SALERNO – Sincerità per sincerità non avrei mai pensato che agli ordini del Caimano Rosso ci fosse gente disposta non solo a portare il cervello all’ammasso ma anche gente disponibilissima ad arrivare al duro scontro verbale e, se necessario, finanche allo scontro fisico. Ecco perché il “sistema di potere deluchiano” resiste nel tempo ed è a prova di qualsiasi congiura o attacco di forze avversarie. La storia degli uomini del cosiddetto <<cerchio magico>> almeno a Salerno non si è ripetuta; sta tutta qui la differenza tra il “potere contiano e quello deluchiano”; con Carmelo molti voltarono la faccia quando capirono che le vacche da mungere erano ormai senza latte; con Vincenzo la storia è completamente diversa e ci sono uomini disposti a sacrificarsi anche fisicamente. Quando poi si schierano addirittura gli imprenditori la questione diventa problematica e diventa difficile anche a voler soltanto spiegare che forse qualche volta il Caimano Rosso può avere torto. L’episodio accaduto nei corridoi di palazzo di Città (fonte Cronache del Salernitano del 26 aprile 2014) è ampiamente significativo in tal senso: un imprenditore di successo (Elio Rainone) incontra il consigliere comunale di opposizione (Roberto Celano), il secondo fa un cenno di saluto verso il primo che incomincia ad inveire invece di rispondere al saluto. Scrive testualmente Cronache: <<… il consigliere comunale, in quota Fratelli d’Italia –notizia errata perche Roberto sta con NCD- , lo saluta … Un gesto di mera cortesia ma tanto basta a scatenare la rabbia di Rainone. La cenere covava sotto il fuoco e l’imprenditore fa esplodere “lava e lapilli” contro l’esterefatto consigliere comunale. Parole di fuoco, probabilmente, legate alla battaglia che Celano da tempo, sta portando avanti sia per la realizzazione del Crescent (opera appaltata proprio alla società di riferimento di Rainone) sia per quanto concerne la questione della Piazza. L’imprenditore si è lasciato andare ad invettive e minacce sotto gli occhi di Mariano Mucio e Dario Loffredo …>>. Un fatto molto spiacevole che è testimoniato, comunque, dalla presenza di due persone che non sono del tutto estranee alle vicende della vita all’interno del palazzo di Città. Non so cosa sia accaduto dopo questo sfogo dell’imprenditore, non ho chiamato Roberto Celano per saperne di più. Mi basta aver letto il lungo articolo su Cronache (con richiamo a tutta pagina in prima) per capire e trarre le mie conclusioni che sono, lo anticipo, assolutamente lontane dall’atteggiamento a dir poco fuori luogo del noto imprenditore. Ma aggiungo che sotto certi aspetti lo capisco pur non convivendo il suo modo di fare che è, badate bene, un modo di fare molto antipatico perché è connaturato all’essere componente di spicco della “casta proletaria”. Non è assolutamente colpa sua, è la casta che è fatta così. Nel corso della mia vita giornalistica ho avuto a che fare con parecchie situazioni del genere, dalla famiglia Del Mese alla famiglia Calabrese (quella del Cedisa – La Quiete) per finire al gruppo Lombardi (ex patron della Salernitana Calcio), e posso affermare a ragion veduta che gli atteggiamenti sono sempre gli stessi. Con questa gente o ci vai d’accordo o ti devi scontrare perché presuppongono che con il loro <<dio denaro>> possono gestire a loro piacimento tutto. Con le famiglie sopra citate ho avuto lunghe frequentazioni e posso, in buona fede, pubblicamente dichiarare di non aver mai consentito a nessuno dei loro esponenti di trattarmi come sono abituati a trattare tutti; non so se per la famiglia dei noti imprenditori Rainone (imparentati anche con Alberico Gambino di Pagani) il discorso sia lo stesso. A parte la brutale aggressione verbale contro Celano non ho sufficienti elementi di giudizio. Posso soltanto dichiarare che in maniera indiretta nel febbraio del 2011 ho avuto a che fare proprio con un Rainone, non so se proprio Elio Rainone. Avevo scritto su www.dentrosalerno.it un articolo dal titolo <<Salerno: termovalorizzatore, l’irascibile Hulk>> nel contesto del quale avevo messo a fuoco una violenta polemica scoppiata tra due ATI (associazione temporanea di imprese) facenti capo l’una ai Rainone e l’altra ai Lombardi. Allora il gruppo Rainone era schierato con Edmondo Cirielli mentre il gruppo Lombardi veleggiava tra De Luca e Cirielli nell’attesa che la Salernitana Calcio (già lasciata burrascosamente !!) fallisse definitivamente; lo scontro era costituito dall’appalto per la costruzione del termovalorizzatore. Il mio scritto (assolutamente innocuo rispetto ad altri articoli !!) evidentemente non piacque a Rainone e puntualmente la mattina del 3 febbraio 2011 Roberto Celano mi chiamò sul telefono di casa per invitarmi a moderare i toni enfatici verso l’amico Rainone (non ricordo, ripeto, se Elio o un altro del gruppo !!) che aveva minacciato querele contro di me. Rimasi un po’ perplesso ma capii l’invito di Roberto come esclusivamente dettato da ragioni di rapporti politici. Cercai, comunque, di spiegare che appiattirsi così tanto nei confronti di un imprenditore, esponente della casta proletaria, non portava e non porta mai da nessuna parte; ma come al solito non fui ascoltato perché storicamente è risaputo che i consigli non pagati non sono mai buoni. Potrei dire adesso che Roberto se l’è quasi cercata questa baruffa; sono convinto del contrario e cioè che Roberto nella sua trasparente linearità politica ha pensato, al momento del saluto, che i rapporti personali sono sempre altra cosa rispetto ai