SALERNO – Chi pensa che il presidente dell’Autorità Portuale, Andrea Annunziata, possa operare in danno dei diportisti ed in favore del Marina d’Arechi (cioè di Gallozzi) è completamente fuori strada. Chi pensa (come me !!) che le famiglie storiche della cantieristica nautica da diporto da almeno cinquant’anni a questa parte hanno formato una ristretta cerchia, a mò di <<casta del diportismo>> a solo vantaggio delle predette famiglie storiche chiuse ad ogni espansione moderna e funzionale, è sulla strada giusta. Se l’Autorità Portuale non si fosse per tempo sganciata da queste logiche implosive e, per certi versi, anche autoritarie e padronali avrebbe fatto la fine che in tanti prefiguravano appena qualche anno fa, anche sotto la gestione Bonavitacola; sarebbe cioè finita con l’implosione del porto commerciale a danno dell’economia di un intero territorio e non soltanto di poche famiglie della casta. Ovviamente premetto che a me non piacciono i Comitati, soprattutto quando questi nascono come funghi a tutela di pochi e ben mirati interessi, e quello della cosiddetta “Vecchia Darsena” non si sottrae a questa logica perversa. Capisco, e sotto certi aspetti è anche ammirevole, la battaglia difensiva che il neo comitato si prefigge di condurre senza tentennamenti ma i suoi artefici, presidente Ventura in testa, dovrebbero prima liberarsi da quella scomoda cappa di casta e poi capire (come giustamente dice Annunziata –fonte Il Mattino del 13 agosto-) che le esigenze dello scalo portuale commerciale e crocieristico sono completamente mutate rispetto a quelle che la pur <<rispettabile elite della cantieristica nautica da diporto>> aveva afferrate nell’immediato dopoguerra fino a renderle esclusive e quasi inaccessibili ai comuni mortali. Soprattutto negli anni 60 e 70, quando la cantieristica da diporto raggiunse livelli altissimi, la gioventù del tempo e futura classe dirigente guardava a quel fenomeno con un senso di impotenza ma anche di rabbia per il modo inaccettabile e di casta con cui si poneva nei confronti del contesto socio-imprenditoriale della Città. Ma quelli, ripeto, erano altri tempi e tutti pensavamo al miracolo economico dei nostri sogni. La <<casta della cantieristica da diporto>> nella nostra città è stata inavvicinabile anche per molti convinti ed esperti diportisti; faccio solo un esempio, quello dell’avvocato Leonardo Calabrese (noto esperto diportista) che per decenni ha dovuto combattere contro la casta per poter anche e soltanto entrare nel porto con le sue barche da favola. Questo per significare quanto è stata enorme la deriva autoritaria e arroccata di quella casta che oggi, soltanto oggi, trova nel diniego (giusto e legittimo !!) di assestamento naturale di catenarie e di corpi morti sul fondo marino per consentire ormeggi più sicuri un elemento futile di discussione e di avversione contro il Comune e l’Autorità Portuale, quasi come se nessuno sapesse come è stato gestito malissimo e illegalmente (anche con infiltrazioni malavitose !!) per decenni tale fenomeno di assestamento sul fondo marino e di gestione degli attracchi. Ma prima di parlare e di pontificare qualcuno riesce a farsi un sereno esame di coscienza o davvero tutto il resto della città è ritenuto inerte e inerme ? Nel porto commerciale di Salerno è accaduto di tutto e di più, sono stati scaricati sul fondo centinaia se non migliaia di catenarie e di corpi morti, era sufficiente entrare nel giro giusto per ottenere tutto. E ora si viene a piangere sul latte versato, e lo si fa in maniera antistorica proprio nel momento in cui lo scalo ha superato il momento di crisi che lo ha attanagliato per lunghi anni, proprio oggi che l’Autorità è impegnata più che mai nel dragaggio del fondo marino per consentire l’attracco di navi crocieristiche di un certo rispetto. Al posto di Annunziata avrei spazzato via tutte queste attività diportistiche che ormai sono solo di intralcio all’attività commerciale e crocieristica e che non portano alcun beneficio alla collettività se non solo vantaggi in favore delle famiglie storiche della cantieristica nautica da diporto del vecchio mondo salernitano di chi, possedendo una barca, pensava di possedere e di comandare il mondo intero dall’alto della <<coppola da marinaio>> sfoggiata in ogni occasione ed in ogni angolo della città. Quel mondo è finito, se ne faccia una ragione anche il presidente Antonino Ventura; bisogna guardare all’orizzonte per non rimanere impantanati con le pacche nell’acqua. E’ inutile perdere tempo con i confronti, le esigenze del territorio sono ben altre e Andrea Annunziata le conosce benissimo.
direttore: Aldo Bianchini