Aldo Bianchini
SALERNO – “Non chiamatemi ex deluchiano. Non lo sono mai stato>>. Ma allora Fausto Martino, ottimo architetto in servizio presso la Soprintendenza, che cosa è stato per Vincenzo De Luca che pure lo aveva scelto e sponsorizzato grazie alla sua amicizia con Remo Russo (fratello dell’ex procuratore aggiunto Michelangelo) e grazie, forse, al suo status di “Consulente Tecnico di Ufficio” (C.T.U.) per la Procura della Repubblica di Salerno ? Non è facile rispondere. Un fatto, però, mi appare abbastanza chiaro: Martino fu scelto probabilmente perché in quel preciso momento storico (anno 1993), e con le prospettive di rigenerare la Città dal punto di vista urbanistico, rappresentava il giusto anello di congiunzione tra l’Amministrazione Comunale, la Procura della Repubblica e la Soprintendenza senza le quali, almeno a Salerno, non si va da nessuna parte. In pratica a Vincenzo De Luca ed al suo progetto megagalattico di “città europea” che aveva in mente era necessario, non dico la protezione ma almeno lo sguardo benevolo sia della Procura che della Soprintendenza che soltanto Fausto Martino poteva offrire. Poi, come spesso accade, è scoppiato il caso e tutto è andato a rotoli; non solo, Martino ha capito alcune cose: che forse con de Luca si era incamminato su una strada sbagliata, che in Procura l’aria era cambiata, che poteva pagare per colpe non sue. Per questa ragioni ha deciso di passare subito al contrattacco dopo essere stato “condannato a morte” dalla federazione del PD di Via Manzo senza essere ascoltato e dopo aver consegnato a Felice Marotta un “comunicato di comodo” per la stampa dopo le sue incredibili dimissioni: “Scrissi una lettera di fuoco di dimissioni e la consegnai a De Biase. Raccolsi le mie cose in un cartone e me ne andai”; insomma un personaggio all’americana Fausto Martino, non c’è che dire. Ma torniamo a quella benedetta intercettazione telefonica del 5 maggio 2004 (ricordo che Martino fu intercettato proprio all’uscita dall’ufficio della Procura dove aveva deposto dinanzi la pm Gabriella Nuzzi !!) mentre era ancora nei corridoi del Tribunale verso le ore 21.30 di sera. La telefonata proveniva dall’abitazione del procuratore aggiunto dell’epoca dott. Luciano Santoro (leggasi la puntata precedente di questa storia – Caimangate n. 34) ed ecco cosa risponde dinanzi al gip Francesco Todisco del Tribunale di Napoli (proc. n. 05/30061) Fausto Martino il giorno 22.09.2006 (due anni e mezzo dopo quella registrazione e dopo che il pericolo di arresto per De Luca ed altri è stato sventato e, soprattutto, dopo che De Luca aveva stravinto da solo contro tutti le elezioni amministrative pochi mesi prima): <<In particolare, mi viene rappresentato che il 5.5.2004 si è registrata una telefonata dall’utenza intestata a Santoro a quella intestata a me. Si tratta evidentemente di una telefonata fatta dalla moglie del dott. Santoro in occasione del mio compleanno. Non ricordo invece la telefonata avvenuta il 12.5.2004 tra la mia utenza e quella n. ? intestata agli uffici giudiziari di Salerno. Non ricordo se quella telefonata sia intervenuta tra me ed il dott. Santoro in quanto avrebbe potuto chiamarmi qualsiasi altra persona che lavorava presso gli uffici giudiziari. Varie volte infatti sono stato contattato per motivi di ufficio dalla Polizia Giudiziaria della Procura della Repubblica di Salerno. Mi vengono anche indicati specificatamente anche gli altri contatti che risultano dai tabulati ed in particolare mi viene indicato un contatto tra le nostre utenze durato 177 secondi ed avvenuto il 5.1.2005 alle ore 19.58>>. A scanso di equivoci ripeto che tutto questo accadimento è stato oggetto di procedimento giudiziario a carico dei magistrati Michelangelo Russo e Luciano Santoro finito con l’archiviazione nel 2007. Ciò, però, non esclude la possibilità di approfondire quella ragnatela di amicizie, di interconnessioni, di telefonate, di intercettazioni che in quegli anni diedero la stura a tantissime supposizioni, una più inquietante dell’altra. Per la precisione il caso giudiziario (n. 05/30061 RG Notizie di reato – 06/5864 Reg.GIP) a carico di Michelangelo Russo e Luciano Santoro, su richiesta di archiviazione del PM del 20.12.2006, si è chiuso il 16.05.2007 con l’accoglimento della richiesta di archiviazione del PM non essendo stati raccolti elementi di prova idonei all’esercizio dell’azione penale. Ma cosa c’entra il Crescent in tutto questo e soprattutto nella richiesta di “incompatibilità” nei confronti di Martino che De Luca ha inviato alla Soprintendenza ? Alla prossima puntata.