Caimangate/33: Viva le donne, viva le belle donne, che sono le colonne … !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Sincerità per sincerità, in apertura, devo fare i complimenti a tutta la stampa salernitana per la sfacciata camaleonticità nel cambiar pelle e ribaltare su “alcuni politici locali” la figuraccia dei frettolosi e, forse, malauguranti e prematuri auguri a Vincenzo De Luca per una nomina che non c’è stata. Nella realtà quei politici (Landolfi, Roscia, G. Valiante e Gagliano che Il Mattino impietosamente ed anche ingiustamente inchioda con tanto di foto alle loro responsabilità per la figuraccia !!) probabilmente sono caduti “nella rete della Rete” grazie proprio agli svarioni rimediati venerdì mattina (28 febbraio, ndr !!) da tutte le testate giornalistiche online (ivi comprese quelle di un certo grido come lo stesso Il Mattino e tanti altri). Detto questo devo anche ammettere che mi è piaciuto molto il titolo a tutta pagina di Cronache del Salernitano (comunque non estraneo alle cavolate di cui innanzi) con quel <<Supercazzola Renziana>> e con tanto di foto, presa dal mitico film e rimontata, con le figure di De Luca sul treno che prende schiaffi da Renzi e da Lupi. Non c’è che dire, una bella rappresentazione giornalistica che, a mio avviso, non corrisponde alla realtà dei fatti. Sarebbe stato meglio se nel montaggio i tecnici di Cronache avessero postato le figure di due delle tante donne di Renzi, ovvero della Picierno e della Boschi. Avrei visto benissimo soprattutto Pina Picierno sul marciapiede tra i binari della stazione ferroviaria di Salerno prendere a schiaffi, in senso scherzoso ma non tanto, il duro De Luca già salito sul treno e pronto a raggiungere Roma per l’investitura. L’ho già scritto qualche giorno fa e lo ribadisco, le due donne principali di Renzi (Maria Elena e Pina) hanno inciso pesantemente sulla scelta finale di escludere Vincenzo dal pacchetto ministeriale. Le voci di corridoio, a palazzo Chigi, sono tantissime; tra le più accreditate ci sarebbe (è sempre opportuno usare il condizionale !!) una conversazione dell’ultima ora (intorno alle 13.30 del 28 febbraio) tra Matteo e Pina: <<Matteo mi devi stare a sentire, io la politica politicante la mastico meglio di te, non per niente sono nata e cresciuta alla corte di Ciriaco da Nusco, il più politico politicante di tutti. Per questo ti dico che De Luca deve rimanere fuori, altrimenti ci creerà soltanto problemi. Comunque se entra lui io vado via>>. Le ultime parole di Pina, fortemente spalleggiata da Maria Elena per una sorta di malcelata gelosia, sarebbero state decisive e, quindi, dopo gli annunci delle 10.00 e delle 12.00 (rispettivamente per viceministro e per sottosegretario) di mattina è arrivata la doccia fredda pomeridiana con la brutale esclusione. E qualcuno, sempre nei corridoi del palazzo del governo, ha cominciato a canticchiare <<viva le donne, viva le belle donne che sono le colonne …>> (quella canzonetta scritta da Marcel Amont con un contributo di Nino Manfredi). In questo caso, ovviamente, sarebbero  … le colonne della politica !!; un po’ come la Maria Elena Boschi sbandierata in “perizoma” su tutte le prime pagine almeno dei giornali spagnoli mentre firma l’accettazione dell’incarico di ministro (la foto è stata presa da internet). E pensare che uno come Vincenzo De Luca, stretto nella morsa di due donne, deve rimanere a casa a fare semplicemente e soltanto il sindaco della sua città. Mi dispiace dover contraddire ancora una volta il collega di vaglia, da poco editorialista di Cronache, ma Vincenzo De Luca purtroppo non ha ancora imboccato la “mesta parabola” discendente dopo la sua straordinaria collezione di successi, e non è mai stato neppure un “politicattore”; De Luca è stato ed è De Luca, punto. E nel bene e nel male rimarrà inimitabilmente impresso sulla pietra del tempo; e come lui nessun altro. Checchè ne possa  pensare l’amico Ambrogio Ietto (che ringrazio per aver ripreso le mie rivelazioni su Pina Picierno già scritte più volte !!) che dovrebbe conoscerlo bene per essere stato, anche se per poco, alla sua corte come assessore. Ambrogio sa bene che per Vincenzo non è ancora giunto il momento di dire “addio ai sogni di gloria”. Sicuramente questa è stata, comunque, una brutta esperienza, e De Luca da quanto accaduto deve saper trarre le logiche e giuste considerazioni su come deve fare politica, su come deve muoversi all’interno di un partito che ha infilato di corsa la strada verso la democrazia cristiana di un tempo, se non vuole davvero imboccare il viale del tramonto. Lo ripeto fino alla noia, e l’ho già scritto, Vincenzo De Luca è stato bruscamente scaricato innanzitutto da Massimo D’Alema quando lo definì un “capobastone” e poi da tutto il resto del partito impaurito, fino all’inverosimile, dall’inchiesta del pm Vincenzo Montemurro sul tesseramento 2012 e sulle successive primarie. Un’inchiesta che Roma sta cercando di circoscrivere a livello locale offrendo la testa di De Luca su un piatto d’argento in modo da evitare ulteriori e più clamorosi sconquassi.

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