PADULA – Qualche giorno fa, esattamente l’ 8 aprile 2014, ho letto su alcuni quotidiani una notizia grazie alla quale posso cimentarmi in un nuovo commento. Lo ripeto spesso; molti colleghi giornalisti, bontà loro, lavorano per me nella caccia delle notizie che mi consentono di approfondirle andando dentro e dietro la stessa notizia; e li ringrazio per questo. Ma veniamo alla notizia. Ben dieci indagati tra amministratori comunali, imprenditori, tecnici progettisti e, dulcis in fundo, il proprietario di un’attività commerciale di abbigliamento. <<Abuso di ufficio e falso ideologico>> queste sarebbero le pesanti accuse. Secondo voci bene informate sarebbero diverse le attività commerciali a rischio; quindi verrebbe subito da dire che non ci troviamo in presenza di una denuncia speculare diretta contro un solo titolare di attività commerciale come l’azione della magistratura, in questo momento apparentemente unidirezionale, lascerebbe credere. E non siamo, quindi, di fronte a un cittadino contro un altro in una sorta di rinnovato Kramer contro Kramer di filmica memoria. C’è di più, molto di più. E c’è anche molta confusione che la forsennata corsa giornalistica alla <<prima notizia>> non ha consentito di svelare pienamente. La stampa di questi ultimi giorni ha lasciato intravedere un qualcosa di errato, nel senso che ha direttamente collegato la notifica degli <<avvisi di conclusione delle indagini>> alla denuncia del cittadino (che altri non è se non un imprenditore commerciale) contro il titolare di un’impresa commerciale la cui attività è stata posta addirittura sotto sequestro giudiziario. Non è assolutamente così: gli avvisi di conclusione delle indagini sono indipendenti dal provvedimento di sequestro. In pratica ci troviamo di fronte a due distinti provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, connessi tra loro soltanto perché inerenti la più ampia e complessa indagine condotta dal pm Carlo Rinaldi della Procura della Repubblica di Lagonegro. Dunque se esiste davvero questa inchiesta a 360° sulle modalità, o quanto meno sulle linee guida, adottate dal SUAP (Sportello Unico Attività Produttive) di Padula ed avallate dall’A.C. (Amministrazione Comunale) potremmo trovarci di fronte ad un fatto assolutamente eclatante e, forse, unico in tutta la provincia di Salerno; in pratica il sostituto procuratore della repubblica di Lagonegro potrebbe aver messo le mani su un vero e proprio <<sistema illegale>> nella concessione delle autorizzazioni edilizie o, nel caso più semplice, su un malcelato <<complotto politico>> in danno di un solo operatore commerciale ed a vantaggio indiretto e, forse, non voluto di tutti gli altri, o quasi. Un’inchiesta, quindi, che potrebbe portare davvero molto lontano e che allontanerebbe subito i sospetti che possa trattarsi di una denuncia singola contro un singolo commerciante. Così non è, e cercherò di raccontarlo nelle prossime puntate di questa intricante storia dai risvolti molto provinciali dove le amicizie o le inimicizie politiche possono a volte generare dei conflitti interminabili e dai risvolti assolutamente imprevedibili. Per capire meglio il tutto, fin dalla prossima puntata incomincerò a chiarire di chi e di cosa stiamo parlando, anche perché il tutto (almeno a livello amministrativo) affonderebbe le sue radici nel lontano 2004 quando quasi <<per grazia ricevuta>> (e non si sa bene come e perché !!) la Regione Campania approvò lo strumento regolatore urbanistico di Padula (caso più unico che raro !!); e non mancheranno di certo le sorprese !! Nel titolo ho parlato anche di <<coraggio del sindaco Imparato>>. Difatti il sindaco Paolo Imparato è sceso in campo in prima persona, mettendoci la faccia, non tanto per chiarire la genesi degli avvisi di conclusione delle indagini (avvisi generati da una strana delibera, ma di questo avremo modo di parlarne !!) ma quanto per difendere, ed a spada tratta, la vita stessa di un’attività commerciale che (come quella posta sotto sequestro) da lavoro a tantissimi giovani della zona e ne avrebbe dato anche di più dopo l’ampliamento finito nelle maglie della giustizia. Un sindaco, in definitiva, se non si preoccupa di questo di cosa deve preoccuparsi ? Oltretutto l’intervento a gamba tesa di Imparato è rivolto a smantellare ogni ipotesi meschina di accreditare al malcapitato commerciante una vendita dissennata di capi d’abbigliamento (sportivi e non) taroccati. Ed ha fatto benissimo Paolo Imparato, non so quanti altri sindaci avrebbero fatto ugualmente, a chiarire i fatti ed a ripristinare la buona immagine della stessa azienda sotto il profilo strettamente commerciale nell’attesa che presto possa riprendere la sua attività. L’unica cosa che rimprovero al sindaco è quel suo appiattirsi, ma questo lo fan tutti, sulla solita e rituale frase: <<Ho massima fiducia nell’opera della Magistratura e sono certo che tutto sarà presto e definitivamente chiarito …>>; no, caro Paolo, io non ho fiducia in questa giustizia; preferisco sempre attendere le conclusioni che anche in questo caso potrebbero essere serenamente e completamente diverse da come oggi le prospetta il <<castello accusatorio>> della Procura che, purtroppo, va sempre e solo alla ricerca dei capi di accusa e mai di quelli a tutela degli indagati così come prescrivono le leggi di questo <<strano Paese>>. Onore e merito, comunque, al sindaco di Padula per aver sacrificato un pezzo della sua stessa immagine al fine di chiarire la vicenda e, forse, salvare quei posti di lavoro per i quali un amministratore deve sempre e comunque lottare. Contrariamente al mio modo di scrivere sono stato, questa volta, un po’ ermetico, lo so, ma chiarirò tutto. Alla prossima.
direttore: Aldo Bianchini