Pd Salerno. L’inutile “ rivoluzione” di Guglielmo Vaccaro e il ratto spione.

 

 

Antonio Citera

SALERNO – L’occupazione della sede del Pd di via Manzo o, per meglio dire la “macchietta” messa in atto dall’on. Guglielmo Vaccaro, ha segnato l’ennesimo punto a sfavore dei democrat rinchiusi sempre più nell’ampolla del potere a tutti i costi.  Una settimana di coabitazione forzata tra Nicola Landolfi e la banda Vaccaro arroccata nella sala  conferenze, trasformata all’uopo in palcoscenico teatrale con tanto di streaming a filmare lo spettacolo. Indecoroso a sprazzi comico, ridicolo ma, soprattutto inutile. Si protestava contro i presunti brogli nelle primarie per l’elezione del segretario Regionale, consultazioni che hanno visto sul gradino più alto del podio Assunta Tartaglione, pupilla di Matteo Renzi e sponsorizzata da Vincenzo De Luca. A farne le spese, è stato lo stesso Vaccaro, anche lui candidato e, caduto sotto i colpi politici del nemico. <<Una votazione taroccata>> ha gridato ai sette venti, <<brogli sulle schede e firme false>>. Accuse precise quelle smosse da Vaccaro che, hanno attirato l’attenzione del Procuratore Antimafia di Salerno Vincenzo Montemurro, lo stesso che qualche tempo fa, si è occupato del presunto tesseramento falso targato Pd  anno 2012. Chiamato in Procura, Vaccaro ha cercato di spiegare che anche per quanto riguarda le primarie, ci sarebbero dei falsi attori ma, non ha saputo descriverne i lineamenti, quindi, dopo pochi minuti è uscito dalla stanza con un due di picche nella manica. Nulla di fatto, ipotesi ma non concretezze. I brogli ci sono stati ma non si vedono o, meglio ancora non possono essere provati. <<Non ci resta che piangere>> avrebbe sussurrato ai suoi sostenitori e, raccolte le sue cose, al buio e senza riscaldamento, è uscito dalla sede di via Manzo con in mano una grossa bandiera bianca. Occupazione finita!!!!!. Alla notizia, Nicola Landolfi a pugni alti avrebbe esultato. Vittoria!!!. Avrebbe urlato dalla sua  stanza in fondo al corridoio, un tono di voce talmente forte che ha fatto tremare anche la Francesca arroccata nella sua postazione, lo stesso tremore che fu quando circa un anno fa, un grosso ratto fece irruzione nella sede creando scompiglio a destra e a manca, rovistando nei cassetti alla ricerca forse di quei registri taroccati segno inconfondibile di brogli e macchinazioni. Ma aimè, quel ratto fu ben presto braccato e reso inoffensivo. Oggi come ieri la storia continua, le  anomalie sono tante, le voci che si rincorrono danno per certa la poca correttezza  specialmente nelle primarie che, con astuzia e senza controllo, segnano il passo di questo o di quel politico secondo il volere di un uomo solo che se la ride nella sua stanza del palazzo.

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