PULCE NON C’È, opera prima del regista salese Giuseppe Bonito, finalmente in proiezione nel Vallo di Diano.

Da Gianfranco Stabile

SALA C. – Dopo la presentazione lo scorso anno al Festival Internazionale del Film di Roma in ‘Alice nella Città’, dove si è aggiudicato il Premio Speciale della Giuria, e dopo la partecipazione a numerosi festival in Italia e all’Estero ottenendo una lunga serie di riconoscimenti e premi, arriva finalmente nelle sale italiane il primo lungometraggio del giovane cineasta. La pellicola sarà in proiezione da sabato 5 aprile per una settimana circa anche presso il Cinema Adriano di Sala Consilina.

 Il film, distribuito da Academy Two, sarà in programmazione presso lo storico cinema di via Roma negli orari consueti (17, 19 e 21) mentre sabato 5 aprile ci saranno due proiezioni speciali alle 18 e alle 21 durante le quali il regista Giuseppe Bonito incontrerà il pubblico salese.

 Prodotto da Marco Donati per Overlook Production, tratto dall’omonimo romanzo di Gaia Rayneri (G. Einaudi Ed.) “PULCE NON C’È” è diretto da Giuseppe Bonito ed interpretato da Pippo Delbono, Marina Massironi e – per la prima volta sullo schermo – Francesca Di Benedetto e Ludovica Falda, con Piera Degli Esposti e la partecipazione straordinaria di Giorgio Colangeli. Il brano originale dei titoli di coda “Il silenzio” è interpretato da Niccolò Fabi insieme ai Mokadelic.

 SINOSSI

Pulce ha nove anni, due occhioni accesi e ascolta solo il tango; comunica continuamente,

anche se non parla. Mamma Anita da anni cerca di rendere la sua vita migliore. Papà

Gualtiero è un medico dall’apparenza burbera, ma si inventa ricette a base di patate da

raccontare come favole alla figlia per calmare il suo panico notturno. Un giorno come tanti, Pulce viene allontanata dalla famiglia senza troppe spiegazioni. Attraverso lo sguardo divagante e trasognato della sorella Giovanna entriamo nella quotidianità di una famiglia anormale, con il suo lessico pensato per chi può solo parlare per immagini, il suo caos pieno di emergenza e amore. E senza retorica e senza patetismi esploriamo lo scontro tra mondo adulto e infanzia, tra malattia e normalità, tra rigidità delle istituzioni e legami affettivi.

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