La sensazione che si stia facendo qualcosa di buono nella propria vita non sempre si riesce a provare, ed io non rappresento di certo l’eccezione; si fatica per cercare di realizzare qualcosa di buono e l’esiguità della vita non sempre ne sottolinea la sua dolcezza, e così, nonostante il raggiungimento di un traguardo non sempre si ha la consapevolezza di esserci riusciti… Invece in questi giorni ho raggiunto una consapevolezza, quella di aver realizzato un piccolo sogno, pubblicare qualcosa di mio, dopo anni a recensire autori emergenti, ho sentito di dover fermare per un attimo il lavoro degli ultimi anni legato all’amore per la poesia, quella poesia che nasce dentro di me senza che io possa fermarla, quella capacità introspettiva che mi permette di fissare nel tempo le emozioni di un attimo, mie e di altri cuori che battono all’unisono e che mi hanno permessa di mettere nero su bianco le mie emozioni, di sentire appunto Il respiro del mare… Realizzare un sogno è qualcosa che aiuta ad andare avanti, sempre e comunque… Il mio piccolo grande sogno, piccolo per gli altri, grande per me, ha trovato la sua realizzazione nell’idea di poter pubblicare tutte quelle poesie che erano state scritte negli ultimi anni, così raccogliendole in una successione temporale hanno trovato vita. Ciò che unitamente al mio desiderio di fissare nel tempo una tappa della mia vita, ha contribuito all’idea di provarci, è stato il pensiero che un giorno le mie figlie, assidue lettrici, potessero avere fra le mani qualcosa che testimoniasse l’amore che la loro mamma ha nutrito per la scrittura e la poesia…lasciare un po’ di me a loro, così per un attimo mi sono vista invecchiata con il mio libro fra le mani, perché sebbene possa rimanere l’unico lavoro per il resto della mia vita, sicuramente resterà il Mio lavoro, a discapito del tempo che passa…nella mia mente l’immagine di una vecchina che a stento riesce a ricordare e a guardarsi indietro… e che ascolta i nipoti o pronipoti leggerle quelle poesie che tanti anni prima aveva scritto… Questa riflessione così mi porta alla sig.ra Vincenza di Muro Lucano, una centenaria che l’8 maggio ha compiuto i suoi primi 100 anni… e che la pronipote Chiara ha festeggiato su Facebook; nel suo corso storico non ci saranno delle poesie da rileggere ma una vita altrettanto vissuta intensamente. Ogni qual volta si festeggia un centenario, ovvero una persona che sembra aver sconfitto il passare del tempo, si fanno necessariamente delle riflessioni, perché so che dietro quel volto rugoso, stanco e qualche volta sofferente c’è stata una giovane donna o un giovane uomo che hanno tentato di realizzare i loro sogni, che hanno tentato di vivere le loro passioni… e sicuramente se c’è qualcuno che ne racconta le gesta vorrà dire che c’è una famiglia al suo seguito che la sostiene… Così la pronipote Chiara festeggia e racconta la sua bisnonna: “Ho un legame speciale con la mia bisnonna. Sono cresciuta con lei, soprattutto dai primi mesi di vita perché mia madre e mia nonna lavoravano all’ Hotel delle Colline. Anche quando mamma ha lasciato il lavoro con la nascita di mio fratello, io vedevo la bisnonna tutti i giorni. Viveva e vive tuttora a casa della mia nonna materna, sua figlia. In tutti questi anni ho passato tantissimo tempo con lei. Andavo a farle compagnia. Lei mi raccontava tutta la sua vita. Tuttora ricordo molti episodi. Attualmente, purtroppo, dal 2010 non si alza più dal letto (in seguito alla rottura del femore)… in alcuni momenti non è lucida mentalmente. Però ogni volta che vado a trovarla vuole essere coccolata e baciata come ho sempre fatto… Anche se alcune volte mi chiama con altri nomi, sento che mi riconosce come la sua adorata pronipote… – amava cucinare e grande lavoratrice, anche lei aveva una passione – aveva la mania di sfilare maglioni e lavorare la lana ottenuta per fare coperte. A volte, quando ci vedeva con un maglione addosso, subito ci chiedeva se non ci servisse più perché già pensava di sfilarlo e farne una coperta… passava le giornate a lavorare all’ uncinetto, pure nei giorni di festa.”
Una storia come tante ma che acquista un significato diverso perché trascorsi appunto quei cento anni, età che non tutti potremo raggiungere. Onestamente non so se a quell’età si possa avere la consapevolezza di aver raggiunto un secolo di vita vissuto, come un treno in corsa con fermate imprevedibili e attese tanto desiderate, se si potrà dire di essere stati almeno una volta nella vita felici. Ma mi auguro che la sig.ra Vincenza di Muro Lucano dopo una vita trascorsa nella bella Muro spero abbia assaporato la felicità, perché so per certo che la felicità è intrisa di attimi che vorremmo restassero immutati nel tempo e il tempo lei sembra averlo sconfitto… Buon compleanno Vincenza!