Caimangate/47-: sul porto la virata degli imprenditori e la visione di Annunziata

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Per quanto riguarda il “porto”, il “Crescent” e gli altri grandi lavori pubblici di Salerno e provincia sta accadendo esattamente la stessa cosa che accadde agli inizi degli anni ’90. All’epoca molti dei grandi imprenditori del momento alle prime insidie di carattere giudiziario che si incominciarono ad abbattere sui politici di riferimento (Conte e Del mese), presagendo l’imminente caduta dei loro sostenitori, preferirono cambiare bandiere e simboli per passare sotto l’egida del nuovo dominatore della scena (De Luca); vent’anni fa ci fu anche l’aggravante che gli imprenditori non solo lasciarono le vecchie bandiere ma passarono a denunciare brutalmente e senza ritegno le presunte vessazioni e concussioni subite. Adesso sta accadendo, come a dire che la storia si ripete, quasi la stessa cosa. La storia si ripete ed oggi molti imprenditori/industriali stanno rapidamente abbandonando le pseudo bandiere rosse per passare sotto quelle azzurre di Stefano Caldoro. Probabilmente hanno fiutato l’inizio della parabola discendente del Caimano Rosso e la probabilissima riconferma a governatore della Campania dell’ex socialista (sempre che non si voti prima per le politiche !!), e cercano di correre ai ripari in tempo utile, anche se le ultime notizie dopo le europee non sono del tutto confortanti. Del resto lo stesso nervosismo dimostrato dai Rainone nei corridoi di “Palazzo di Città” contro il consigliere Roberto Celano (di cui al precedente articolo !!) è molto indicativo. Ma ora intendo parlare dei due grossi imprenditori, Agostino Gallozzi e Mauro Maccauro, che hanno partecipato ad un summit sulla portualità tenutosi a Napoli lunedì 5 maggio 2014 alla presenza di Stefano Caldoro, Giuseppe Amoruso (presidente Assomar), Alberto Fabbricatore (presidente AS.sa.spe.do) e Angela Voto (della Fai/Confitarma). Gallozzi e Maccauro fino a qualche giorno prima avevano fatto fuoco e fiamme contro lo stesso Caldoro e l’ipotesi di accorpamento dell’Autorità Portuale di Salerno con quella di Napoli. Le  cronache di quell’incontro raccontano di un preliminare accordo per la creazione di una cabina di regia (fino ad oggi inesistente) ma raccontano anche di una sostanziale pacificazione tra il duo Gallozzi-Maccauro e il governatore. Queste le cronache ufficiali, ovviamente ci sono anche quelle ufficiose che raccontano un’altra realtà. In pratica il governatore Caldoro, già pesantemente in campagna elettorale, avrebbe illustrato ai presenti la sua idea di portualità: <<le due autorità restano distinte, Napoli resta a Napoli  e Salerno resta a Salerno>>. Ma nelle pieghe del discorsetto fatto ai suoi uditori sembra che il governatore abbia anche detto che, in pratica, visto che la corsa verso palazzo Santa Lucia è già iniziata, lui al momento non potrà decidere nulla; altra storia, invece, se venisse confermato alla guida della regione, allora davvero le autorità portuali non si toccherebbero, soprattutto Salerno, con un grosso sospiro di sollievo sia di Gallozzi che di Maccauro. All’uscita dal summit la versione per la stampa è totalmente diversa: <<Caldoro ha suggerito di smetterla con la guerra tra Napoli e Salerno perché se ne avvantaggerebbe soltanto Civitavecchia, e Gallozzi/Mauro hanno convenuto che la posizione di Caldoro è ragionevole e condivisibile>>. Sono venuti alla luce i primi segnali di passaggio del Rubicone ? Forse è prematuro dirlo ma gli imprenditori, ce lo insegna la storia, più che alle bandiere guardano a chi può assicurare i mercati attraverso il governo dell’azione politica, ed in questo momento l’unica ancora quasi certa è quella di Stefano Caldoro che si avvia probabilmente ad una riconferma regionale tenuto conto anche che Vincenzo De Luca è ostacolato anche dal suo partito (non si sa bene quale !!) e che verosimilmente sarà costretto, per candidarsi, a ricorrere ad una lista civica. Come dire: <<mentre il sindaco piange e grida il governatore fotte !!>>. Ed ecco dunque il ritorno al passato; probabilmente anche in questo periodo sta avvenendo ciò che si registrò con clamorosi voltafaccia (come dicevo) all’inizio degli anni ’90. Ovviamente ci vorrà del tempo, la campagna elettorale è molto lunga e poi dovranno essere valutati gli effetti delle Europee; ma già il fatto che Agostino Gallozzi (da sempre vicino al sindaco De Luca) all’uscita dal summit giudichi positivamente la posizione ufficiale della regione (non quella ufficiosa !!) la dice molto lunga sulle intenzioni del manager privato che, è bene ricordarlo, deve comunque guardare ai mercati ed a come mantenerli per garantire la propria sopravvivenza ma anche quella di centinaia di dipendenti. Per Mauro Maccauro il ragionamento è leggermente diverso, non è mai stato un uomo pesantemente di De Luca ma ne ha sponsorizzato idee e azioni, pur rimanendo sempre imprenditore con gli stessi interessi di Gallozzi. Ora la battaglia si sposta sui tempi di realizzazione della famosa <<cabina di regia>> e su chi affidare il coordinamento della stessa che potrebbe già essere un passo in avanti in direzione della ricerca di un <<unico comune denominatore>> in grado di elaborare progettualità e snellimento delle laboriose procedure ministeriali governate da un <<consiglio superiore>> composto da oltre cinquanta membri con diritto di firma. Pensate a come è farraginoso il meccanismo e a quanti costi si va incontro, non soltanto sul piano economico ma anche, se non soprattutto, su quello meramente politico con richieste e concessioni di incarichi, convenzioni e spartizioni come in un mercato arabo (souk). Quella della portualità è una partita che Vincenzo De Luca non può perdere, purtroppo per lui sta già sulla strada sbagliata; le contrapposizioni, le urla, le ingiurie (ovvero la pistola sul tavolo !!) non servono assolutamente a niente; non vale neppure ripetere a ritornello che le cose fatte da lui funzionano (ed in molti casi ha ragione !!) e che tutti gli altri non sono capaci di fare niente (ed anche qui ha ragione !!); ma in politica contano i numeri e Salerno rispetto a Napoli è quotata 1 a 5, non di più. Fra poco non potrà far leva nemmeno sugli imprenditori che gli erano stati fedeli, quelli sentono puzza di bruciato e stanno alzando le tende. Gli rimane un’unica grande possibilità, quella di implementare i discorsi sulla portualità organizzata che va facendo da tempo l’attuale presidente dell’Autorità Portuale, Andrea Annunziata, spesso non ascoltato, che ha una visione veramente a 360° della portualità campana, nazionale, mediterranea e mondiale. Alla prossima.

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