi, quando si è giovani, è difficile che vi siano dei rapporti stabili, Ci sarebbe bisogno di più prevenzione e meno disinformazione. Molte donne giovani non prendono la pillola anticoncezionale poiché la ritengono dannosa, ma l’intervento chirurgico lo è molto di più. Le ragazze di oggi hanno convinzioni sbagliate, come quella che la pillola faccia ingrassare. Qui tra il venerdì sera e la domenica c’è la processione per la prescrizione della pillola del giorno dopo, ma basterebbe prevenire con la pillola anticoncezionale. Ripeto, serve più informazione e più prevenzione.

 

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