SALERNO – Per tradizione si dice che <<nessuno è profeta in patria>>, è vero ma come ogni regola anche l’antico proverbio ha la sua eccezione. Nel caso di specie l’eccezione è rappresentata dalla <<famiglia Valiante>> meglio nota come <<il gruppo politico più forte del dopoguerra>>, almeno in provincia di Salerno. Soprattutto a Cuccaro Vetere dove nessuno, proprio nessuno, non riconosce nella <<famiglia Valiante>> una leader-schip indiscussa. Non a caso, proprio lì, l’attuale capostipite, Antonio Valiante, ha festeggiato nei giorni di ferragosto i cinquant’anni di attività politica alla presenza del ministro Maria Carmela Lanzetta ed a margine del Palio dei Ciucci che a Cuccaro furoreggia da molti anni. Prima di Antonio ci sono stati altri capostipiti ma per brevità è impossibile ripercorrere tutta la storia di un <<gruppo>> che conta decine e decine di ramificazioni familiari e professionali. Come si fa a resistere cinquant’anni sulla scena politica lo può spiegare soltanto lo stesso Antonio Valiante al baldanzoso Luigi Cesaro che anche se uscito indenne da una macroscopica bufera giudiziaria sembra voler abbandonare definitivamente l’agone politico che a questo punto lo spaventa terribilmente. Ho portato il paragone di Cesaro perché mi sembra quello più idoneo a simboleggiare la coriacea resistenza di tutti i Valiante, che genera e si rigenera in molte ramificazioni familiari, l’una più importante dell’altra ed in tutte le attività professionali:politica, magistratura, avvocatura, medicina, ecc. Ritorno alla domanda <<come si fa a resistere cinquant’anni>> per dire con semplicità che il <<gruppo Valiante>> non ha mai dato nel corso di tanti decenni la stura a polemiche pretestuose o ad accuse di illegalità; una famiglia che ha sempre camminato alla luce del giorno e non è stata mai sfiorata da problemi giudiziari, ecco come si fa a rimanere sulla breccia per cinquant’anni; e Simone (deputato PD) continua sulla scia del padre facendo il suo mestiere di politico sempre con il sorriso sulle labbra e mantenendo all’interno del PD (cui la famiglia per tradizione storica non appartiene !!) un’autonomia e una indipendenza da far invidia a chiunque. Profondamente democristiani i Valiante hanno avuto una lunghissima alleanza con il neo sindaco di Nusco, quel Ciriaco De Mita che per decenni ha dominato la scena politica nazionale. Si sono staccati dai destini del <<re di Nusco>> con classe ed eleganza pur avendo avuto tutto o quasi dall’ex presidente del Consiglio dei Ministri. Un fatto che De Mita ha accettato quasi con rassegnazione come un accadimento naturale ed inevitabile; non è stato così per altri personaggi politici salernitani che hanno dovuto subire le conseguenze dello strappo. Anche se talvolta non ho condiviso e non condivido le scelte politiche di Antonio Valiante debbo manifestare tutta la mia stima nei confronti di un uomo che ha saputo, da solo, contrapporsi allo strapotere politico di Vincenzo De Luca soprattutto per quanto riguarda la <<sanità pubblica>> sulla quale l’uomo di Ruvo del Monte non ha mai potuto mettere le mani grazie alla difesa arcigna e senza sconti di Antonio. Non di meno Simone nel corso della bufera dei tesseramenti 2012 del PD si è particolarmente distinto per la sua battaglia di legalità e di chiarezza. Insomma solo grazie ai Valiante la <<Kabul di Salerno>> non ha invaso tutto il resto a sud della provincia. Per carità anche i Valiante hanno i loro difetti oltre che i loro pregi, ma nella scala di un immaginario contrappeso i difetti non hanno mai superato i pregi. Mai arroganti, sempre disponibili e comprensivi, riescono a trascinare sui loro nomi una valanga di voti in ogni competizione elettorale. Come nelle ultime elezioni regionali quando Antonio Valiante sconfisse sul filo di lana il rampante Franco Picarone sponsorizzato direttamente da De Luca; anche in quel caso venne fuori tutta la serietà e la compostezza dei Valiante che di fronte a colossali brogli in diverse sezioni riuscirono con serenità a dimostrare le meschinità che gli altri volevano perpetrare ai loro danni. A dimostrazione di quello che scrivo basta guardare al fatto che il passaggio del testimone più importante tra padre e figlio è avvenuto in maniera indolore, quasi come se la gente lo volesse; cosa ben diversa per i figli rampanti di De Luca e di Conte, per loro la strada sarà tutta in salita anche se hanno i numeri in regola. Ora tutti a sfogliare la classica margherita: Antonio si ricandiderà o no alla regione ? La risposta l’avremo dal tempo, ritengo però che uomini come Antonio Valiante siano sempre utili alla collettività.
direttore: Aldo Bianchini