VINCENZO GIORDANO: CHI E’ STATO

Laura La Rocca

SALERNO – Dopo aver letto il testo dello scrittore-giornalista Aldo Bianchini ‘’Vincenzo Giordano: da sitting bull a sindaco di Salerno’’, edito da Albi Information,  non restava che partecipare al dibattito proprio sulla figura di questo ex sindaco e della sua opera, avvenuto Sabato sera 15 Marzo presso la libreria Guida di Salerno. Più che un monotono dibattito si è rivelata una serata piacevole, un incontro tra vecchi amici, vecchie conoscenze, un botta e risposta tra personaggi che hanno partecipato da protagonisti e co-protagonisti alla scrittura di un piccolo grande pezzo di storia, quella che non leggiamo certamente sui libri di scuola.
E’ penso sia stato proprio questo l’intento dello scrittore Bianchini, che oltre a ricordare il sindaco della gente, Vincenzo Giordano, ha reso protagonista della serata soprattutto la storia, la quale molto spesso viene riletta in chiave strettamente personale, legata ai propri interessi, e tramandata quindi in modo non del tutto obiettivo. Uno dei ruoli importanti del giornalista è quello, appunto, di riportare fatti accaduti alla luce del sole, setacciarli da ogni inesattezza,  e di ricondurre all’attenzione di tutti quello che è accaduto, senza veli o pietre che possano distorcere la mera verità. Il dibattito è stato presieduto dal giornalista Pietro Cusati, e portato avanti dagli interventi di quegli stessi personaggi che con lo stesso Giordano sindaco (se pur spesso in contrasto per i partiti politici differenti) portavano avanti lo stesso ideale, quello di rendere Salerno una città degna della sua storia e delle sue radici, una città che tutti noi Salernitani meritiamo di avere.
Dai ricordi dell’On. Michele Ragosta a quelli dell’ex assessore Regionale Angelo Grillo, del giornalista Gaetano Amatruda (discepolo del prof. Giordano), dell’autore Bianchini in primis, nonché dagli interventi dei presenti come l’Assessore Comunale Enzo Maraio e il Consigliere Comunale Roberto Celano,  è stata tracciata la figura di questa persona e dell’impegno che ha mostrato per la sua città, fino alla fine dei suoi giorni. Erano anni di fermento, di paura, ma anche di speranza e di coraggio. A tal proposito mi viene in mente una frase del grande poeta Ugo Foscolo che scrive: ‘’Una parte di uomini opera senza pensare, una parte pensa senza operare, pochi operano dopo aver pensato.’’ E Vincenzo Giordano fu uno di questi pochi. Un uomo che dopo aver ascoltato il problema del giorno rispondeva prontamente ‘’Che dobbiamo fare?” e si metteva all’opera in tutti i modi a lui possibili. Un dibattito ricco di emozioni, di malinconia, di aneddoti divertenti, in cui non sono mancati commenti aspri e amari riguardo l’attuale amministrazione comunale che non può non essere messa a confronto con l’impegno e la dedizione dell’amministrazione di quel tempo. Ecco perché nasce la necessità di ricordare, e <<che sia una piazza o una strada poco importa, purchè sia>> , proprio come afferma l’autore Bianchini nel suo libro. Perché l’importanza di attestare e riconoscere il merito di una persona che ha cercato di fare il meglio per il bene comune,  intestandogli il nome di una strada, di un vicolo o di una piazza, ha soprattutto una funzione civile e politica ovvero quella di ricordare ai vivi le imprese compiute dai defunti, spingendoli ad imitarne le virtù in questo presente privo di ideali e speranze future.

 

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