Antonio Citera
SALERNO – Le grasse feste carnevalesche sono finite. Volti mascherati e carri animati, hanno lasciato il segno di spensieratezza e di giornate trascorse in allegria. Ma, si sa, finita la festa, tutti o quasi, tolgono la maschera e ritornano nella normale quotidianità. In casa Pd in via Manzo a Salerno, le cose non stanno proprio così e, dopo la settimana di occupazione della banda Vaccaro, trascorsa all’insegna dell’ “anvedi quello ” , tra bevute e abbuffate di “chiacchiere”, tipiche del carnevale, il sipario non vuole proprio calare e inverosimilmente, gli attori protagonisti, Nicola Landolfi in primis, continuano a indossare la mascherina che li contraddistingue da sempre. La festa continua insomma e, dopo il cessato coprifuoco con i dissidenti occupatori, il ritmo è quello del famoso “ ballo delle primarie”. Una danza in voga soprattutto nel Pd salernitano che negli ultimi anni l’ha usata in lungo e in largo per primeggiare nelle classifiche di tutta Italia. Qualcuno, Sergio Annunziata prima e la banda Vaccaro poi, ha cercato di cambiar ritmo ma, come sempre succede, ad avere la meglio è sempre il compromesso. Passato il santo, passata la festa dunque, ma la maschera resta sempre ben salda sui loro volti. Si è parlato di brogli, primarie truccate, lo si è urlato ai sette venti, però nessuno mai ne ha veramente provato l’esistenza. Un meccanismo ben oleato che annulla ( o quasi ) ogni residuo di misfatto. Un’organizzazione perfetta che parte dai circoli cittadini per poi tracimare nell’oasi felice di via Manzo. Si vocifera di registri truccati e di false firme, di elettori invisibili e quant’altro ma, sono solo voci, le prove, quelle materiali, nessuno può esibirle, nemmeno Guglielmo Vaccaro che, forse ha intuito tutto ciò, forse conosce bene il congegno ma, davanti al pm Montemurro, si è presentato con un pugno di mosche. Tanti forse e nessuna concreta documentazione tanto che, lo stesso pm dopo pochi minuti lo ha rimandato a casa senza aprire nessun fascicolo. Cosa che non avvenne invece con i tesseramenti del 2012, quando nelle mani del pm furono date diverse tessere in bianco, pronte all’uso. Quell’inchiesta ancora è aperta, viva e vegeta, anzi, potrebbe avere dei risvolti clamorosi, potrebbe tracciare la retta linea del reale funzionamento “ farsa “ di un partito che nella provincia di salerno smuove nelle primarie, voti a piacimento tanto da raggiungere percentuali di consenso tra le più alte d’Italia. Ecco allora che tra i falsi tesseramenti e le false primarie, ci potrebbe essere un legame indissolubile, “camuffare le tessere per tenere sotto controllo il sistema “. Un meccanismo piramidale sincronizzato da poche persone ( una o due per circolo ) in grado di gestire in maniera incontrollata un numero di nominativi che spesso non sanno nemmeno di far parte del partito. Elenchi preparati ad hoc e spesso presi da data base di questo o di quell’ufficio, l’età media dei votanti alle primarie spesso supera abbondantemente i 50 anni. Basterebbe controllare, niente più, fare un giro nei circoli e confrontare a persona iscritta la sua reale volontà di far parte del partito, oppure confrontare le firme sui registri votanti delle primarie ( specialmente nel 2012 ) per capire subito che il falso, e non, d’autore abita lì.