SALERNO – Era una tranquilla mattinata quella di ieri in redazione, le solite cose, i soliti comunicati letti e riletti, la solita routine insomma. Si discuteva del più e del meno, si costruiva il palinsesto del giornale, quando, all’improvviso il suono rude del citofono smorza i toni, uno squillo prolungato che pareva non finire mai. Mi avvicino alla cornetta e dalla telecamera intravedo un signore distinto, ben vestito, giacca, camicia e pantaloni eleganti. “Chi è” esclamo con voce sicura. “Un amico” risponde dall’altro capo. “Mi faccia entrare ho bisogno di parlare con il Direttore”. Pigio il bottone e apro la porta dell’ufficio. Un passo semplice, lo vedo salire per le scale, minuto, di corporatura esile, si avvicina e mi tende la mano. “Buongiorno” mi dice; “si accomodi pure -rispondo con garbo- due minuti e il Direttore la riceverà”. L’uomo si siede, mette una mano in tasca e tira fuori una busta, la tiene stretta tra le dita, la gira, la rigira fino a quando dalla stanza accanto odo la voce del Direttore che mi chiede di far entrare l’ospite. Quattro passi e siamo subito dentro. “Prego si metta seduto, in cosa posso esserle utile” esclama dalla sua poltrona il Direttore. L’uomo apre la busta che aveva in mano e tira fuori due schede. “Queste sono delle matrici appartenenti a due delle 48 tessere che giacciono nel cassetto del PM Vincenzo Montemurro -dice con rabbia- in relazione alla famosa inchiesta sui falsi tesseramenti del PD di Salerno mai avviata con criterio –continua– ecco, oggi diamo una svolta alla vicenda, le consegno a voi e fatene buon uso”. Io e il Direttore ci guardiamo in faccia stupiti, siamo rimasti senza parole. L’uomo con fare umile continua nella sua deposizione. “Le 48 tessere erano mie, datemi dall’allora responsabile dei tesseramenti del PD di Salerno, tessere fuori quota, pagate con i miei soldi che dovevano servire a rinforzare i numeri nel mio Circolo lontano da Salerno. Il tesseramento è quello del 2012, anche se le tessere mi sono state consegnate nel febbraio 2013, pochi mesi prima dell’elezione del Segretario Provinciale, lo scopo era quello di far lievitare i tesserati e così abbiam fatto. Come me, altre persone fidate hanno acquistato le tessere, le hanno pagate e le hanno utilizzate con nomi fittizi di persone che nemmeno sanno di essere iscritte nel PD. Un circolo vizioso – continua- che si ripropone oramai da sempre e che ha fatto grande il nome del Partito ma, soprattutto di Vincenzo De Luca in tutta la provincia di Salerno. Come potete vedere, sulle matrici c’è il nome (cancellato a bianchetto ma ben leggibile) del Circolo di Nocera Inferiore. Le tessere sono state utilizzate in un altro Circolo, mai consegnate a nessun iscritto, ma perfettamente risultanti negli elenchi dei tesserati di Via Manzo. Questo è il primo segmento di un broglio che presto sarà svelato –continua– ho in mano altre prove schiaccianti che ben presto faranno luce anche sulla farsa delle primarie”. Non facciamo in tempo a chiedergli ulteriori spiegazioni e soprattutto le sue generalità che si alza di scatto dalla sedia e si avvia verso l’uscita senza neppure stringerci la mano. In redazione ci siamo messi subito a scrivere le memorie dell’anonimo signore che, nel frattempo è salito sulla sua berlina grigia di grossa cilindrata scomparendo per le strade della città. Fortunatamente abbiamo fatto in tempo a rilevare alcuni numeri della targa.