SALERNO – Pochi giorni fa mi trovavo dinanzi la stanza del pm Vincenzo Montemurro, al terzo piano del palazzo di giustizia di Salerno, e un mio amico cancelliere passando e salutandomi diede uno sguardo al mio polso. Sorpreso gli chiesi cosa stesse osservando, lapidario mi rispose: <<Guardavo se anche tu indossavi un Rolex, perché in questo palazzo molti li possiedono e …>>, aggiunse qualcosa di irripetibile. Soltanto ieri mattina sfogliando i giornali ho capito. “la banda dei rolex” oppure “cancelliere indagato per ricettazione”, questi i titoli più diffusi. Leggo con attenzione e scopro che il cancelliere sarebbe il dr. Vincenzo Taiani. Non ci credo, rileggo con attenzione e poi mi arrendo. Si è proprio quello che non molto tempo fa è stato indicato dal Ministero come uno dei funzionari più preziosi dell’intero pianeta giustizia, tanto che senza di lui forse l’intera impalcatura giudiziaria probabilmente sarebbe crollata. Ho enfatizzato il giudizio del Ministero della Giustizia anche per far meglio comprendere l’atteggiamento del magistrato competente (dott. Diego Cavaliero) che, appena qualche mese fa, ha sentenziato la permanenza del cancelliere Taiani in servizio nonostante la legge Fornero lo avesse allontanato d’autorità dal lavoro insieme ai presidi Salvatore Carfagna e Vincenzo Bianchini. Mi auguro, ovviamente, e auguro allo stesso Taiani di saper dimostrare la sua completa estraneità ai gravissimi fatti addebitatigli dalla Procura della Repubblica di Potenza; il mio rispetto per lo stato di diritto di ognuno è profondo ed intoccabile sebbene nella vicenda che ho raccontato in quattro puntate (Scuola, la giustizia dei bussolotti) a farne le spese è stato soltanto mio fratello Vincenzo (cittadino di questo Paese, non raccomandato e, soprattutto, ligio sempre e comunque al suo dovere di dirigente scolastico) che è rimasto in uno stato ibrido: non è in pensione, non è in servizio ed è, comunque, senza stipendio; una vergogna assoluta del nostro sistema giudiziario. Mi auguro che Taiani sia innocente perché, in caso contrario, dovrei ricredermi su tutto, dallo Stato inefficiente alla Magistratura inefficace per arrivare alla cosiddetta <<giustizia dei bussolotti” che lo stesso magistrato Cavaliero aveva escluso quando si ritirò in camera di consiglio nel non lontano ottobre 2013. Ma leggendo la notizia delle gravissime accuse piovute sul cancelliere Vincenzo Taiani mi sono posto, da semplice cittadino prima ancora che da giornalista, delle domande: <<Possibile che al Ministero della Giustizia non si sapesse nulla dell’inchiesta che da almeno un paio d’anni la Procura di Potenza conduceva a carico del cancelliere Taiani ? Possibile che in questo Paese, in piena era globalizzata, una notizia del genere non sia già in possesso degli uffici ministeriali che qualche mese fa hanno decretato la “quasi santificazione di Taiani” per salvarlo dalle grinfie della legge Fornero ? Possibile che adesso a disastro avvenuto nessuno, anche in sede ministeriale, debba pagare per lo squallore dimostrato ? Possibile che neppure il magistrato Cavaliero, soltanto in ottobre 2013, non sia stato messo a conoscenza che dfalla vicina Potenza stava arrivando un ciclone giudiziario su Taiani ?>>. Certo, adesso in molti diranno che le cose sono diametralmente diverse, che una cosa non c’entra con l’altra, che nessuno è tenuto a sapere cosa fa l’altro e che la mano sinistra deve infischiarsene di cosa fa quella destra. Capisco e zittisco, ma non condivido. Ma deve esserci pure qualcuno in questo benedetto Paese che, ora come ora, faccia almeno un atto di contrizione e chieda scusa al povero cristo (mio fratello Vincenzo, ndr !!) che (per colpa di un sistema farraginoso ed inadeguato – per colpa di funzionari non corretti – per colpa delle raccomandazioni di cui non ha potuto godere – per colpa di un magistrato che non attendeva altro che bersi le fandonie propinategli – per colpa di un provveditore regionale (Diego Bouchè) che ha dato man forte ad un sistema perverso da cui è venuta fuori la giustizia dei bussolotti) da cittadino corretto e rispettoso delle istituzioni è stato letteralmente impallinato dal perverso sistema della giustizia. Tutti giudici, togati e non, di un sistema veramente squallido e poco credibile. Forse aveva ragione lo stesso Taiani quando, sorpreso ancora in servizio da uno degli avvocati difensori di Bianchini, rispose candidamente :<<Avvocato, lo sapete come sono fatti i giudici …>>. Alludeva il buon Taiani a tutti quelli che, ergendosi a giudici, avevano gettato le basi di tanta disparità di trattamento. Anche per questo mi auguro che Taiani possa dimostrare la sua totale estraneità ai gravissimi fatti contestatigli (importazione dalla Florida e vendita illecita di orologi Rolex e Omega, falsificazione dei certificati di garanzia, rilascio falsi decreti di riabilitazione necessari alla cancellazione dal registro informatico dei protesti, …); soltanto così potremo individuare con chiarezza i colpevoli di quella brutta vicenda giudiziaria che soltanto qualche mese fa ho pubblicato sotto la denominazione di <<Scuola, la giustizia dei bussolotti>>. Soltanto così l’unico maltrattato, nell’ambito di quella vicenda, potrà forse farsene una ragione di quanto gli è accaduto, per poter continuare a credere nelle istituzioni.
direttore: Aldo Bianchini