REGIONE: i numeri della Cemento spa, in dieci anni ha realizzato circa 60.000 case abusive, pari ad oltre nove milioni di metri quadrati di superficie cementificata.

Da Legambiente Campania

NAPOLI – “Nelle prossime ore la maggioranza di centrodestra alla Regione si prepara ad un vero colpo di mano, degno della prima Repubblica ponendo la fiducia al maxi emendamento collegato alla finanzaria regionale che di fatto approverebbe tra le altri, norme sul urbanistica e condono edilizio certificando sul fronte del cemento un “via libera tutti”, una vera e propria follia che rischia di portare un nuovo sacco al patrimonio ambientale e paesaggistico della nostra regione. “ In una nota Anna Savarese, vicepresidente Legambiente Campania lancia l’allarme sull’ipotesi fiducia del centrodestra in Consiglio Regionale sul collegato alla legge di stabilità 2014. Il Consiglio Regionale non è riuscito nel corso di tre anni ad approvare il Disegno di Legge sul Paesaggio e ora con questa manovra surrettizia, ponendo la fiducia per delegittimre il ruolo dell’opposizione (che ha ostacolato strenuamente l’approvazione del fatidico art. 15 dello stesso DDL con il quale di sopprimono disposizioni legislative vigenti in Campania modificando importanti strumenti di pianificazione) approva norme che hanno un ‘impatto devastante sul territorio, a partire dalle zone maggiormente vulnerabili, come la Penisola Sorrentino-Amalfitana e la zona rossa del Vesuvio. Il rischio di nuovo cemento- denuncia Legambiente– sarebbe una manna per speculatori, imprenditori del cemento. In dieci anni la “Cemento Spa”, ha realizzato circa 60.000 case abusive, pari a oltre nove milioni di metri quadrati di superficie cementificata. Un assegno in bianco da mettere nella cassaforte dei clan e una manna per i colletti bianchi del mattone. I numeri delle forze dell’ordine sono un’ulteriore conferma: con 838 reati accertati (oltre il 15% del totale nazionale), 952 persone denunciate e 300 sequestri, la Campania guida la classifica nazionale dei reati legati al ciclo del cemento. La provincia di Napoli, con 350 infrazioni, detiene la leadership assoluta. Il problema più serio è quindi che con questo “colpo di mano” che fa acquisire il consenso dei tanti che aspettano la sanatoria, si continua a fare leva sul ciclo del cemento come fattore propulsivo dell’economia campana , ciclo che impatta sul dissesto idrogeologico ma soprattutto è fortemente vulnerabile all’illegalità malavitosa che è dietro l’abusivismo edilizio. Invece la Regione Campania, –prosegue il Vicepresidente regionale di Legambiente- dovrebbe capire che le risorse che non vanno depauperate sono proprio la qualità del territorio e dell’ambiente, che sono le precondizioni per il rilancio delle attività agricole, manifatturiere e turistiche, in uno con l’innovazione e la ricerca, la promozione della Green Economy. Sono questi i veri volani di sviluppo della Campania. “

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