Aldo Bianchini
SALERNO – Nelle due precedenti puntate di questa vicenda (Caimangate nn. 31 e 32) ho cercato di riepilogare il rapporto che per dieci anni ha legato Vincenzo De Luca a Fausto Martino, dal 1993 al 2003, e poi anche le ragioni dello scontro che portarono ad una insanabile frattura tra i due personaggi che avevano contribuito pesantemente ad immaginare ed a ridisegnare la “Salerno del futuro”, almeno dal punto di vista urbanistico sulla scia delle indicazioni di Oriol Bohigas. Vi ho anche raccontato dell’attività di CTU di Martino all’interno della Procura della Repubblica di Salerno, della sua amicizia con il fratello del pm Michelangelo Russo e del suo rapporto di lavoro con la moglie dell’altro pm Luciano Santoro. Così come vi ho raccontato delle inchieste condotte dalla pm Gabriella Nuzzi e dei suoi dubbi sia su Martino che sugli stessi procuratori aggiunti Russo e Santoro sulla possibile esistenza di una macchinazione tendente a favorire il sindaco De Luca nelle indagini giudiziarie a suo carico con la “complicità” di Fausto Martino che stava lasciando il suo ruolo di grande accusatore del sindaco per spalleggiare piuttosto l’azione dei due procuratori aggiunti. Insomma Fausto Martino, per essere più chiari, per un certo periodo di tempo ha avuto la possibilità di affossare definitivamente la grande ambizione politica di Vincenzo De Luca e lui stesso personalmente, ma non l’ha fatto. Eppure aveva sparlato e ne aveva dette di cotte e di crude sul suo ex alleato (ricordo che Martino è stato assessore all’urbanistica di Salerno dal 1993 al 2003) anche pubblicamente; niente lasciava prevedere quella clamorosa marcia indietro o almeno quella testimonianza fatta tutta di “non so” e di “non ricordo” in sede processuale per la vicenda del Sea Park conclusasi con l’assoluzione di tutti gli imputati. Una vicenda, quella del Sea Park come quella dell’Mcm, nata anche in forza delle rivelazioni di Fausto Martino nelle mani dei due precedenti pm Filippo Spiezia e Gabriella Nuzzi e poi miseramente naufragata. Adesso interviene la vicenda del Crescent per il quale l’Amministrazione Comunale di Salerno, dopo i provvedimenti giudiziari di sequestro, ha chiesto alla Soprintendenza una nuova autorizzazione paesaggistica senza la quale nessun cantiere potrà essere riaperto. Alle voci provenienti indiscretamente dalla Soprintendenza che volevano l’assegnazione del “fascicolo Crescent” proprio nelle mani dell’architetto Fausto Martino è insorto il sindaco Vincenzo De Luca chiedendo una sorta di “incompatibilità” nei confronti dell’architetto, già suo assessore all’urbanistica, reo di aver se non provocato almeno avallato le due grandi inchieste giudiziarie sul Sea Park e sull’Mcm. Quasi tutta la stampa ha eclatato la notizia facendola passare come un atto di grande arroganza del sindaco De Luca nei confronti di Martino. Bisogna, però, nella fattispecie essere sereni e chiedersi come possa essere possibile che una pratica del genere venga affidata proprio all’architetto Martino che, nonostante tutta la sua riconosciuta professionalità, anche per un solo aspetto psicologico potrebbe essere distratto dal compito di “arbitro assolutamente indipendente”, dopo tutto quello che c’è stato tra lui e Vincenzo De Luca. Su, siamo seri, sulle cose bisogna ragionare, ed anche con calma e riflessione. Se fossi nei panni di Fausto Martino rinuncerei io stesso all’incarico perché non solo potrebbe ravvisarsi un ipotetico conflitto di interessi ma sicuramente un condizionamento psicologico ed ambientale. Una sua decisione in materia, quale che sia, non apparirebbe mai frutto cristallino di una obiettiva e serena valutazione dei fatti; Martino non è un mostro bionico ma un uomo in carne ed ossa. A mio modo di vedere non è, come dice Roberto Celano, che <<l’amministrazione vuole scegliersi anche i funzionari di altri enti>> ma semplicemente un atto doverosamente dovuto. E se è vero che gli altri funzionari della Soprintendenza sono già stati tutti coinvolti nell’inchiesta Crescent, e se è vero che l’unico rimasto a poter giudicare è proprio Martino, con quello che vi ho raccontato in queste tre puntate si intuisce facilmente che l’’unica soluzione è quella di mandare tutto al Ministero per non correre rischi di sorta. Ma il tempo, come sempre, cercherà di dirci la verità.