rapporti professionali e politici. Purtroppo ha avuto torto per la seconda volta e spero che adesso abbia definitivamente capito che con i <<signori della casta proletaria>> è sempre preferibile avere soltanto rapporti dialettici e nulla più, rimanendo sempre fermi sulle proprie idee soprattutto per chi intende fare politica o giornalismo nell’accezione più pura del termine. Un giorno vi racconterò cosa è accaduto direttamente a me con il noto imprenditore Antonio Lombardi e sarà veramente da ridere. <<Meglio andare con le pezze sul sedere che piegarsi ai voleri dei proletari divenuti ricchi>> mi diceva spesso mia madre parafrasando e miscelando detti antichi. Aveva profondamente ragione, purtroppo anche questo è un consiglio che non si paga se non alla fine e sulla propria pelle. Ma in definitiva dalla preistoria fino ad oggi niente è cambiato e il potere, sia esso della casta proletaria che della politica ovvero delle caste in genere, si comporta sempre allo stesso modo, con arroganza e supponenza,come se tutto gli fosse dovuto, senza concedere la minima possibilità di replica o di confronto, quasi come in una rabbia iconoclasta. Ricordo ancora con stupore quello che accadde (solo per citare un esempio !!) agli inizi di febbraio di quest’anno al bravo collega Andrea Pellegrino di Cronache del Salernitano, reo di aver parlato e scritto sul suo giornale delle famose <<consulenze d’oro>> e per aver svelato che il Comune di Salerno pagava parcelle milionarie a consulenti, collaboratori esterni e avvocati amministrativisti. Apriti cielo il collega fu subissato di proteste e il giornale dovette affrettarsi a pubblicare la smentita di uno dei professionisti più affermati della nostra Città. Ecco questo è l’esempio più classico di come reagisce subdolamente <<la casta>> che nella maggior parte dei casi intimorisce con la larvata minaccia di querele, senza avere (fortunatamente !!) sempre bisogno di arrivare alle <<invettive e minacce sotto gli occhi di testimoni>>.
direttore: Aldo Bianchini
Egregio Dott. Bianchini,
non faccio parte della “casta proletaria”, come Lei la definisce, però credo che il Suo articolo sia troppo infarcito di pregiudizi e di “rabbia covata sotto la cenere” e troppo a difesa di una classe politica e dirigente che pur fallita continua a vivere sulla pelle dei comuni cittadini, di cui fa parte anche “la famiglia Rainone”.
Nel caso del Crescent, poi, le Sue similitudini con altre opere ricordate è assolutamente fuori luogo.
Infatti, nel caso del Crescent ragioniamo di un’opera che non costa al pubblico ma che è realizzata a totale rischio di capitale privato (diritti di edificazione, costo della costruzione, etc. etc.) per cui mi sembra non solo lecito, ma addirittura più che legittimo, che un imprenditore privato che rischia propri capitali si attenda dalla politica non FAVORI ma INTERVENTI regolari privi di accanimento.
Converrà con me che la famiglia Rainone, e gli altri soci dell’ATI, hanno partecipato ad un bando pubblico indetto dal Comune di Salerno, hanno pagato i diritti di edificazione e sostenuto i costi di costruzione dell’opera, e quindi è LEGITTIMO che si attendessero di poter completare l’opera e di poter realizzare i ricavi attesi.
Invece sono stati coinvolti, loro malgrado, in beghe di natura politica, hanno subito per anni accanimenti di ogni tipo e addirittura interventi giudiziari senza colpa alcuna, il tutto esclusivamente perchè la foga politica contro DE Luca è andata avanti senza curarsi di niente e di nessuno….
Se l’opera è stata progettata ed autorizzata senza i regolari permessi (come sostengono i comitati anti crescent), se dopo anni il Consiglio di Stato formula osservazioni, se l’opera viene bloccata per responsabilità non attribuibili ai costruttori, mi chiedo e Le chiedo cosa c’entrano i Rainone e perchè non hanno nemmeno il diritto di lamentarsi ed anche di reagire in malo modo nei confronti di un soggetto (non l’unico ovviamente) che gioca il proprio ruolo politico a seconda del posto che occupa (al Comune contro tutto ed alla Provincia a favore di tutto) senza preoccuparsi dei lavoratori impegnati, dei capitali impiegati, e perchè no dei destini di un’impresa privata.
Poi il Crescent potrà piacere oppure no però è un dato incontrovertibile che si tratta di un intervento programmato, progettato e messo a gara dal COMUNE DI SALERNO ed un gruppo di imprenditori privati si è assunto il rischio di impresa della sua realizzazione impiegando PROPRI CAPITALI e non SOLDI PUBBLICI.
Consegue da tanto anche la non comparabilità di tale intervento con le classiche opere pubbliche, pure da Lei ricordate, perchè quest’ultime retribuiscono la realizzazione e quindi garantiscono l’aggiudicatario dell’appalto…. Nel caso del CRESCENT il rapporto è invertito…. il comune incassa e realizza l’opera, il costruttore impiega propri capitali e si attende un risultato profittevole sapendo che detto risultato può non arrivare DAL MERCATO ma mai può preventivare che esso non arriva per colpa degli errori e/o delle beghe della politica….
Egregio Direttore, ci sarà pure la “casta proletaria” ma molto peggiore è ” la casta della politica” che vede il Dott. Celano, ad esempio, rivestire il lauto incarico di Presidente Ecoambiente senza correre rischi e senza ottenere risultati, eppure ne riceve un reddito….. elevato.
Concludo dicendo che se il Dott. Elio Rainone ha un torto, ebbene è quello di essersi fidato – da imprenditore che investiva – di una classe politica inadeguata e fallita…..
Ad maiora