PAGANI – Si avvicinano le elezioni e si ritorna, inevitabilmente, a parlare degli scrutatori e del modo in cui gli stessi dovrebbero essere selezionati per l’attribuzione dell’incarico che non è soltanto un puro fatto economico ma anche, se non soprattutto, un servizio dall’alto profilo sociale e democratico. Negli anni, invece, la scelta degli scrutatori si è talmente imbastardita da diventare terreno di scontro totale ed assoluto e finalizzato soltanto all’accaparramento, talvolta senza alcun profilo professionale, di quei soldi pubblici accoppiati spesso anche all’assenza giustificata dagli uffici pubblici. Contro questo sistema combattiamo un po’ tutti, o almeno abbiamo combattuto un po’ tutti,e quindi le recenti e più moderne battaglie del “Movimento 5 Stelle” non sono altro che la coda di storiche contestazioni. Per alcuni decenni, nella famigerata prima repubblica, ad ogni elezione si attivava una sorta di gara alla conquista del posto di scrutatore che in città rappresentava un sussidio economico e nei paesi un segno distintivo ed onorifico per le famiglie che esprimevano siffatti elementi. La situazione oggi è probabilmente e radicalmente cambiata e l’affare è divenuto soltanto uno specchio per le allodole, nel senso che attraverso la scelta degli scrutatori i politici intendono premiare l’affidabilità delle famiglie dei cosiddetti “grandi elettori”, quelli cioè capaci di calamitare e guidare una certa porzione di voti, tutto almeno sulla carta e nelle intenzioni. Poi, si sa, il voto è segreto e tutto può cambiare al riparo della cabina elettorale. E su queste nomine negli ultimi anni si è scatenata una vera e propria guerra di posizione, chi vorrebbe il sorteggio, chi vorrebbe indicare soltanto professionisti affermati, chi vorrebbe chiamare soltanto disoccupati e/o inoccupati; insomma di tutto e di più. E’ talmente alta la tensione verso la scelta degli scrutatori che spesso non si crede nemmeno più nella legittimità e nella validità del sorteggio, difatti tantissimi sono stati in passato gli imbrogli anche su questo sistema. A Pagani la scelta del sistema, prima ancora che degli scrutatori, è affidata ovviamente ai tre commissari (Gabriella Tramonti, Salvatore Carli e Mauro Passerotti), al presidente ed ai componenti la commissione elettorale; ed è a questi soggetti che anche a Pagani (così come è già avvenuto a Cava per le elezioni Europee) il “Movimento 5 Stelle” fa appello al fine di garantire la massima legalità e trasparenza delle operazioni ed indica anche le categoria nelle quali andare a pescare i soggetti idonei a tale compito: persone meno abbienti e disoccupati, anche in funzione dell’attuale crisi economica. Esiste comunque una normativa (Legge n. 95 dell’8 marzo 1989) ma la stessa lascia ampio margine di discrezionalità a chi è chiamato a decidere. Sarebbe ovviamente meglio e più conveniente emanare un avviso pubblico, attraverso manifesti murari, in modo tale da consentire l’iscrizione negli appositi registri ed a chi non si iscrivere di esercitare il proprio diritto di controllo conoscendo, appunto, le regole di ingaggio. La partita è aperta e noi, con il vostro aiuto, saremo qui a vigilare. Qualche giorno fa su questo giornale abbiamo pubblicato il comunicato con cui il Mov5Stelle di Cava chiedeva, per le europee, la chiamata dei disoccupati nel ruolo di scrutatori; simpatico il commento di un lettore che ha scritto: <<… e come faremo a controllare se i disoccupati semmai guadagnano più degli occupati ?>>. Non è facile rispondere a “Gennaro” di cui condividiamo certamente il disagio in un’epoca in cui davvero è possibile tutto ed il contrario di tutto.
direttore: Aldo Bianchini