Caimangate/64: Fausto contro Eva … e la lettera in Procura !!

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Se tanto mi da tanto Eva Avossa (vice sindaco di Salerno) e con lei il sindaco Vincenzo De Luca se la dovevano aspettare la risposta piccata dell’architetto Fausto Martino, funzionario della Soprintendenza di Salerno e spesso (almeno in passato !!) CTU per conto della Procura della Repubblica di Salerno. Ma al contrario di Eva, Fausto fa una cosa sicuramente più corposa e scrive al suo Soprintendente ed al Ministro e invia, per conoscenza, la sua relazione anche alla Procura della Repubblica. Perché fa questo Fausto Martino ? Semplice, perché il suo Soprintendente, preoccupato forse dalla lettera accusatrice del Comune a firma della Avossa, con nota n. 3657 dell’ 11 febbraio 2014 (quindi pochi giorni dopo aver ricevuto la lettera del Comune: quanta sospettosa fretta !!) chiede al suo funzionario note giustificative rispetto alle accuse durissime formulate dal vice sindaco di Salerno con la lettera del 31 gennaio 2014. L’architetto Fausto Martino soppesa la richiesta del suo capo e dopo sedici giorni (esattamente il 27 febbraio 2014) risponde per le rime a tutti, Soprintendente compreso, con un documento preciso e puntuale di ben sette pagine. A pagina due di detto documento si legge testualmente: <<Nel fornire i chiarimenti sollecitati, il sottoscritto chiede alla S.V. di inoltrare la presente ai destinatari della missiva comunale nonché – unitamente alla stessa – alla Procura della Repubblica di Salerno, per opportuna conoscenza e quanto di competenza in ordine al procedimento penale n. 13095/2009 R.G.N.R., inerente alla costruzione del “Crescent”. Non sembra potersi escludere, infatti, che l’abnorme richiesta avanzata dal comune di Salerno – più che a punire il sottoscritto per un impossibile “reato di opinione” – sia rivolta ad interferire indebitamente nell’ordinato svolgersi delle attività istituzionali della Soprintendenza, determinando strumentalmente le condizioni per trasferire ad altra sede le procedure conseguenti alla pronuncia del Consiglio di Stato, Sez. VI n. 6223/2013, relative al rilascio/diniego delle autorizzazioni paesaggistiche per le opere in argomento. La vicenda – solo tratteggiata, e con numerose omissioni, dal vicesindaco – è, dunque, ben più complessa e inquietante di quanto riferito. E, sebbene Lei, sig. Soprintendente, la conosca almeno quanto chi scrive, non altrettanto può dirsi dei Dirigenti del Ministero, pure chiamati dal comune di Salerno ad occuparsene. E’ dunque indispensabile ricostruirne, seppure sinteticamente, le fasi, anche sulla base delle acquisizioni della competente Autorità Giudiziaria che, in quanto contenute in atti formalizzati proprio in relazione alla costruzione del Crescent, sono oggi di pubblico dominio>>. Ineccepibile il comportamento, sul filo del diritto, da parte di Fausto Martino; lui ha già inviato “per conoscenza” la sua relazione alla Procura ma invita il suo capo ad inviarla ufficialmente unitamente alla lettera del Comune affinchè possa essere accertata la sussistenza della volontà da parte del Comune stesso di interferire indebitamente nell’ordinato svolgersi delle attività istituzionali della Soprintendenza. Questo passaggio tecnico/giudiziario perfettamente messo a segno da Martino, finora sconosciuto, potrebbe dunque aver indotto il sindaco Vincenzo De Luca nella sua trasmissione televisiva del venerdì (18 aprile 2014) a mettere le mani avanti ed a ipotizzare minacce e pressioni sulla Soprintendenza e quindi direttamente su Gennaro Miccio che, da povero cristo in balia delle onde, davvero non sa più che pesci prendere. Insomma il giallo si tinge ancora più di giallo; e pensare che il vice sindaco in questa   squallida vicenda ci si è buttata, bontà sua, anima e corpo. Ma Fausto Martino con la sua relazione coglie un altro obiettivo importante nella figura diretta del suo capo Gennaro Miccio; Martino scrive che la vicenda del Crescent, ben più complessa e inquietante, la conosce molto bene anche personalmente Gennaro Miccio che, a questo punto, viene impalato e non ha più alcun alibi e deve far pronunciare il suo ufficio sotto la lente di ingrandimento e di osservazione della Procura della Repubblica cui è obbligato a riferire anche sulla specifica richiesta di un suo sottoposto. Bella botta, non c’è che dire, bravo Fausto !! In un certo senso esiste una palese assonanza tra l’atteggiamento remissivo e sacrificante della Avossa e il tentennamento oltre ogni logica perdita di tempo del Miccio. Possibile che entrambi abbiano subito o subiscano il cosiddetto <<condizionamento psicologico del capo>>. Difficile da credersi; difatti se Eva Avossa ha sicuramente un capo politico, Gennaro Miccio  non ce l’ha, a meno di credere nell’impossibile. Come è andata finire lo sappiamo. Le risposte le abbiamo avute, e che risposte. La Soprintendenza ha annunciato un provvedimento negativo e il Comune ha fatto di tutto per evitarlo riuscendo a stiracchiare un “tavolo tecnico” che probabilmente non servirà a nulla, anche perché sono emerse altre “interferenze”, o per meglio dire “affiatate corrispondenze” tra qualcuno del Ministero e il Comune di Salerno ed anche la stessa Soprintendenza. Ora bisogna aspettare ancora un po’ per capirne di più, per capire cioè fino a che punto Vincenzo De Luca può ancora contare su importanti leve romane per salvare il salvabile. E la gente ? Nella prossima puntata ne parleremo.

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