Aldo Bianchini
PADULA – Prima di andare avanti con questa inchiesta giornalistica (condotta sul filo della lettura delle carte e dell’ascolto di tecnici e amministrativi nonché penalisti e amministrativisti) che si annuncia complessa e molto articolata è necessario <> e chiarire preliminarmente che, nella fattispecie, non siamo di fronte alla battaglia di presunta legalità portata avanti da un solo operatore commerciale contro un altro operatore commerciale, così come in molti (soprattutto la stampa locale !!) vogliono far credere. E come vi avevo annunciato nella precedente puntata ecco svelato l’arcano segreto, che è quasi come quello di Pulcinella in quanto tutti conoscono fatti e personaggi, dei due attori in campo, e nessuno ne parla. Sono le ditte VEMATEL di Vincenzo Sanseviero (da un lato) e BLOISI di Giuseppe Bloisi & F.lli (dall’altro lato); entrambe di Padula ed entrambe titolari rispettivamente di avviate attività commerciali assolutamente diverse per tipologia di prodotti trattati. Le dicerie popolari, spinte ad arte da chi sa e non vuole esporsi per paura, tentano di accreditare nell’immaginario collettivo della gente la figura di Vincenzo Sanseviero come un novello <> e la figura di Giuseppe Bloisi come la <>. Non è assolutamente così; Sanseviero non è il giustiziere solitario e Bloisi non è la vittima di turno. In linea di massima è, però, facilmente intuibile che Vincenzo Sanseviero, ritenendosi danneggiato dall’azione del Suap (Sportello Unico Attività produttive), supportata dall’Amministrazione Comunale, abbia cercato e stia cercando (rifondendoci anche denaro di tasca propria !!) di capire fino a che punto è credibile quello che lui suppone essere stato organizzato macchinosamente alle sue spalle con conseguenze disastrose sul piano finanziaro. In pratica Sanseviero della sua vicenda ne fa, presumibilmente, un fatto di carattere generale che riguarda non tanto le singole attività commerciali (comunque chiamate in causa !!) ma il presunto <> che l’Amministrazione Comunale di Padula avrebbe messo in atto da alcuni anni. Così come è facilmente comprensibile l’atteggiamento di chiusura di Giuseppe Bloisi che si è visto additato come unico responsabile di chissà quali nefandezze (parlo di urbanistica !! e non di altro) in danno della comunità padulese. Ma Bloisi in definitiva ha realizzato, con l’ampliamento della già esistente attività commerciale, soltanto quello che gli è stato concesso di realizzare (non un centimetro di più !!). Quale colpa può essere imputata a Bloisi se alla fine si scopre che le autorizzazioni concessegli dal Comune, dal Suap, dalla Provincia e dalla Regione sono state concesse su presupposto <> sbagliati e fuori legge ? Nessuna, è la risposta più semplice in un Paese normale; ma qui siamo in un Paese ai limiti della normalità, dove oggi si legifera in un modo e domani in maniera completamente opposta. Un po’ come è successo per il PRG di Padula, con un solo dato certo: l’unico che è stato sicuramente colpito è Bloisi che ha visto la sua struttura commerciale sequestrata e sigillata per fatti di natura tecnico-urbanistica, e solo per quelli. Ma l’inchiesta è soltanto all’inizio e in tanti tremano. Di questo, probabilmente, doveva rendersi conto Vincenzo Sanseviero quando ha iniziato la sua battaglia di legalità; è vero che la sua rabbia l’ha scatenata contro il Comune ma è altrettanto vero che un po’ di <>, in merito al cataclisma che la sua azione avrebbe potuto produrre in danno di incolpevoli aziende e ancor di più incolpevoli dipendenti che dalla sera alla mattina hanno perso il lavorro, assolutamente non guastava. E’ necessario, a questo punto, chiarire un concetto di fondo: non conosco affatto Vincenzo Sanseviero, conosco poco Giuseppe Bloisi e questo giornale con nessuno dei due ha mai intrattenuto alcun rapporto commerciale. Questa la situazione, almeno per ora !! Dico questo perché, come avevo già scritto nella prima puntata, la questione potrebbe avere risvolti incredibilmente pericolosi per tutti: dagli amministratori ai tecnici comunali, dal Suap alle singole attività commerciali insediatesi lungo la strada statale (SS.18) per tutta la lunghezza del comprensorio padulese, per finire anche ai CTU (Consulenti Tecnici dell’Ufficio) che nelle relazioni depositate in Procura sono stati fin qui contraddittori tra loro. Tutta colpa della prima giunta Alliegro !! sussurra più di qualcuno negli ambienti bene informati di Padula. Non credo sinceramente che sia proprio così. La prima giunta Alliegro (ed arriviamo al punto saliente) ebbe storicamente il merito di predisporre il PRG (Piano Regolatore Generale) e brigò affinchè la Regione lo approvasse senza alcuna variazione (caso più unico che raro !!) dei suoi interessanti contenuti che in sintesi è bene riportare. Va preliminarmente detto che, quindi, Padula è stata capace di dotarsi di PRG rispetto a decine di altri comuni che ancora brancolano nel buio e aspettano le determinazioni del famoso o famigerato PTCP (da attuare in tutti i comuni per evitare distorsioni e/o sperequazioni) che è stato lanciato nel 2009 dalla giunta di destra della Provincia. In quel PRG c’era (e c’è) un’assoluta novità di carattere tecnico-urbanistico difficilmente riscontrabile in altre realtà comunali: tutti i siti posti lungo la strada statale (SS.18) potevano essere soggetti a cambio di destinazione d’uso da <> a <>; assoluta novità anche in ragione di un grande attrattore turistico come la CERTOSA di San Lorenzo che esigeva ed esige un pluralismo di <> sull’intero territorio. Con grande lungimiranza gli amministratori dell’epoca intuirono che così facendo poteva essere impresso uno sviluppo eccezionale di tutte le attività produttivo/turistiche esistenti e consentire la nascita e la crescita di altre realtà. E così è stato. Capirete benissimo che da questa novità ci hanno guadagnato tutti, almeno quelli che possedevano e possiedono un sito lungo la statale che attraversa i confini di Padula e che all’epoca videro lievitare il valore delle loro proprietà in maniera esponenziale verso l’alto. Per maggiore tranquillità e serenità di tutti l’A.C. istituisce ed organizza il SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) affidandone la gestione tecnica al geom. Angelo D’Aniello che per le sue decisioni in materia di concessioni e/o di rigetto deve, comunque, tener presente i deliberati della “Conferenza di servizi”, un organismo modulabile e con presenze alternate tra Comune, Provincia, Ass. di categoria, ISPESL, Autorità di bacino, ecc. Per legge il SUAP valuta le pratiche singolarmente e come tali le tratta alla stregua di <>, ovvero ogni pratica può essere modulata come fosse un PRG diverso dall’altro insediamento posto semmai a pochi metri di distanza. Insomma, come dire che il Suap e la Conferenza di Servizi avevano ed hanno una autonomia decisionale difficilmente controllabile. Ma il racconto è necessariamente lungo. Nella prossima puntata sarà trattato anche la falsa notizia degli avvisi di conclusione delle indagini, avvisi derivati non dalla pratica di Bloisi ma da altro. E c’è anche una novità che riguarda direttamente il pm Carlo Rinaldi che sta conducendo l’inchiesta. Alla prossima.