Aldo Bianchini
SALERNO/LAGONEGRO – Da Milano a Salerno, da Salerno a Lagonegro, la giustizia nel segno della mancanza di senso logico dell’opportunità. Ovviamente alludo alle Procure della Repubblica che sono sempre, anche loro malgrado, sull’onda del ciclone e delle tempeste. Di quella di Milano scriverò nei prossimi giorni; oggi intendo soffermare la mia attenzione su quella di Lagonegro che tra le tre è quella più a sud, tanto per dare un <<senso di logica>> all’ordine con cui tratterò i tre casi distinti ma uniti da un filo conduttore: l’opportunità di certe scelte. Scelte che attengono momenti comunque diversi ma sempre nello stesso filone della logica e del fatto che un magistrato oltre che essere magistrato deve anche apparire magistrato; oggi purtroppo molti magistrati sono autoritari senza alcuna autorevolezza. A Lagonegro (provincia di Potenza) di recente è accaduto un fatto eclatante che ha scavalcato la politica, o forse è vittima della politica, per sfociare addirittura nella farsa a più riprese. Solo per la cronaca ricordo che al Tribunale di Lagonegro qualche mese fa è stato accorpato quello di Sala Consilina (che era più grande, più importante e facente parte di un’altra provincia, di un’altra regione e di un’altra Corte di Appello). Fatto incredibile solo a pensarci, fatto che comunque ha scavalcato una parte politica per favorirne un’altra, oltretutto la sede destinata a tribunale unico di Lagonegro/Sala Consilina non sarebbe, a detta di molti specialisti, idonea né sul piano degli spazi necessari né su quello più importante della sicurezza. Ma nessuno, ovviamente, se ne frega più di tanto. Alla farsa, però, si è aggiunta un’altra farsa ancora più sconvolgente, quasi una sceneggiata alla napoletana. Sembra che il sindaco di Lagonegro, Domenico Mitidieri, abbia deciso di conferire o avrebbe già conferito la cittadinanza onoraria al capo della Procura lagonegrese (Vittorio Russo), al presidente del tribunale (Matteo Claudio Zarrella) ed al presidente dell’ordine degli avvocati (Rosa Marino) per meriti speciali in ordine alla missione compiuta dell’accorpamento del tribunale di Sala Consilina a quello di Lagonegro. Al di la del fatto che dalle motivazioni di tale calibrato riconoscimento non è dato capire quali siano questi meriti speciali e nell’attesa di doverose chiarificazioni la vicenda si espone almeno a due considerazioni primarie: la prima di ordine logico, la seconda di opportunità deontologica ed ambientale. Partiamo dalla prima. Se proprio vogliamo esaminare nel dettaglio la decisione (per carità anche rispettabile !!) del sindaco di Lagonegro dobbiamo ristabilire il principio secondo cui si concede la cittadinanza onoraria a chi ha operato nel bene e per il bene della comunità concedente l’alto riconoscimento. Ebbene a mio giudizio (sindacabilissimo !!) per quanto attiene la vicenda del tribunale di Sala accorpato a Lagonegro ci sono coloro che hanno operato nel bene e per il bene di Lagonegro, ma costoro non rispondano ai nomi di Russo, Zarrella e Marino bensì a quelli di Michele Marcone e Antonio Rienzo (tra i tanti !!), il primo già presidente dell’ordine degli avvocati di Sala Consilina e il secondo suo successore per gentile concessione (così sembra !!) del primo. Entrambi hanno operato acchè il tribunale di Sala Consilina finisse accorpato a quello di Lagonegro o almeno non hanno fatto tutto quello che potevano fare dall’alto della loro carica istituzionale. Anzi, nella sciagurata cena invernale di Lagonegro, si lanciarono nella sottoscrizione di un accordo (questa è storia e non fantasia !!) che praticamente scippò il tribunale all’ignara Sala Consilina. Ecco questi due hanno avuto meriti veramente speciali e tali da meritare il così ambito riconoscimento. La seconda considerazione è di carattere marcatamente di <<opportunità deontologica>> che attiene la responsabilità di chi è investito di cariche istituzionali o pubbliche. Nei panni del sindaco di Lagonegro mi sarei astenuto dal concedere simile riconoscimento a due alti magistrati ed al presidente dell’ordine, innanzitutto per le considerazioni sopra esposte in merito alla reale fattività dimostrata dai destinatari del riconoscimento; nei panni, invece, del Procuratore Capo e del Presidente del Tribunale mi sarei quanto meno defilato dalla facile trappola dell’inquisito che premia gli inquirenti. Per un semplice motivo di opportunità in quanto il sindaco di Lagonegro risulterebbe nell’elenco dei 51 indagati ( di cui sei destinatari di misure cautelari !!) per la inchiesta sugli appalti per le refezioni e mense scolastiche con l’accusa (ancora tutta da provare !!) formulata dal procuratore aggiunto Francesco Greco secondo il quale: <<Il clima di favoritismo in cui si muovevano gli imprenditori indagati e l’accordo criminoso raggiunto tra questi ultimi e i pubblici funzionari coinvolti, hanno permesso la creazione di un indotto perverso e oltre modo pericoloso, soprattutto in tema di un servizio che prevede la somministrazione di alimenti, anche in considerazione del fatto che i destinatari dei prodotti alimentari i (diversi, per quantità e qualità, da quelli stabiliti nella gare d’appalto) sono alunni delle scuole e degenti di strutture ospedaliere>>. Quando leggo queste sfilze di accuse (che i pm dispensano a tutti !!) mi viene sempre da sorridere e penso che, in definitiva, l’inchiesta sulle mense e refezioni cadrà anch’essa come una pera cotta e l’innocenza di tutti i politici coinvolti verrà alla luce, del resto quasi tutti i coinvolti hanno avuto solidarietà da tutte le parti sociali. Detto questo rimane, però, un problema che non è di secondaria importanza. Il buon esempio viene sempre dall’alto, e allora un Procuratore della Repubblica ed un Presidente di Tribunale farebbero molto bene, non dico a respingere il riconoscimento ma quantomeno a sospenderlo in attesa di tempi migliori, tanto ci sono quelli che potrebbero essere premiati (Marcone e Rienzo) e che il buon sindaco di Lagonegro ha frettolosamente dimenticato. Altrimenti rischiamo di confondere le idee della gente comune che vorrebbe sempre tenere distinti i diversi ruoli, soprattutto tra politica e giustizia.
E’ sempre la stessa storia tutta italiana! Da sud a nord e viceversa si continua a valutare fatti e persone solo in base all’appartenenza e non in base al merito.