Un ferragosto senza Dio: l’appello di don Alfonso !!

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Qualcuno potrà dire che spesso ce l’ho con il quotidiano Il Mattino. Non è così. Diverse volte faccio riferimento a questo quotidiano anche e soltanto per il fatto che Il Mattino era, è e resta il giornale quotidiano più importante e letto della nostra provincia. Il giorno di ferragosto ho letto in prima uno splendido intervento di Alfonso D’Alessio dal titolo “La mensa chiusa e la sconfitta della società”. Alfonso D’Alessio, o meglio “don Alfonso”, è un sacerdote giovane e moderno, uno di quei pochi che fa il sacerdote per passione e per missione perché ci crede e crede fermamente e decisamente in quello che fa e in quello che ha abbracciato come sua <<autostrada della vita>>. Conosco da tempo “don Alfonso” e vi assicuro che parlare con lui, dibattere gli argomenti più svariati, è sempre un piacere da gustare fino in fondo. Mai con severità, sempre con serenità e dolcezza ti lascia prima parlare e poi piano piano ti avvolge in quel suo modo molto naturale di coinvolgerti e trascinarti verso quello che dovrebbe essere sempre un traguardo condiviso e condivisibile. Fa benissimo Il Mattino ad ospitare questi suoi pochi scritti che danno sempre un’illuminazione diversa del problema dibattuto fino a spingere la verità anche negli angoli e negli anfratti più bui della nostra coscienza. Lo ha fatto magistralmente, don Alfonso, con questo suo ultimo articolo pubblicato il giorno di ferragosto parlando delle vacanze e della fede e riuscendo a miscelare le due cose in maniera quasi sublime: <<Cosa può far affrontare più serenamente un periodo di riposo ? La fede, tuttavia, non va mai in vacanza, anzi conferisce il senso pure a queste ultime …>>. La fede, dunque, per Alfonso (mi permetto di dargli del tu !!), è al centro di ogni problema della nostra vita terrena quotidiana. Senza la fede, difatti, non avremmo neppure la capacità di dibattere un argomento così delicato ed importante o rispondere alle tante domande che lo stesso “don Alfonso” pone con decisione sul tappeto della vita. Ma parlando della fede e dei  problemi a più largo raggio scrive: <<Da una parte confessa la fede a prezzo della vita, dall’altra è convinto     che anche la fede vada in villeggiatura>>. Fino al punto da lasciare la <<mensa di San Francesco>> chiusa per causa di forza maggiore (mancanza di sostegno umano e materiale) nonostante gli sforzi sublimi e infaticabili dell’amico Mario Conte. Forse a nulla è valso l’appello dell’arcivescovo mons. Luigi Moretti affinchè in tutte le chiese della provincia gli uomini di fede pregassero nel giorno di ferragosto per i fratelli cristiani perseguitati e per i fratelli più deboli. Non so, caro Alfonso, quanti uomini di fede hanno pregato in chiesa nel giorno di ferragosto, forse nessuno o comunque talmente pochi da far rabbrividire. So per certo che nel giorno di ferragosto, il giorno dell’Assunta, in tantissimi si sono riversati sulle spiagge, dalla divina costiera a Castellabate, per assistere a quei riti quasi pagani della discesa dalle barche della Madonna e/o dei faraonici e dispendiosi giochi di luce <<coast to coast>> che hanno illuminato i cieli estivi con splendenti fuochi d’artificio e ossessionato i tranquilli turisti con canti e balli ormai obsoleti. Del resto è stato sufficiente sfogliare il giornale su cui Tu scrivi, caro Alfonso, per rendermene conto. Un ferragosto senza Dio ma stracolmo di fontane danzanti, fuochi d’artificio, giochi di luci, notti di fuoco, belvedere pirotecnici, fior di latte e casari, risate <<’o ffrisco>>, Dante nell’inferno di Velia, festa del mangione, domenica d’arte, sfizi e passatempi, pene d’amore, Principesse, dame, cortigiani,  storie di musica e balli, balli, sempre balli. E la mensa dei poveri ? E le preghiere in chiesa ? E Dio ?. Beh !! per questi, soprattutto per l’ultimo, c’è tempo, domani si vedrà, domani è sempre un altro giorno.

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