PADULA – La domanda che ho posto nel titolo, e che avevo già posto nel corso di tutta questa inchiesta giornalistica, già contiene in se la difficilissima risposta: il complotto politico è sempre e soltanto ipotizzabile, non c’è mai una certezza assoluta. Del resto se così non fosse non avremmo, soprattutto nel nostro Paese, tanti <<misteri di stato>> che ci accompagnano fin dalla nascita della Repubblica e che, sicuramente, ci avevano inondato anche sotto il <<regime fascista>> e prima ancora. Come dire che il complotto politico esula dai canoni normali di accertamento della verità e si insinua nell’immaginario collettivo con una miriade di sfumature, una più credibile o fantasiosa dell’altra. Del resto neppure la magistratura è mai riuscita a far piena luce su un complotto politico, e questo fin dalla notte dei tempi. Lo vediamo anche oggi con il cosiddetto <<complotto politico>> contro l’ultimo governo Berlusconi, complotto che viene dichiarato da diversi soggetti, che sembra assolutamente credibile e che, comunque, si presta non solo a certezze ma anche a dubbi serissimi ed a fughe dalla realtà apparentemente inoppugnabile. L’inchiesta giornalistica su Padula, questa inchiesta, si prefiggeva il compito di capire; ardua e, forse, anche presuntuosa l’aspirazione di chi come me (mantenendo un profilo di assoluta indipendenza !!) scrive sulla base non soltanto degli atti ma anche della conoscenza della storia politico-giudiziaria di questi ultimi anni, storia che è identica sia a Salerno come a Padula o in tutto il resto del Paese. Come era facilmente immaginabile l’inchiesta ha suscitato reazioni opposte e contrapposte e questo di per se, per un giornalista, è già garanzia di aver centrato l’obiettivo. Ritorno con piacere sui due ultimi commenti, quello dell’anonimo “Leonardo” e del noto Francesco per una prima riflessione di carattere generale derivante da un’affermazione di Leonardo che non condivido affatto. Per quanto mi riguarda non esistono PM buoni o cattivi, così come non esistono SINDACI buoni o cattivi; esistono i PM e i SINDACI. Punto. E questo, vi garantisco, non lo dico per timore dei PM o dei Sindaci. Piuttosto sono i contenuti complessivi dei due commenti che mi inducono a ritenere che a Padula ci sia stato per davvero non tanto un complotto politico vero e proprio ma una escalation di rancori, veleni, invidie e vendette che covavano sotto la cenere ben prima delle elezioni amministrative del 2011 e che sono violentemente schizzate verso l’alto per quei benedetti o maledetti <<sette voti>> di differenza che hanno assegnato la vittoria ad uno schieramento piuttosto che ad un altro. Francesco ha perfettamente ragione quando dice, e scrive, che basta leggere il commento di Leonardo per rendersi conto di cosa è accaduto a Padula prima e dopo quelle elezioni. Però lo stesso Francesco deve rendersi conto che se sul piano squisitamente giuridico-formale e sostanziale le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato sono assolutamente ineccepibili, non si può dire altrettanto su quello dell’immaginario collettivo nessuno (se non il tempo !!) potrà mai togliere dalla testa della gente che nei seggi elettorali nn. 3 e 5 qualcosa sarà anche successo; vuoi perché affidati, forse, a gente inesperta, vuoi perché la coalizione risultata vincente era la stessa coalizione che la sera degli scrutini aveva creato il parapiglia in quei seggi. E c’è anche, e comunque, una strana ed inquietante telefonata partita da uno dei due seggi verso il Comune (o viceversa !!) per chiedere lumi su che cosa fare e su come chiudere lo scrutinio che era, comunque, rimasto fermo e bloccato per alcune ore. Queste non sono invenzioni del giornalista, questa è storia. Su tutti questi fatti che possono anche essere frutto della fantasia collettiva sicuramente non poteva entrare né il Tar e né il CdS (così come non sono entrati !!); questi fatti, però, contribuiscono alla creazione ed al