SALERNO – Il Partito Socialista Italiano (PSI) così come lo abbiamo visto nascere e crescere noi vecchi socialisti non c’è più. Nel corpo elettorale, ovviamente, ci sono ancora tantissimi socialisti che, loro malgrado, sono stati costretti a rifugiarsi nelle file del PD, di FI, di SEL, del CCD, dell’UDC e di quante altre sigle immaginarie o reali si sono susseguite nel corso di questi ultimi vent’anni. Per quanto mi riguarda il PSI è finito esattamente il giorno in cui Bettino Craxi decise di riparare all’estero per sfuggire all’imminente cattura. In tanti da quel momento hanno cercato, sia in sede nazionale che locale, di farlo rinascere; nessuno ci è riuscito in maniera concreta. A Salerno è rimasta, però, la tradizione socialista nel solco di quella grande esplosione elettorale del 1990 e nell’ambito di quella tradizione, dopo anni di impegno e sacrifici, è risorto almeno sul piano surreale il PSI di quei tempi. E questo grazie soltanto ad un giovane socialista, Enzo Maraio, che all’epoca del trionfo e della disfatta era soltanto un <<aspirante socialista>> nato e cresciuto all’ombra di una famiglia convintamente socialista guidata dal padre Angelo. E’ stato lui, Enzo, con la sua baldanzosità quasi scanzonata a soffiare continuamente sullo spirito socialista negli anni 2000; è stato lui, Enzo, che prima ha accettato disciplinatamente di frequentare la scuola di Gennaro e di Marco (Mucciolo e Petillo !!) per poi spiccare il volo da solo verso traguardi locali e nazionali inimmaginabili per chiunque, fino ad arrivare alla splendida realtà del Summer Camp trascinato con forza e coraggio in provincia di Salerno nel segno dell’esistenza reale di un movimento politico-giovanile che, volendo, possiamo anche chiamare PSI. Enzo Maraio, a mio sindacabile avviso, può a giusta ragione essere considerato l’uomo della svolta socialista che con grande umiltà ma anche con fermezza ha inanellato negli ultimi dieci anni successi e consensi fino alla conquista dell’assessorato comunale che guida con dignità dal 2006. Quella fu la grande occasione in cui i due maestri, Mucciolo e Petillo, dovevano di buon grado accettare lo slancio giovanile di Enzo; non seppero digerire il successo del giovane e fatalmente non solo loro ma tutto il partito ne ha comunque risentito. Ora portare avanti una sceneggiata sull’utilità o meno del Summer Camp mi sembra davvero un fatto davvero deplorevole sotto il profilo politico, e non solo. Capisco che Marco si senta ancora scavalcato da Enzo e che Gennaro si defili dietro l’ombra del figlio Pasquale, ma mi sembra inverosimile che non riescano a capire che il loro tempo fatalmente si stia esaurendo e che comunque ci sarebbe sempre bisogno del loro aiuto e della loro esperienza. Del resto cosa vogliamo di più dall’ancor giovane Enzo Maraio che rispettoso delle linee programmatiche dell’accordo politico con Vincenzo De Luca rimane sempre un’entità socialista a se stante e per questa ragione si sta spendendo, come pochi, nel ricordo della figura dell’ex sindaco Vincenzo Giordano. Non ha fatto come altri socialisti-deluchiani che prima si sono abbeverati alla fonte Giordano/Conte e poi non hanno avuto nemmeno il coraggio di presenziare alla pubblicazione del mio libro sul sindaco socialista. Enzo Maraio dal duo Giordano/Conte non ha avuto niente, forse qualche pacca di incoraggiamento sulle spalle ma niente di più. Francamente mi trovo perfettamente in sintonia con Enzo quando accenna al <<vuoto ed all’assenza di capacità di elaborazione politica>> dei due polemisti alla luce degli insuccessi locali e nazionali delle loro linee. Non hanno capito, o fanno solo finta di non aver capito, che a Salerno probabilmente è stato avviato un nuovo corso nel PSI, forse un <<corso da Re>>.
direttore: Aldo Bianchini