Che passo lento ha quella vecchina!
Eppure anche lei un giorno è stata una bambina
che correva felice e veloce con le sue gambe,
che ha capito sin da subito cos’era davvero importante.
Perché ha conosciuto la guerra, il digiuno,
quella guerra che non risparmiava nessuno.
Chissà se in quella guerra ha perso i genitori,
ma di sicuro ne ricorda ancora i rumori.
Chissà se ha dovuto pensare ai fratelli più piccoli,
quando lei stessa magari era una bambina coi riccioli.
Spero che non sia stata abbandonata
o dai parenti ignorata.
Chissà se ha un marito che le dice ancora che è una bella donna
o se ha dei nipotini che la chiamano nonna.
Si avvicina a me, la sento vicina
e non posso ignorare quella bambina,
che mi guarda con quel suo viso
che spera mi strappi un sorriso.
È come se lo avessi sempre saputo,
che quella bambina cerca solo un saluto
e adesso ho capito perché cammina così lentamente,
perché non ha il passo svelto dell’altra gente.
Perché porta sulle spalle una grande storia,
che pesa anche sulla sua memoria.
Una storia appesantita dagli anni vissuti con intensità
che la mettono al di sopra della normalità.