Giovanna Naddeo
SALERNO – Tra Luci d’artista, la Piazza dell’Amore e i concerti all’arena del mare ormai la città di Salerno continua ad affermarsi sempre più nel settore turistico a livello nazionale, e non solo. Anche in Via Mercanti o alla Villa Comunale ci sono turisti tedeschi, inglesi o cinesi che passeggiano e comprano souvenir con il marchio di Vignelli. Dati alla mano, si può ben affermare che questi flussi turistici non sono più fenomeni esclusivi della Costiera o di Paestum (tanto per citare i territori più vicini) ma interessano anche il capoluogo.
Eppure, basta uscire dalla città, superare la zona industriale e il Villaggio del Sole che ci si ritrova completamente in un’altra realtà. Sto parlando del tratto di litoranea che va dal comune di Pontecagnano fino a Capaccio, e oltre. E’ vero che ci troviamo in periodo invernale e gli stabilimenti balneari sono chiusi, ma bisogna pur sempre ricordarsi di quelle persone, seppur poche, che vivono lì per tutto l’anno. O ancora dei ristoranti, delle pizzerie, dei pub che di certo non possono lavorare solo da giugno a settembre ma che invece aprono ogni sera e con le loro luci rendono la strada un po’ meno sinistra. Una zona, una lunga zona in balia di immigrati clandestini ubriachi e prostitute di ogni nazionalità. Questa è la realtà lungo la litoranea.
Tali parole non saranno la prima né l’ultima denuncia dello stato di abbandono della fascia costiera da parte delle autorità competenti. Si promettono controlli della polizia, anche con l’ausilio dell’etilometro, ma si verificano esclusivamente in periodo estivo, per lo più nel mese di agosto.
Invece si potrebbe sfruttare tantissimo tutta la costa, seguendo l’esempio della riviera romagnola, con locali moderni, attrazioni per i giovani ma anche le famiglie e parcheggi sicuri per le auto. Valorizzare tutta la fascia costiera e sfruttarla anche nel settore alberghiero, come ad esempio i villaggi turistici calabresi e pugliesi. Le spiagge sono molto ampie, il mare è pulito ed intorno si trovano spesso pinete o zone verdi con aree pic-nic. Perché non curarsi di questa altra grande risorsa economica, posta proprio tra Paestum e Salerno?
Pochissimi sono i centri di accoglienza per gli immigrati, come Casa Betlemme (nei pressi dell’ospedale Campolongo) in cui opera la Caritas offrendo posti letto e pasti caldi anche ai senza tetto italiani. Per il resto, la maggior parte degli extra-comunitari vive tra case abbandonate, lidi chiusi o tra i campi agricoli a ridosso della Aversana. La pista ciclabile percorsa dai residenti per arrivare a Salerno anche in periodo invernale è sporca, piena di vetri rotti, preservativi e bottiglie di birra, prova del fatto che non opera lì nemmeno la netturbanza urbana.
Diamo valore a questo lungo territorio, aiutiamolo a svilupparsi, incoraggiamo i piccoli e medi imprenditori a investire e costruire sulla NOSTRA Litoranea.