mantenimento di quei rancori, veleni, invidie e vendette di cui parlavo prima. Mischiare o miscelare tutti questi fatti con quanto sta accadendo per il problema della corretta e/o errata interpretazione della legge regionale urbanistica è assolutamente fuori luogo se non proprio molto grave perché, così facendo, si va a colpire in maniera certamente indecorosa una realtà commerciale che era ed è sotto gli occhi di tutti, una splendida realtà che viene da lontano e che è solo frutto di lavoro, sacrifici, sudore. Del resto per il giorno 22 p.v. è convocato il Consiglio Comunale con all’ordine del giorno, tra l’altro, l’approvazione di altre tre proposte di varianti puntuali al PRG. Tutte cose che non hanno niente a che fare con la politica che si è mossa nei confronti della famiglia Bloisi né più né meno come si è mossa nei confronti di tante altre famiglie padulesi che da quella legge hanno, probabilmente anche a loro insaputa, tratto utili e trasparenti vantaggi. Ma per i Bloisi c’è anche un valore aggiunto che riguarda il lavoro, quello offerto agli altri, cioè ai tanti dipendenti che hanno occupato in quella realtà commerciale e che ora, purtroppo, rischiano seriamente di perdere. Oltretutto, per le notizie che ho potuto raccogliere, i Bloisi hanno anche svolto in qualche caso una funzione di <<assistenza sociale>> cercando di recuperare giovani che diversamente avrebbero preso altre strade finendo per diventare relitti della società. Questo non dobbiamo dimenticarlo, al di là dei demeriti che anche i Bloisi potrebbero avere in un contesto sociale ristretto come quello di Padula ed anche al di là della facile piaggeria buonista che sempre scatta in casi del genere. Gentile Francesco, non credo che <<Leonardo>> avrà il coraggio di uscire allo scoperto, probabilmente risponderà ancora e commenterà con maggiore virulenza, ma anche questo fa parte del gioco, e questo giornale non si è mai sottratto e non si sottrarrà adesso ad un utile e costruttivo dibattito.
Egregio dott. Bianchini, ho letto il suo articolo.
Per quanto riguarda le elezioni amministrative che sono state tenute a Padula nel 2011, Le ribadisco tutta la mia disposnibilità a fornire ogni utile contributo alla ricostruzione della verità, non quella giudiziaria-amministrativa o giornalistica, ma alla sola verità.
Affermo ciò in quanto io ero rappresentate per la lista di Paolo Imparato in seno al seggio n.3 e conosco perfettamente come sono andate le cose e, soprattutto, le ragioni per le quali le operazioni di scrutinio in quel seggio terminarono soltanto nella mattinata del giorno dopo.
Ma ripeto, questa è una vicenda diversa, che non può e non deve riguardare i BLOISI.
La vicenda che sta interessando i miei cognati, essendo diventata “vicenda giudiziaria”, deve essere affrontata dagli addetti ai lavori, nelle sedi deputate, ossia nelle aule di giustizia; riconoscendo a Lei, quale giornalista, il diritto di CRONACA.
Non riconsosco agli anonimi, invece, alcun diritto di speculare su questa vicenda, tirando in ballo questioni che non hanno nulla a che fare con delicate e complesse questioni urbanistiche, materia nella quale la certezza del diritto è tutt’altro che scontata.
Concludo questo mio intervento – garantendoLe che sarà l’ultimo – facendo una mia personale considerazione.
Lei ha testualmente scritto nel suo articolo “……….. non credo che <> avrà il coraggio di uscire allo scoperto, probabilmente risponderà e commenterà con maggiore virulenza, ma anche questo fa parte del gioco, ………”
Le chiedo quale gioco?
Quello di Leonardo? Bene, Lui giochi pure.
I miei cognati, invece, non stanno giocando; io, poi, non ho alcuna voglia di consentire ad un anonimo vigliacco di giocare sulla mia onorabilità e sulla onestà dei miei cognati.
Cordialmente La saluto e Le auguro buon lavoro; rappresentandole la mia gratitudine, quale cittadino di questa Provincia, per i suoi contributi all’informazione locale.
Francesco Alliegro.-