SALERNO – Ho chiuso la precedente puntata di questa lunga storia riportando un’affermazione di mons. Pierro circa la volontà del pm di creare lo scoop riuscendoci. Una dichiarazione molto forte soprattutto perché viene da un religiosi, da un vescovo importante della Chiesa Cattolica; in effetti difficile non credere alla sua innocenza se va così decisamente allo scontro con la pubblica accusa rappresentata dal pm Roberto Penna. Ma il presule non si ferma all’accusa comunque roboante e va oltre, passa cioè all’esame delle esigenze di giustizia che reclamano di essere soddisfatte sempre che la sentenza finale sancisca l’assoluzione piena e senza ombre. Come si fa a quantificare i danni subiti dalla persona ingiustamente accusata e condannata ? si chiede mons. Pierro, e spiega: <<Quando si tratta di danni economico-finanziari, si può facilmente chiudere la partita, secondo criteri di equità e di giusta compensazione. Ma se i danni subiti sono fisici, morali e spirituali c’è prezzo che basti quando è in gioco la sopraeminente dignità della persona umana, con la sua sensibilità, formazione e ruolo ?>>. E qui le risposte sarebbero tantissime, positive e negative al tempo stesso; il vescovo scrive: <<Di qui la richiesta di risarcimento erga omnes avanzata dai legali … spetta agli esperti stabilire l’entità del danno ed il conseguente risarcimento che, come è noto, sarà devoluto per beneficenza o per scopi umanitari>>. Dunque viene alla luce, per la prima volta, che mons. Gerardo Pierro ha avanzato, tramite i suoi legali, una richiesta preventiva di risarcimento erga omnes; questo fatto conferma ancora di più l’innocenza che Egli grida pubblicamente e non da poco tempo. Ora bisogna far largo alla Corte di Appello di Salerno che, dopo una prima seduta introduttiva, ha rinviato il dibattimento al prossimo mese di settembre; spetta alla Corte redimere ogni dubbio circa l’innocenza o la colpevolezza dei tre imputati già condannati in primo grado. Amara la presa di posizione di mons. Pierro verso la conclusione del suo libro: <<La stampa, che non mi è stata mai amica (chi lo pretendeva ?) ha subito notato che sarei il primo e unico vescovo italiano condannato. Non so se ciò risponde al vero. Se così fosse vuol dire che sono un privilegiato dal momento che l’ingiusta condanna mi associa a Colui che, innocente, ha subito la condanna a morte per la salvezza del mondo…in atle certezza, il ricorso in appello non solo non sminuisce il peso della croce, ma diventa un passaggio obbligato peril ipristino della giustizia e della verità. Agli occhi della pubblica opinione, deve essere chiaro che tutto si è svolto nell’assoluto rispetto della legge e senza alcuna prevaricazione di sorta>>. Questa che avete appena letto è l’ultima puntata, almeno per il momento, di una lunga serie di articoli scritti per raccontare <<una vicenda amara lunga cinque anni per servire la comunità>>; un racconto portato avanti alla stregua di una vera e propria inchiesta giornalistica che ha tratto molte cose dal libro scritto da mons. Gerardo Pierro ma che si è basata anche su elementi oggettivi ed obiettivi e su fatti e circostanze ben noti a chi scrive. Prima di chiudere, però, è utile ricordare chi è stato e chi è S.E. Mons. Gerardo Pierro. E’ nato a Mercato San Severino il 26 aprile 1935 da Raffaele ed Agata Senatore. E’ stato ordinato sacerdote il 21 dicembre 1957 ed assegnato alla parrocchia San Nicola di Bari in Coperchia. Il 18 novembre 1974 si è laureato in Sacra Teologia nella Pontificia Facoltà Teologica dellìItalia Meridionale con 110 e lode difendendo la tesi: <<Prospettive teologico-pastorali del nuovo rito del Battesimo dei bambini>>. Il 26 giugno 1981 Papa Giovanni Paolo II lo ha eletto Vescovo di Tursi-Lagonegro, Nell’86 amministratore apostolico della diocesi di teggiano-Policastro e nel 90 di quella di Nola. Il 28 febbraio 1987 divenne Vescovo di Avellino, mentre il 25 maggio 1992 sempre Papa Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo metropolita di Salerno dove fa il suo ingresso il 4 luglio 1992. Il 4 settembre 1999 ha accolto Papa Giovanni Paolo II che inaugurò il Seminario Metropolitano a lui dedicato. Il 4 settembre 2010 ha salutato nel Duomo i fedeli e il 12 settembre dello stesso anno ha accolto e salutato il nuovo arcivescovo mons. Luigi Moretti. Ora risiede nella villa “Conforti” in Pontecagnano Faiano.