tu oggi nell’indifferenza di un uomo che non si accorge più dell’altro, tanto preoccupato di sé, te ne sei andato nell’indifferenza di tutti.
Noi non possiamo non pensare a te e a cosa pensavi mentre davi il tuo ultimo respiro.
Non so se avevi ancora un papà e una mamma, un fratello o una sorella, un amico…!
Si sono certo un Amico ti era a fianco e sicuramente a Lui ti sei rivolto sicuro che ti stava ascoltando.
Al “Comune Amico” mi rivolgo oggi perché accolga te ma soprattutto perdoni noi per quello che non siamo stati capaci di essere:
Sac. Marco Russo
Ciao amico mai trovato,
uomini.
Perdonaci anche tu, sconosciuto a noi ma non a Dio, forse ti abbiamo incrociato ma non ti abbiamo riconosciuto, ci hai forse chiesto aiuto e abbiamo volto lo sguardo dall’altro lato.
Hai sperato lasciando quel piccolo o grande Paese da cui sei partito con tanta speranza nel cuore, con sogni per un futuro migliore, con trepidazione per quanto avresti incontrato… mentre noi, oggi, chiusi nel nostro egoismo sappiamo darti tre righe di giornali, di notizie televisive e null’altro, perché poi calerà il silenzio e a te, come ai tanti prima e, speriamo ai pochi, dopo di te, noi sappiamo donare solo silenzio e indifferenza.
Non mi voglio unire a questo coro, voglio farmi interrogare dalla tua vita e domandarmi se ho fatto abbastanza per “te”, voglio gridare il mio dolore, ma soprattutto desidero unirmi a te e a quanti come te sperano ancora in un mondo di uomini, e a Colui che si è fatto a te prossimo innalzare una preghiera:
“Aiutami a non cessare di amare, di servire, di farmi prossimo e a mettere il mio grembiule quotidiano”.
Che il tuo sacrificio non sia stano vano e possa scuotere la coscienza di questo mondo opulento, di una città che si veste a festa e di strade che rendono invisibili gli uomini come te e che ciascuno pensando a sé risponda personalmente: io ci sono e farò la mia parte senza attendere l’altro che faccia il primo passo.
Salerno 26 giungo 2014