Stomaco in fiamme

 

Giovanna Senatore

La vita frenetica, mangiare spesso fuori casa, i lunghi digiuni tra i pasti inducono

delle situazioni di malessere, localizzati sulla pancia, non facilmente identificabili, la

gastrite è uno di essi. Essa è definita come un’infiammazione della parete dello

stomaco che può essere acuta o cronica; i sintomi sono abbastanza generici: dolore

epigastrico dopo i pasti o, anche, a digiuno, senso di pesantezza dopo aver mangiato,

digestione difficile, sazietà precoce, meteorismo, alitosi, ecc.

Anche i fattori che determinano la gastrite sono vari, oltre ad una predisposizione

genetica ci può essere un’alimentazione errata, uno stile di vita non corretto, fattori

psicologici come situazioni stressanti, rabbia repressa, eccessivo nervosismo. Il fumo

è una delle cause principali di questa patologia insieme all’abuso di farmaci, l’alcool,

l’eccessivo consumo di spezie e, infine, condimenti e/o cibi particolarmente irritanti

per la mucosa dello stomaco.

Tra gli alimenti, però, nessuno è da eliminare a priori: la patologia di gastrite si

manifesta in modo molto personale, per cui, nessun cibo ha un effetto lesivo, in

assoluto, sullo stomaco, piuttosto, è auspicabile, effettuare un periodo di “dieta ad

esclusione” dopo di che rintrodurre, in maniera graduale, tutti gli alimenti osservando

la risposta dell’organismo. Il diario alimentare, in questo caso, può essere un ottimo

aiuto, scrivendo tutto ciò che mangiamo durante il giorno è facile evidenziare

l’eventuale alimento, o gli alimenti, che hanno scatenato il bruciore di stomaco.

Una terapia farmacologica efficace (farmaci antiacidi o antisecretivi) terrà sotto

controllo l’infiammazione, in situazioni di emergenza, però, anche un infuso di

camomilla può essere un rimedio per calmare il malessere. Esistono, comunque, delle

semplici, e conosciute, regole di comportamento alimentare che possono prevenire

e/o ridurre i sintomi della gastrite:

• consumare i pasti con calma in ambiente rilassato, prendendosi il tempo

necessario, masticando lentamente e accuratamente ogni boccone.

L’ingerimento di cibi “intatti” rende faticoso il lavoro dello stomaco

stimolando un’ iperproduzione di succhi gastrici,

• evitare di mangiare tardi la sera, almeno due ore prima di coricarsi. Allo stesso

modo è importante che la cena sia leggera,

• suddividere la giornata alimentare in 5 pasti: tre principali (colazione, pranzo e

cena) più uno spuntino a metà mattinata e uno nel pomeriggio, è importante

evitare periodi troppo prolungati di digiuno che inducono l’acidità di stomaco,

• l’apporto calorico totale, come pure, l’apporto di grassi deve essere ridotto,

soprattutto se si è in una situazione di sovrappeso,

• infine, dedicare del tempo al movimento fisico.

Solo il medico, mediante la gastroscopia, può dare diagnosi effettiva di gastrite, così

da consigliare la cura farmacologica adatta, poi, insieme al nutrizionista, potremo

identificare gli eventuali alimenti da eliminare e/o le regole comportamentali da

migliorare per tenere sotto controllo l’infiammazione.

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