LAVORO: dal “ Mea Culpa ” di Nicola Landolfi … il privilegio di avere un lavoro.

 

Antonio Citera

 

Proprio nel giorno dedicato al lavoro, il primo  maggio, il segretario provinciale del Pd di Salerno Nicola Landolfi, su facebook da il meglio di se e, riassume in maniera perfetta la condizione occupazionale  della provincia salernitana affossata nel labirinto dell’inerzia e dell’abbandono. Una condizione dettata da una politica che ha spento ogni possibile lume di speranza, gestioni amministrative “ clientelari ” sospinte da una sete di potere assoluto che spesso, molto spesso hanno reso l’apparato amministrativo un contenitore di voti per questo o per quel personaggio. Tutto questo appare chiaro ed esplicito nello scritto di Nicola Landolfi il quale è parte integrante della disfatta, poche righe che trasmettono al lettore quel senso di rivalsa e di rivendicazione dei diritti che da tempo sono negati o, per meglio dire sono barattati con la “ fama “ dell’apparire. Uno scritto “ populista “ che dimostra ancora una volta come la farsa della politica incoraggia e, allo stesso tempo sottomette la “ buona fede “ di chi ancora oggi crede alla pantomima che oltre ai gesti esprime quell’arroganza senza tempo che si consuma all’interno dei palazzi del potere, quel cinismo che fa male, che scotta, che purtroppo ritroviamo nelle parole che Nicola Landolfi ha scritto sulla bacheca di facebook pur sapendo che nella categoria dei privilegiati e dei caporali il suo nome brilla di luce accecante.

Ecco il suo capolavoro:

<< Il 1 MAGGIO é e deve diventare sempre di più la Giornata per il lavoro, per lo sviluppo, per le pari opportunità. Per quelli che meritano e per chi ne ha bisogno. Dalle nostre parti la lotta per il lavoro riguarda tutte le generazioni. C’é una nuova disoccupazione giovanile di massa, ma c’è anche una ulteriore ondata di precarietà nelle professioni intellettuali e in quelle libere, una soggezione a capetti, caporali e privilegiati, che ricattano e sfruttano il lavoro femminile e giovanile. L’Italia é il paese del pubblico impiego gonfiato negli anni del penta partito ed é anche il paese nel quale vincitori di concorso possono rimanere a casa pure fino alla pensione. E, ancora, diventa progressivamente più precario tutto il comparto industriale, quello delle opere pubbliche, fermati dallo scontro tra finanza ed economia, ma anche da una burocrazia che privilegia il comitatismo rispetto agli interessi generali. Il 1 MAGGIO, allora, o é questo o non ha più senso. O é il giorno per riflettere e decidere su quello che bisogna fare ‘qui’ e ‘ora’, o diventa una parata ridicola e militante, fatta da protagonisti che se lo possono permettere, di sfilare, perché il lavoro ce l’hanno, perché fanno parte della generazione che non ha pensato al futuro. Per questo anche i Sindacati sono chiamati a cambiare pelle e ad essere parte di questo rinnovamento e di questa ricerca ossessiva, più liberale e aperta, che dobbiamo conquistare e mettere in campo. Per il lavoro per tutti, davvero. Per il merito. Per le donne. Per i padri di famiglia. Per quelli che verranno dopo di noi, che dovranno avere un’Italia migliore di quella che ci hanno lasciato in dotazione, quelli prima di noi. Buon 1 maggio a tutti, senza passerelle, con la voglia di concretezza e di cambiamento.>> -nicola landolfi-

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