Maddalena Mascolo
PAGANI – Era partita da lontano, da molto lontano, la campagna elettorale per la restaurazione del Consiglio Comunale di Pagani, forse era partita quella stessa mattina del 15 luglio 2011 quando al tintinnio delle manette sembrava che tutta la nomenclatura che per anni aveva dominato la scena politica dovesse uscire di scena definitivamente. Circa tre anni dopo, con un lungo e travagliato periodo di commissariamento alle spalle, ci ritroviamo nell’ultima domenica prima del voto con gli stessi due personaggi sul nastro di partenza degli ultimi otto giorni prima della “sentenza” finale; domenica prossima finalmente sapremo chi governerà, o tenterà di governare per i prossimi cinque anni la difficile situazione economico-finanziaria ed anche politico-ambientale di una città che ha tutto il diritto di ritornare nella normalità per rilanciare le proprie quotazioni verso quegli obiettivi che le competono a tutto tondo. Per metterla sul piano sportivo, visto che in queste ore il Giro d’Italia volge al termine dopo la scalata dello Zoncolan, mi viene da dire che ai due contendenti manca l’ultima salita, forse la più difficile di tutte che si chiama <<ballottaggio>>. Domenica prossima mancheranno esattamente 37 giorni al compimento del <<terzo anniversario>> di quella spocchiosa e, forse, ingiusta azione giudiziaria già passata alla storia con il nome di “Linea d’ombra” incardinata in un <<sistema Pagani>> che la gente non vede e non riconosce. Tre anni fa i due ballottanti si ritrovarono, anche in quelle drammatiche fotografie estive, su due sponde opposte e lontanissime; Salvatore Bottone sembrava voler dare la spallata finale al suo mentore che lo aveva, non volontariamente, fatto anche sindaco per un anno e mezzo; Massimo D’Onofrio sembrava invece voler fermare gli effetti di quella spallata anche se nei momenti più drammatici dovette defilarsi anch’egli per non rimanere impigliato nelle mostruose ed inesorabili maglie della cosiddetta giustizia. Ora si ritrovano lì, fermi sulla linea di partenza, chinati sugli starting-block, caricati al massimo, pronti a battere l’avversario sulla linea del traguardo; perché comunque vada, domenica l’altra ci sarà il risultato finale e Pagani avrà il suo nuovo sindaco. E’ stata sufficiente una settimana e già, da domenica scorsa, gli altri contendenti sono stati dimenticati; qualcuno ancora cerca di dire la sua, di rimanere sulla scena, di arrampicarsi sugli specchi con dichiarazioni di giornata e certamente fuori luogo; non si rendono conto che la gente ha già scelto e li ha buttati a mare tutti facendo rimanere sui blocchi della partenza finale solo loro due, Bottone e D’Onofrio, che per una insana ironia della sorte hanno rappresentato, e forse rappresentano, la <<longa manu>> di Alberico Gambino che aveva avuto dalla gente, dalla stragrande maggioranza degli elettori il diritto-dovere di governare Pagani e che mani occulte, arruffone, traditrici con manovre false e sibilline hanno fatto sprofondare sotto la polvere di inchieste giudiziarie senza capo né coda, inchieste che però hanno colpito psicologicamente gli indagati, li hanno messi a dura prova nei loro affetti familiari e nel rapporto con la gente che prima li aveva osannati. Più di tutti ha pagato un presso altissimo proprio Alberico Gambino, il sindaco più votato d’Italia ed anche il sindaco più velocemente affossato. Insieme i due ballottanti hanno raccolto il 60% dei voti, una percentuale immensa che avrebbe consentito di schiacciare qualunque avversario, una percentuale che se non paragonabile a quella stratosferica di Gambino, consentirà in pratica al centro-destra di rimanere in sella in una delle città più belle ed anche più strane di tutta la provincia di Salerno. Poi si vedrà, potrà accadere di tutto e di più; le malelingue già prefigurano scenari apocalittici sia per l’uno che per l’altro, con velenose trasversalità politiche che potrebbero portare a nuovi ed ancor più sconvolgenti cambiamenti. Comunque vada, di sicuro il nuovo sindaco si troverà fra le mani un Comune dissestato e sull’orlo del fallimento economico anche a causa di un triennio di infausto commissariamento che non è riuscito a risolvere nemmeno delle tanti questioni sul tappeto. Al di là del punto di vista dei catastrofisti la situazione non sarà delle più facili e se entrambi, Bottone e D’Onofrio, vogliono bene alla loro Città come dicono, dovranno forzatamente trovare una soluzione che vada ben oltre l’ispirazione maligna dei loro rispettivi capi partito e dovranno entrambi, vincitore e vinto, sedersi intorno ad un tavolo e concertare il rilancio e la ripresa di una Città che non può più aspettare e non può rimettersi agli scontri da ultima spiaggia che anche in questa campagna elettorale hanno diviso il centro destra, scontri che rischiano seriamente di lasciare altri morti e feriti lungo la strada delle vendette personali. Ma sono certa che domenica prossima al brindisi per il vincitore parteciperà anche il perdente; sarebbe un momento bellissimo da immortalare nelle cronache del tempo e della storia di Pagani.
il brindisi? attenti al cianuro nel bicchere