Antonio Citera
SALERNO – Si è conclusa dopo tanto soffrire, l’udienza preliminare del processo denominato Chernobyl che vede indagate 39 persone tra cui una deceduta nel 2010. Tutti erano accusati di aver contribuito in maniera illecita allo sversamento di rifiuti tossici nei terreni soprattutto della provincia di Salerno. L’udienza presieduta dal gup Dolores Zarone, ha sentenziato per il rinvio a giudizio di tutti gli indagati per tutti reati, tranne i 2 di cui al capo c ed e: smaltimento illecito di rifiuti e deturpamento delle bellezze naturali. Il reato più grave, disastro ambientale, è stato ritenuto sussistente per il rinvio. Il processo vero e proprio si terrà a Salerno a partire dal 9 aprile 2014. Inizia dunque, almeno si spera, il procedimento venuto alla ribalta nel 2007, quando il pm Donato Ceglie dopo accurate indagini, ha scoperto i misfatti. Dal decreto emesso all’epoca, si apprende che questa “organizzazione” di persone e di imprese gestiva “una quantità di rifiuti illecitamente smaltiti stimabile in circa 980.000 ton. in circa 18 mesi, procurandosi ingiusti profitti nel periodo monitorato pari a circa, per difetto, €. 50.000.000”. Uno dei capi di imputazione, dunque, per tutte le 39 persone rinviate a giudizio è il cosiddetto “disastro ambientale”, individuato in base all’articolo 434 c.p. (concorso in disastro ambientale doloso)”. Un processo passato di mano, dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a Salerno e, in quest’ultima sede dovrà con tutta probabilità avere un suo epilogo. Si dovrà stabilire l’effettiva tossicità dei rifiuti sversati, si dovranno effettuare analisi specifiche per rendicontare i danni subiti dai terreni e dalle persone. Da precedenti analisi su alcuni di essi, concentrati essenzialmente nel Vallo di Diano, gli studi effettuati escluderebbero la tossicità dei rifiuti presenti, accreditandoli come ” pericolosi “. Seguiremo gli sviluppi.