SALERNO – Finiranno anche loro nelle fauci del caimano ? Sembra essere proprio questa la domanda che in tanti si pongono alla notizia, per certi versi clamorosa, del passaggio dell’on. Michele Ragosta e dell’assessore comunale Gerardo Calabrese dal SEL nelle file del PD. Non credo che un fatto del genere possa avvenire, almeno lo spero, perché se si dovesse avverare chiederó all’arcivescovo di Salerno, mons. Luigi Moretti, di violare antiche e consolidate prassi e di ribattezzarmi. Significa che a quel punto ne avró viste veramente tantissime, tali da aver accumulato un bagaglio ineguagliabile di esperienze vissute. Peró il fatto che due uomini di qualitá, ultimi esponenti di quella razza che non porta facilmente il cervello all’ammasso, abbiano d’improvviso abbandonato il partito nel quale si muovevano comodamente a loro piacimento la dice lunga, il fatto inoltre che sulla loro scia oltre venti attivisti del SEL li abbiano seguito la dice ancora piú lunga. Certamente qualcuno dirá (come ha giá incautamente proclamato Franco Mari, prima adepto e poi nemico del caimano rosso per i motivi che tutti sanno e fanno finta di non ricordare !!) che con l’uscita di Ragosta e Calabrese non cambia nulla e che gli altri non sono che piccoli numeri forse dice la veritá ma soltanto per i piccoli numeri che davvero non contano niente nel panorama politico nostrano. Ragosta e Calabrese, invece, sono due pezzi abbastanza grossi e molto esperti nelle strategie politiche e quindi é da ritenere che la loro mossa improvvisa non sia stata dettata soltanto da qualche malumore interno (che fino a qualche tempo fa non sembrava neppure pensabile !!) ma anche da qualche presumibile accordo esterno con esponenti di peso del Partito Democratico a livello nazionale. Il tutto nell’ambito di quella guerra fredda (per ora !!) che sta preparando l’ultimo grande assalto al Fort Apache in cui é asserragliato il mitico colonnello Wilkins (alias caimano rosso, alias Vincenzo De Luca). Io spero che alla base del traumatico passaggio di Ragosta e Calabrese da SEL nel PD ci sia proprio quest’ultima previsione della corrente di pensiero che vuole i due attestati nel PD ma certamente contro il sindaco De Luca; l’altra corrente di pensiero che vuole accreditare i due come ulteriori baluardi alla resistenza ad oltranza del caimano sarebbe davvero una iattura. Del resto Michele Ragosta annullerebbe in un colpo solo tutta la sua storia e, soprattutto, il suo capitale politico fatto di coraggioso contrasto alla politica monocratica del suo avversario di sempre; non per niente nella notte del 22 maggio del 1993 Michele Ragosta fu l’unico consigliere comunale a votare contro l’elezione di De Luca a sindaco di Salerno in sostituzione del dimissionario Vincenzo Giordano. Per il momento mi fermo quí nel commento alla notizia clamorosa della transumanza, preferisco aspettare gli eventi prima di pronunciarmi in maniera definitiva; io vengo sai tempi in cui se un politico cambiava corrente nello stesso partito veniva ostracizzato da tutti. Soltanto questo il motivo per cui non riesco mai a digerire facilmente questi cambi repentini di casacca.
direttore: Aldo Bianchini