SALERNO – Seguo con un certo interesse le storie del passato (Salerno noir) e quelle del presente (I personaggi) attivate rispettivamente da Il Mattino e da Cronache del Salernitano. Tutte belle e raccontate anche con una certa dovizia di particolari dalle penne di primo livello di Luciana Mauro e Corradino Pellecchia.. Ultimamente mi ha preso particolarmente la storia di “Sabino Rinaldi”, il cosiddetto oratore killer, raccontata da Corradino Pellecchia su Cronache del Salernitano. Tutta vera e palpitante anche se manca l’inizio, il vero inizio dell’avventura televisiva di “don Sabino”. Prima ancora di arrivare da Magalli su Rai/1 ai “Fatti vostri”, di condurre il programma “I condannati” sulle frequenze di Telesalerno/1, il <<Caronte dell’inferno politico salernitano>> era stato il protagonista assoluto della rubrica settimanale denominata <<Striscia la sporcizia>> andata in onda per ben due stagioni sulle frequenze di TV Oggi negli anni 91 e 92. Si trattava di una trasmissione della durata di 30 minuti che per precauzione provvedevamo prima registrare e poi a mandare in onda. Ero il direttore di TV Oggi e con l’amico- tecnico Mario Lo Bianco ci dedicammo alla cura di quella trasmissione nata per caso ed esplosa a livelli altissimi di ascolti. Il personaggio Sabino Rinaldi, che a seconda delle necessità si autodefiniva Savonarola, il Conte Ugolino oppure Caligola, fece scalpore con le sue esilaranti storie di sesso, corna e splendide comari. Ricordo con precisione, come se fosse ieri, che in una di quelle puntate portò in studio un vero e verace pastore di Giffoni V.P. con un caprone in carne ed ossa che ammiravano estasiati le effusioni ammiccanti di una giovinetta distesa, seminuda, su un triclinio. Avemmo anche problemi con quella parte bacchettona della città che aveva protestato con i frati di Santa Maria ad Marthires che erano i proprietari dei locali in cui aveva sede la tv di Ettore Lambiase. Ma come era nato questo connubio, il primo dell’era televisiva di Sabino, tra il “rottamatore” per eccellenza e Tv Oggi. Agli inizi del 1991 c’era stato presso il cinema-teatro Capitol una puntata del Maurizio Costanzo Show itinerante; io e Mario Lo Bianco eravamo andati per la realizzazione di un servizio televisivo. All’improvviso nel bel mezzo della puntata fece irruzione sul palco il buon Sabino che incominciò a dardeggiare contro i politici politicanti della Salerno dell’epoca. Capii dopo che il tutto era stato perfezionato dallo stesso Costanzo al quale qualcuno aveva segnalato le capacità oratorie di Sabino Rinaldi. Se non ricordo male fu proprio Mario Lo Bianco a suggerirmi di acchiappare subito Sabino con il quale, il giorno dopo, concordammo tempi e titolo della trasmissione che partì nel giro di pochi giorni. E fu un successo davvero strepitoso; un successo che ci teneva sempre sul filo del rasoio tanta era la capacità d’improvvisazione di Sabino. Poi, per un lungo periodo, non ebbi più modo di incontrarlo; non riuscii a portarlo con me a Quarta Rete Tv, aveva già preso altre strade ed il suo personaggio stava perdendo mordente perché oggetto di non simulate speculazioni di carattere economico e Sabino perse rapidamente la sua effervescenza fino a diventare presto un personaggio più beffeggiato che osannato dalle folle che nel frattempo erano quasi sparite. Ricordo un suo comizio, uno degli ultimi, in Piazza Portanova che lui amava chiamare <<Piazza Puttanova>>; all’inizio c’erano una ventina di persone, verso la fine ero rimasto soltanto io con il fedelissimo Mario. Una tristezza. Non aveva capito che doveva insistere su quel personaggio prima maniera, quello di <<Striscia la sporcizia>> e che non doveva farsi irretire dalle false promesse di facili guadagni. Quante volte io e Mario lo accompagnammo, a volte anche di notte, verso la sua Giffoni dove mestamente si ritirava a meditare. Non so se la sua azione abbia avuto la capacità di cambiare il volto della politica nostrana, come dice Pellecchia nel suo racconto; so per certo che faceva tutto quello in cui credeva fermamente e profondamente. Se ne andò, tempo fa, in silenzio, non come aveva vissuto, lo trovarono già cadavere in casa nella sua Giffoni.